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Accompagnamento alla pensione: a chi spetta

Prestazione di accompagnamento alla pensione: vediamo come funziona l'Isopensione, chi può richiederla e qual è il suo importo.

di Carmine Roca

Agosto 2023

Vediamo insieme cos’è e a chi spetta la prestazione di accompagnamento alla pensione (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Prestazione di accompagnamento alla pensione: cos’è?

Nota anche come Isopensione, la prestazione di accompagnamento alla pensione è rivolta ai lavoratori dipendenti a tempo indeterminato e ai dirigenti in esubero, nell’ambito di:

Come previsto dall’articolo 4, commi da 1 a 7-ter della legge numero 92, del 28 giugno 2012, la prestazione di accompagnamento alla pensione è totalmente a carico del datore di lavoro, che può presentare domanda all’INPS tramite un apposito servizio online all’interno del proprio sito ufficiale.

Prestazione di accompagnamento alla pensione: come funziona?

L’ente previdenziale dovrà validare l’accordo aziendale tra datore di lavoro e dipendenti o dirigenti in esubero, rilasciando al datore di lavoro un prospetto con l’informazione sull’onere mensile stimato del programma di esodo annuale, per stipulare una fideiussione bancaria, a garanzia della solvibilità degli obblighi assunti nei confronti dei lavoratori e dell’INPS, che includono il versamento della provvista per la prestazione e per la contribuzione correlata (messaggio INPS numero 216 del 20 gennaio 2016).

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Prestazione di accompagnamento alla pensione: la fideiussione

Se il datore di lavoro non dovesse versare la provvista mensile al suo dipendente, l’INPS gli notificherà un avviso di pagamento e, se necessario, procederà all’escussione della fideiussione.

Qualora il datore di lavoro dovesse versare la provvista in un’unica soluzione, verrà liberato dall’obbligo di prestare la fideiussione.

Prestazione di accompagnamento alla pensione: il ruolo dell’INPS

L’INPS provvede a:

Prestazione di accompagnamento alla pensione: decorrenza e importo

Una volta risolto il rapporto di lavoro, la prestazione viene erogata a partire dal mese successivo alla risoluzione, a prescindere dalla data di presentazione della domanda.

È obbligatorio, però, che tra la cessazione del rapporto di lavoro e la decorrenza della prestazione non ci sia soluzione di continuità.

L’importo della prestazione ha lo stesso valore della pensione maturata alla data della cessazione del rapporto di lavoro, esclusa la contribuzione correlata che il datore di lavoro si impegna a versare per il periodo di esodo.

Il pagamento è corrisposto per 13 mensilità, sino alla scadenza della prestazione. Non è prevista la trasformazione automatica in pensione anticipata o di vecchiaia, ma sarà il lavoratore a dover presentare domanda di pensione, in tempo utile.

Prestazione di accompagnamento alla pensione: requisiti

Non tutti i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato o i dirigenti in esubero hanno diritto alla prestazione di accompagnamento alla pensione.

Si può ricorrere all’indennità soltanto se l’azienda o il datore di lavoro impiega oltre 15 dipendenti: occorre, inoltre, un accordo aziendale sottoscritto dal datore di lavoro e dalle organizzazioni sindacali più rappresentative.

È necessario, infatti, rispettare dei requisiti: il lavoratore o il dirigente devono aver cumulato i contributi che consentono loro di accedere alla pensione anticipata o di vecchiaia, entro massimo 7 anni dalla risoluzione del contratto di lavoro (articolo 1, comma 160, legge 27 dicembre 2017, n. 205 e messaggio INPS 17 gennaio 2018, n. 201).

Ad esempio, la prestazione spetta al lavoratore che ha compiuto 60 anni e ha gli anni di contributi necessari per poter accedere alla pensione di vecchiaia.

Oppure, al dipendente che ha versato 35 anni di contributi e con altri 7 anni di lavoro avrebbe avuto accesso alla pensione anticipata ordinaria (legge Fornero).

Prestazione di accompagnamento alla pensione: come fare domanda?

Tutto inizia con la presentazione all’INPS, da parte del datore di lavoro, della richiesta di accesso alle procedure automatizzate di gestione della prestazione (articolo 4, commi da 1 a 7-ter, legge 28 giugno 2012, n. 92), attraverso la compilazione del Modulo SC77, che include:

Una volta che l’INPS ha accettato la garanzia fideiussoria presentata dal datore di lavoro, questi potrà presentare alla sede territorialmente competente le domande di prestazione di ogni lavoratore.

L’Isopensione, sottoscritta dal lavoratore e dal legale rappresentante dell’azienda, deve essere redatta utilizzando il Modulo AP97. Il termine ordinario per l’emanazione dei provvedimenti è stabilito dalla legge n. 241/1990 in 30 giorni.

Prestazione di accompagnamento alla pensione
Prestazione di accompagnamento alla pensione: in foto una donna al computer.

Faq sulla prestazione di accompagnamento alla pensione

Cos’è l’Isopensione e fino a quando è confermata?

L’Isopensione è uno strumento di prepensionamento per i lavoratori dipendenti di grandi aziende (con più di 15 impiegati). Il decreto Milleproroghe ha confermato l’accesso all’Isopensione fino al 31 dicembre 2026, con una proroga di ulteriori tre anni.

Come funzionava l’Isopensione prima della legge di bilancio del 2018?

Inizialmente, quando l’Isopensione fu introdotta con la legge numero 92 del 28 giugno 2012 (la legge Fornero), era possibile accedervi 4 anni prima di raggiungere l’età per la pensione di vecchiaia, ovvero a 63 anni. Ma con la legge di bilancio del 2018, questo scivolo pensionistico fu esteso fino a 7 anni, permettendo l’accesso all’Isopensione già a 60 anni di età.

Che cos’è l’assegno di esodo nell’Isopensione?

L’assegno di esodo è un assegno che viene pagato al lavoratore anziché licenziarlo. Questo assegno ha un importo pari alla pensione che il lavoratore avrebbe maturato fino a quel momento. L’obiettivo è accompagnare il lavoratore al prepensionamento, fornendogli un sostegno economico.

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