L’ex Bonus Renzi va restituito? In questo articolo vi spiegheremo cos’è l’ex Bonus Renzi, a chi spetta, chi deve restituirlo e per quale motivo (scopri le ultime notizie su lavoro, disoccupazione, offerte di lavoro e concorsi attivi. Ricevi le news gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Cos’è l’ex Bonus Renzi e a chi spetta?
L’ex Bonus Renzi, ora noto come trattamento integrativo o Bonus IRPEF, è un’aggiunta alla retribuzione, dal valore massimo di 100 euro al mese, viene corrisposta ai lavoratori dipendenti o ai disoccupati percettori di Naspi, Dis-Coll o indennità per disoccupati agricoli.
Nel 2023, l’ex Bonus Renzi è riconosciuto in misura intera soltanto ai lavoratori e alle lavoratrici il cui reddito personale non supera i 15.000 euro annui, se l’imposta lorda dovuta è maggiore delle detrazioni spettanti da lavoro dipendente.
L’importo in misura piena è pari a 100 euro per 12 mensilità (1.200 euro totali), che nel 2024 si ridurrà a 93,75 euro per 12 mensilità (1.125 euro).
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In quali casi l’ex Bonus Renzi va restituito?
Ma ci sono possibilità per cui l’ex Bonus Renzi vada restituito, perché non spetta? Iniziamo col dire che l’erogazione del trattamento integrativo, essendo una riduzione dell’IRPEF in busta paga, è collegata all’obbligo di pagamento dell’imposta, per questo è riconosciuto solo per redditi superiori a 8.174 euro annui (sotto questa soglia, le detrazioni annullano l’IRPEF, che non va pagata).
Mettiamo il caso che, un lavoratore abbia un reddito di 6.000 euro annui, quindi sotto la soglia degli 8.000 euro, e che nonostante questo abbia ricevuto l’ex Bonus Renzi in busta paga. Il trattamento integrativo non gli sarebbe spettato, poiché non c’è IRPEF da pagare.
Cosa succede? Che il lavoratore incapiente, ovvero che registra detrazioni IRPEF da lavoro dipendente maggiori rispetto all’imposta lorda dovuta, sarà costretto a restituirlo presentando il modello 730, a causa dell’errore del suo datore di lavoro, che gli ha erogato il trattamento integrativo, senza che questo gli spettasse.
Lo stesso discorso vale per chi ha redditi superiori a 15.000 euro, quindi oltre la soglia massima prevista dalla legge, e nonostante tutto riceve comunque il trattamento integrativo in busta paga: anche in questo caso, il lavoratore o la lavoratrice non in regola, per colpa del datore di lavoro sbadato, dovrà restituire l’integrazione nella dichiarazione dei redditi.
Ma può anche capitare, anche se è un caso molto più remoto, che ci sia stato un errore nella compilazione del modello 730.
In questi casi, la colpa della perdita dei requisiti per ricevere l’integrazione è del contribuente, all’atto della compilazione della dichiarazione dei redditi. La situazione può essere risolta o evitata affidandosi a un professionista.
Cosa sapere sull’ex Bonus Renzi?
La verifica del rispetto dei requisiti reddituali per l’erogazione dell’ex Bonus Renzi viene effettuata tramite presentazione del modello 730. Il contribuente che non è in regola con i requisiti reddituali richiesti deve provvedere alla restituzione del credito IRPEF, per la somma che è stata loro corrisposta.
Ricordiamo che, oltre la soglia dei 15.000 euro, l’agevolazione è “inglobata” dalle detrazioni fiscali sui redditi da lavoro, ad eccezione dei lavoratori che, a causa di altri sgravi fiscali, ne risulterebbero svantaggiati in caso e che, quindi, continuano a percepirlo fino al limite massimo di 28.000 euro di reddito annuo.
