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Badanti quante ore libere

Scopri quante ore libere per le badanti sono previste dalla legge e cosa prevede la normativa sul tema nel settore domestico.

di Antonio Dello Iaco

Novembre 2023

Quante ore libere per le badanti? Scopriamo cosa prevede il contratto collettivo nazionale dei lavoratori domestici in materia di orario di lavoro e di riposo (scopri le ultime notizie su lavoro, disoccupazione, offerte di lavoro e concorsi attivi. Ricevi le news gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Quante ore libere per le badanti?

Il numero di ore libere a cui hanno diritto le badanti varia in base alla tipologia di contratto. A seconda che si tratti di lavoratrici conviventi o meno infatti, cambiano gli orari di riposo che il datore deve riconoscere.

Prima di entrare così nel dettaglio, vediamo cosa prevede la normativa italiana. Per legge è stabilito un monte ore massimo di lavoro pari a 40 ore settimanali e a tredici ore al giorno. Questo vuol dire che i lavoratori hanno diritto ad almeno 11 ore continuative di pausa ogni dì.

Questa regola va applicata anche nel caso in cui la badante conviva con la persona di cui si prende cura. In questo caso però, esistono anche delle deroghe che consentono una durata settimanale del contratto maggiore, oltre che un’ulteriore tutela. Se l’orario di lavoro non rientra infatti nella fascia 6.00 – 14.00, oppure in quella che va dalle ore 14.00 alle ore 22.00, il collaboratore domestico ha diritto a un ulteriore riposo.

Il contratto collettivo di settore lo individua come non inferiore alle 2 ore giornaliere. Di norma poi, questa pausa dallo svolgimento delle mansioni, viene individuato e concesso nel periodo pomeridiano.

Il riposo settimanale per le badanti

Oltre al riposo giornaliero, colf e badanti hanno diritto anche a una giornata di pausa a settimana. Questa, che varia a secondo degli accordi con il datore, generalmente cade di domenica o giovedì.

Collaboratore domestico convivente

Il collaboratore domestico convivente ha diritto ad accedere a una maggiori tutele quando si parla di riposo dal lavoro. In particolare, l’articolo 13 del contratto collettivo stabilisce che il riposo settimanale per i lavoratori conviventi sia di 36 ore.

Le prime ventiquattro vanno godute di domenica. Le altre dodici invece, possono essere richieste dal lavoratore in qualsiasi altro giorno della settimana, a patto che ci sia accordo tra le parti.

In questa giornata poi, il dipendente non può lavorare per un numero di ore superiore alla metà di quelle normalmente svolte. Ecco un esempio pratico:

Lavoratori domestici non conviventi

Per quanto riguarda i lavoratori domestici non conviventi, il discorso è diverso. Questi hanno solo il diritto al riposo settimanale di domenica. Per necessità del datore questo giorno può essere spostato e il collaboratore si può ritrovare a lavorare di domenica.

In questo caso il dipendente ha diritto a un aumento del pagamento orario del 60% rispetto alla retribuzione ordinaria stabilita.

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Se la badante durante il riposo resta a casa?

Qualora la badante convivente, durante le ore di riposo, sceglie di restare a casa, non le può essere comunque richiesto di prestare un’attività di tipo lavorativo.

Anche se non lascia l’abitazione dell’assistito infatti, il collaboratore ha diritto al recupero delle energie e a delle ore minime di relax.

Lavoro straordinario di colf e badanti: quanto si guadagna?

La normativa italiana definisce come “lavoro straordinario” lo svolgimento di mansioni che superano l’orario di lavoro pattuito dai contratti. In generale, i CCNL vedono come straordinario il lavoro oltre le quaranta ore settimanali.

Per questa tipologia di attività, il lavoratore ha diritto a una retribuzione oraria extra pari al:

È normale che tutti questi diritti vengono garantiti solo nel caso di contratti di lavoro regolari. Purtroppo però, il lavoro sommerso nel settore segna circa il 50 per cento delle prestazioni.

È proprio per questo motivo che il Governo italiano ha adottato la linea della durezza, prevedendo per il 2024 un maggior numero di controlli. Si sta valutando poi, già dagli ultimi anni, la possibilità di introdurre un salario minimo a 9 euro l’ora per le badanti.

Nuovi controlli anti evasione: parola della Meloni

L’articolo 17 della bozza della legge di bilancio 2024 introduce le “misure di contrasto all’evasione nel settore del lavoro domestico”. Tra queste vi è un importante piano per bloccare l’evasione fiscale nel settore.

L’esecutivo di centrodestra infatti mira a una forte cooperazione tra l’INPS (Istituto nazionale di previdenza sociale) e l’Agenzia delle Entrate. Tramite la “piena interoperabilità delle banche dati” dei due enti infatti, si mirerà a scovare gli irregolari.

Per le associazioni di categoria però, questa non è la strada giusta da seguire. Queste realtà infatti pensano che la via maestra sia una netta riduzione degli oneri fiscali che i datori di lavoro devono sostenere per assumere una badante.

In più è fortemente richiesto un incentivo economico per le famiglie che hanno una forte necessità di rivolgersi a badanti e baby sitter per motivi lavorativi o di salute dei propri cari.

Badanti quante ore libere
L’immagine rappresenta un orologio, simbolo di quante ore libere per le badanti

FAQ sul lavoro domestico in Italia

Qual è il valore di irregolarità nel settore domestico?

Gli ultimi dati pubblicati risalgono al 2020. Secondo le informazioni rese note dall’Istat e dall’INPS, il tasso di irregolarità nel settore domestico supera il cinquanta per cento.

In particolare, nel 2020 il valore delle irregolarità rappresentava il 51,7 per cento della totalità dei rapporti.

Come funzionerà l’incrocio delle banche dati contro l’evasione?

L’articolo 17 della bozza della manovra prevede una “piena interoperabilità” delle banche dati e dei sistemi digitali dell’Agenzia delle Entrate e dell’INPS. Questo avverrà tramite:

Qual è la posizione di Assindatcolf rispetto alle idee del Governo Meloni?

Sulle proposte avanzate dall’esecutivo di centrodestra per il settore del lavoro domestico, si è espresso anche il presidente di Assindatcolf, associazione di categoria.

A proposito, Andrea Zini ha dichiarato: «È un grave errore pensare che si possa combattere il lavoro nero nel settore domestico recuperando l’evasione di colf e badanti note all’Inps ma sconosciute al fisco, attività certamente dovuta ma che si poteva fare da più di vent’anni».

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