Molto spesso i cittadini si chiedono se Assegno sociale e pensione sono compatibili e quanto influiscono le due misure l’una sull’altra. In questo approfondimento rispondiamo a questa domanda e spieghiamo come funziona (scopri le ultimissime notizie sulle pensioni sempre aggiornate. Ricevi su WhatsApp e sul canale Telegram la rassegna stampa con le ultime novità sui concorsi e sul mondo del lavoro. Resta sempre aggiornato sulla nostra pagina Facebook e Prova il nostro tool online per la ricerca di lavoro in ogni parte d’Italia. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Percepire la pensione di vecchiaia non esclude automaticamente dal diritto all’Assegno sociale. Quello che cambia è piuttosto l’importo spettante.
In presenza dei requisiti, infatti, è possibile accedere all’Assegno sociale in maniera ridotta, a seconda della pensione percepita. Questa regola però non si applica ad alcune categorie di cittadini, che invece hanno comunque diritto all’Assegno sociale in misura intera.
Indice
Assegno sociale e pensione sono compatibili?
L’Asssegno sociale, anche chiamato pensione sociale, è compatibile con la pensione di vecchiaia, ma non è sempre cumulabile in misura intera. Per averne diritto, infatti, è necessario che i titolari di altre prestazioni previdenziali o assistenziali o i percettori di pensione di guerra rientrino nei requisiti economici e anagrafici previsti dalla normativa.
In particolare, al compimento dei 67 anni si ha diritto sia alla pensione di vecchiaia sia all’Assegno sociale per chi si trova in una situazione economica disagiata. Nel 2023, il requisito economico per accedere all’Assegno corrisponde a 6.542,51 euro in caso di persone singole, mentre è pari a 13.085,02 per i coniugi.
Di conseguenza, l’importo massimo erogabile con l’Assegno sociale per 13 mensilità è di 503,27 euro al mese. A ricevere questa somma intera, però, sono solo coloro che non percepiscono altri redditi e quindi hanno un reddito pari a zero.
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Assegno sociale e pensione sono compatibili: a chi spetta
Nel paragrafo precedente abbiamo visto che Assegno sociale e pensione sono compatibili, in quanto basta rispettare una serie di requisiti per avere diritto a entrambe le prestazioni.
Ricordiamo che l’Assegno sociale è un sostegno economico erogato dall’INPS e destinato ai nuclei familiari in condizioni di povertà e con un’anzianità contributiva inferiore ai limiti indicati dalla legge.
Per accedere a questa prestazione economica bisogna presentare un’apposita domanda, ma soprattutto bisogna verificare di possedere i requisiti previsti dalla normativa. Nello specifico, nel 2023 possono ricevere l’Assegno sociale coloro che soddisfano queste condizioni:
- hanno compiuto 67 anni di età;
- sono cittadini italiani, cittadini comunitari iscritti all’anagrafe del Comune di residenza oppure extracomunitari in possesso di permesso di soggiorno di lungo periodo;
- hanno la residenza in Italia da almeno 10 anni consecutivi;
- hanno un reddito personale non superiore a 6.542,51 euro annui o un reddito da coniugato non superiore a 13.085,02 euro annui.
Scopri qual è la documentazione necessaria per ottenere l’Assegno sociale.
In base a questi requisiti, la prestazione economica spetta in misura piena solo ai disoccupati, non coniugati e con reddito pari a zero. Invece, con un reddito personale tra 0 e 6.542,51 euro si ha diritto all’importo ridotto dell’Assegno sociale.
Questo ragionamento, quindi, comprende anche chi ha maturato un reddito derivante dalla pensione di vecchiaia o di altro tipo.
Per capire a quanto ammonta la somma spettante dell’Assegno sociale bisogna tenere conto di questa formula per il 2023: (6.542,51 – reddito personale)/13.
Per esempio, un pensionato che percepisce 4.000 euro annui di pensione e non possiede altri redditi, avrebbe diritto a un Assegno sociale pari a 195,58 euro al mese per tredici mensilità. Per chi è coniugato, invece, l’Assegno si calcola sottraendo il reddito coniugale dall’Assegno sociale annuo moltiplicato per due.

Assegno sociale e pensione sono compatibili: eccezione per i contributivi puri
Nei paragrafi precedenti abbiamo spiegato che Assegno sociale e pensione sono compatibili, purché si rispettino i requisiti previsti dalla normativa per accedere all’Assegno sociale. Inoltre, abbiamo anche visto che chi percepisce trattamente pensionistici non ha diritto all’importo totale dell’Assegno, ma solo a una somma ridotta in base al reddito.
A questo proposito, specifichiamo che ai fini del calcolo dell’Assegno sociale si considerano questi redditi:
- tutti i redditi imponibili Irpef, al netto dell’imposizione fiscale e contributiva;
- i redditi esenti da imposta;
- i redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta (vincite derivanti dalla sorte, da giochi di abilità, da concorsi a premi, corrisposte dallo Stato, da persone giuridiche pubbliche e private);
- tutti i redditi soggetti ad imposta sostitutiva: interessi postali e bancari, interessi dei CCT e di ogni altro titolo di stato, interessi, premi e altri frutti;
- le obbligazioni e titoli similari, emessi da banche e società per azioni, ed altri strumenti finanziari;
- tutti i redditi dei terreni e fabbricati;
- la pensione di guerra;
- la rendita vitalizia erogata dall’Inail;
- la pensione diretta erogata da stati esteri;
- le pensioni erogate agli invalidi civili, ai ciechi civili e ai sordi;
- gli assegni alimentari corrisposti secondo norme civilistiche.
Invece, sono esclusi dal calcolo questi redditi:
- il trattamento di fine rapporto e le anticipazioni TFR;
- il reddito della casa di abitazione principale;
- tutte le competenze arretrate soggette a tassazione separata;
- le pensioni di indennità di accompagnamento per invalidi civili, ciechi civili e le indennità di comunicazione per i sordi;
- l’assegno vitalizio erogato agli ex combattenti della guerra 1915-1918;
- gli arretrati di lavoro dipendente prestato all’estero.
Tuttavia, per quanto riguarda l’ammontare dell’Assegno sociale per i pensionati esiste un’eccezione per i cosiddetti contributivi puri, ossia coloro che hanno iniziato a versare contributi dal 1° gennaio 1996, attraverso il sistema contributivo e non misto (cioè sia contributivo sia retributivo).
In questo caso, nel calcolo del reddito personale non viene conteggiata tutta la pensione, ma solo dei due terzi. Di conseguenza, un terzo della pensione viene cumulato con l’Assegno sociale, senza perciò ridurne l’importo.
Considerando l’esempio del paragrafo precedente, ossia del pensionato che percepisce 4.000 euro di pensione all’anno, immaginiamo che i contributi siano stati versati secondo il sistema contributivo. Se così fosse, per calcolare l’Assegno sociale si dovrebbero prendere in considerazione i due terzi di 4.000 euro, e cioè 2.666,66 euro.
Ne risulta che l’Assegno sociale spettante sarebbe di 298,14 euro al mese (al posto di 195,58 euro). Visto questo sistema, la platea di pensionati che ha diritto al sostegno economico diventa più ampia.
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