Il trattamento integrativo, in caso di reddito compreso tra 15.001 e 28.000 euro, aumentato dei redditi assoggettati a cedolare secca e al netto del reddito dell’abitazione principale, spetta solo se la somma di alcune detrazioni è superiore all’imposta dovuta. In questo caso il contribuente riceverà l’ex Bonus Renzi, ma con un importo inferiore, pari alla differenza tra somma delle detrazioni e imposta lorda.
Chi deve restituire l’ex Bonus Renzi: le detrazioni da considerare
Le detrazioni da considerare, affinché si possa stabilire chi dovrà restituire il trattamento integrativo, sono le seguenti:
- detrazioni per carichi di famiglia;
- detrazioni per lavoro dipendente e assimilati;
- detrazioni per interessi passivi su prestiti o mutui agrari;
- detrazioni per interessi passivi su mutui contratti per l’acquisto o la costruzione dell’unità immobiliare da adibire ad abitazione principale;
- detrazioni per spese sanitarie superiori a 15.493,71 euro, per l’acquisto di veicoli per persone con disabilità e spese per l’acquisto di cani guida;
- detrazioni per spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici e rateizzate alla medesima data;
- tutte le detrazioni previste da altre disposizioni normative relative a spese sostenute fino al 31 dicembre 2022 e rateizzate alla medesima data. Parliamo delle rate residue derivanti dalle detrazioni spettanti per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2022 per:
a. interventi ammessi al Sisma bonus;
b. interventi ammessi al Bonus verde;
c. interventi finalizzati al recupero o al restauro delle facciate degli edifici esistenti (Bonus facciate);
d. interventi di acquisto e posa in opera di infrastrutture di ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica;
e. spese per l’arredo degli immobili ristrutturati (Bonus mobili);
f. spese per l’arredo degli immobili giovani coppie;
g. spese per acquisto abitazione classe energetica A o B;
h. spese per interventi finalizzati al risparmio energetico (Ecobonus);
i. Superbonus;
j. spese per il riscatto di periodi non coperti da contribuzione (pace contributiva).
Nel reddito da considerare ai fini dell’erogazione del trattamento integrativo sono comprese:
- le somme esenti dall’IRPEF previste per i ricercatori, i docenti universitari e gli impatriati;
- i redditi da locazione tassati con la cedolare secca.

Faq sull’ex Bonus Renzi
Quando verrà pagato l’ex Bonus Renzi a novembre 2023?
Il pagamento dell’ex Bonus Renzi arriverà nella seconda metà di novembre 2023 per i titolari di Naspi e a fine mese sullo stipendio per i dipendenti che ne hanno diritto.
Come controllare le date di pagamento dell’ex Bonus Renzi?
Le date di pagamento del trattamento integrativo si controllano sul fascicolo previdenziale del cittadino:
- Accedi alla pagina del fascicolo previdenziale sul sito dell’INPS;
- Clicca sull’opzione “Utilizza lo strumento” nell’angolo in alto a destra;
- Effettua l’accesso attraverso SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), CIE (Carta d’Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi);
- Seleziona “Prestazioni” dal menu laterale;
- Clicca su su “Pagamenti“;
- Individua la prestazione e l’anno di riferimento (Trattamento integrativo del 2023 nel caso in questione);
- Verifica la presenza di disposizioni di pagamento relative alla Naspi o al Trattamento integrativo di settembre 2023.
- Nella disposizione di pagamento, sarà visibile l’importo e la data effettiva di versamento da parte dell’INPS (se già pubblicata).
Come controllare l’avvenuta erogazione dell’ex Bonus Renzi in busta paga?
Il pagamento dell’ex Bonus Renzi in busta paga si controlla tramite il cedolino dello stipendio alla voce “Trattamento integrativo L. 21/2020“. I dipendenti pubblici consultano la busta paga online, come spiegato nel nostro articolo su come scaricare la busta paga dal sito NoiPA.
L’ex Bonus Renzi spetta anche ai disoccupati percettori di Naspi?
Certo, spetta anche a loro. L’accredito avviene sul conto corrente della Naspi per i disoccupati e sullo stipendio per i lavoratori.
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