Assegno sociale con soldi in banca: il credito sul conto corrente grava sul diritto alla prestazione? Ne parliamo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Assegno sociale: a chi spetta e limiti reddituali
L’Assegno sociale è la prestazione assistenziale che l’INPS eroga in favore di chi, compiuti 67 anni di età, vive una situazione economica delicata e non ha contributi sufficienti per poter richiedere la pensione.
L’importo dell’Assegno sociale aggiornato al 2023 è di 503,27 euro al mese, per 13 mensilità. Essendo una prestazione di tipo assistenziale, affinché sussista il diritto alla concessione, l’interessato deve rientrare nei limiti reddituali previsti dalla legge.
In assenza di reddito, l’Assegno sociale spetta in misura piena. Con un reddito inferiore a 6.542,51 euro (se single) o 13.095,02 euro (se coniugato), l’interessato riceverà un Assegno sociale in misura ridotta: l’importo è pari alla differenza tra il valore massimo dei limiti reddituali (6.542,51 euro o 13.095,02 euro) e l’importo del reddito personale o da coniugato.
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Assegno sociale con soldi in banca: cosa succede?
Ma se si conserva in banca una somma di denaro piuttosto importante, magari derivante da un’eredità o da un appartamento venduto, si ha comunque diritto all’Assegno sociale?
Purtroppo no. A stabilirlo è una sentenza della Cassazione, che ha ricordato come l’Assegno sociale sia una prestazione riservata a chi versa in uno stato di bisogno economico effettivo, calcolato in base alle dichiarazioni dei redditi presentate dal beneficiario, tenendo conto di qualsiasi tipo di ricavo e del suo tenore di vita.
Assegno sociale con conto in banca: la sentenza della Corte d’Appello di Torino
Per comprendere meglio perché chi ha un conto in banca importante non può presentare domanda per l’Assegno sociale, prendiamo come esempio la sentenza della Corte d’Appello di Torino (numero 624 del 21 aprile 2006), che ha respinto il ricorso presentato da un anziano, nei confronti dell’INPS, al quale l’uomo chiedeva il pagamento dell’Assegno sociale con decorrenza al 1° marzo 2003.
Ricordando i limiti reddituali e che ai fini del calcolo del reddito “non si computano i trattamenti di fine rapporto comunque denominati, le anticipazioni sui trattamenti stessi, le competenze arretrate soggette a tassazione separata, nonché il proprio assegno e il reddito della casa di abitazione”, la Corte d’Appello ha respinto il ricorso dell’uomo, che sosteneva di aver vissuto, dopo la liquidazione della sua azienda nel 1999, con i proventi ricavati dalla vendita dei macchinari e con qualche aiuto economico di persone vicine.
L’organo giudicante, invece, ha ritenuto dimostrata l’esistenza di redditi occulti sulla base di questi elementi:
- l’appartamento situato in centro e arredato con cura. I vigili hanno individuato un computer portatile con stampante fax di ultima generazione;
- sul conto corrente bancario risultavano addebitate le spese relative ad abbonamenti Viacard, Omnitel, Infostrada e Noicom indici di una significativa disponibilità economica;
- la possibilità di un’avvenuta ricostituzione del consorzio familiare con la moglie separata con la conseguente necessità di computare anche la capacità reddituale della coniuge.
L’uomo aveva controbattuto spiegando che l’ex moglie era deceduta (tanto che l’INPS gli aveva riconosciuto la pensione di reversibilità) e che sul conto corrente, in relazione agli estratti conto del 2003, risultavano uscite mensili di 966,51 euro, mentre nel 2004 il saldo iniziale era di 5.548,82 euro, mentre quello di fine anno non superava i 3.000 euro, ritenendo evidente l’inesistenza di guadagni occulti;
La Corte, però, ha ritenuto gli elementi istruttori acquisiti valutati nel loro insieme come indizi gravi, precisi e concordanti della titolarità di un reddito occulto in capo all’uomo, a causa delle dichiarazioni rilasciate ai vigili urbani, giudicate non esaustive per l’accoglimento del ricorso.
Inoltre, l’uomo fino alla fine del 2003 era stato proprietario di una Mercedes di cilindrata 2000, autovettura con costi di gestione assai elevati e di notevole valore venduta poi per 5.550 euro e in più aveva omesso un’entrata, nel luglio 2003, derivante da “dividendi Kuroda Electric Co ltd”, che dimostrava il possesso di titoli azionari o obbligazionari.
Per questo motivo, l’appello dell’uomo fu respinto, avendo l’INPS dimostrato che il richiedente era titolare di un reddito occulto incompatibile con la concessione dell’Assegno sociale.

Faq sull’Assegno sociale
L’Assegno sociale può essere corrisposto a una vedova?
L’Assegno sociale è una misura che può essere riconosciuta senza problemi anche a una vedova. L’importante è che si rispettino tutti i parametri previsti dalla normativa. In particolare è fondamentale rientrare nei limiti reddituali. Per il 2023 il tetto massimo è stato definito a 6.542,51 euro all’anno. Superato questo reddito non è possibile, per una vedova, ricevere l’incentivo che, ricordiamo, non è soggetto alle trattenute IRPEF.
Che succede se prendo l’assegno sociale e la pensione di reversibilità?
Il rischio è di perdere il diritto a ricevere l’Assegno sociale: ma siamo concreti. Il caso più semplice e diffuso è la perdita di una parte dell’assegno sociale. Se, al ricevimento della pensione di reversibilità, il reddito della vedova aumenta, l’assegno di ridurrebbe sensibilmente. Quindi, tenendo conto del valore fissato per il 2023, la misura si attesterebbe a un importo inferiore ai 503,27 euro previsti.
Come viene erogato l’assegno sociale?
Questa prestazione viene erogata mensilmente tramite bonifico bancario o postale sul conto corrente dell’interessato. È importante fornire le coordinate bancarie corrette al momento della richiesta. La misura viene pagata per tredici mensilità all’anno e quindi viene accreditata per due volte nell’ultimo mese.
Posso richiedere l’assegno sociale se ho altre fonti di reddito?
Si può richiedere il sussidio anche se si hanno altre fonti di reddito. La stessa regola che va rispettata con la pensione di reversibilità vale anche con gli altri sussidi. È quindi importante tenere presente che il reddito totale, compresi gli altri redditi, non deve superare i limiti di stabilità dalla legge per poter beneficiare dell’assegno sociale.
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