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Categorie protette: chiamata diretta

Categorie protette e assunzione con chiamata diretta: chi fa parte delle categorie protette e come funziona con le assunzioni? Scopri tutto qui.

di Carmine Roca

Settembre 2023

In questo approfondimento vi parleremo di categorie protette e assunzione con chiamata diretta (scopri le ultime notizie su lavoro, disoccupazione, offerte di lavoro e concorsi attivi. Ricevi le news gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Cosa si intende per categorie protette?

In molti nostri approfondimenti su Lavoro e Pensioni, The Wam e Invalidità e Diritti vi abbiamo parlato di categorie protette e di collocamento mirato.

Con il termine “protette” intendiamo quelle categorie di lavoratori e lavoratrici tutelate dalla legge 68 del 1999 (“Norme per il diritto al lavoro dei disabili”), con l’inserimento e l’integrazione lavorativa delle persone con disabilità nel mondo del lavoro, attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato.

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Chi fa parte delle categorie protette?

Secondo l’articolo 1 della legge 68 del 1999 rientrano nelle categorie protette:

La legge 68/99 tutela anche le seguenti categorie di persone (articolo 18):

Ricordiamo che, gli orfani e i figli dei grandi invalidi per causa di guerra, di servizio e di lavoro possono iscriversi negli elenchi del collocamento mirato (o obbligatorio) soltanto se, al momento della morte del genitore oppure al momento in cui questi è stato dichiarato inabile al lavoro, erano minorenni o di età inferiore a 21 anni, se studenti di scuola media superiore, oppure di 26 anni, purché studenti universitari a carico (Art. 1 comma 3 del D.P.R. n. 333/2000).

Categorie protette e assunzione con chiamata diretta

Una volta iscritti al centro per l’impiego del comune di residenza (o di fuori provincia), le categorie protette hanno diritto al collocamento mirato, ovvero a quella serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare in modo adeguato le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nella posizione lavorativa adatta.

E qui arriviamo a una delle due modalità di assunzione delle categorie protette, tramite collocamento mirato: l’assunzione con chiamata diretta.

Questa possibilità è consentita ai datori di lavoro del settore privato, che hanno l’obbligo di assumere lavoratori appartenenti alle categorie private, in questo numero:

L’assunzione a chiamata diretta avviene tramite richiesta nominativa di avviamento agli uffici competenti (centri per l’impiego).

La richiesta può essere preceduta da una preselezione delle persone di cui all’articolo 18 della legge 68 del 1999, che possono aderire all’offerta di lavoro sulla base delle proprie qualifiche e competenze e secondo le modalità concordate dagli uffici con il datore di lavoro.

Categorie protette e assunzione con procedura selettiva

I datori di lavoro pubblici, invece, assumono mediante procedure selettive concorsuali.

Per le qualifiche e i profili per cui è richiesta la scuola dell’obbligo, mediante l’avviamento a selezione come previsto dalla normativa vigente (articolo 7, comma 9, del DPR del n. 333/2000).

L’assunzione per chiamata diretta nominativa vale sempre per le seguenti categorie:

Categorie protette e assunzione con chiamata diretta
Categorie protette e assunzione con chiamata diretta: in foto un datore di lavoro assume un lavoratore appartenente alle categorie protette.

Faq su categorie protette e collocamento mirato

È possibile rinunciare al collocamento mirato?

Sì, è possibile fare rinuncia al collocamento mirato. Il collocamento mirato, infatti, non è un obbligo ma un’opportunità per il lavoratore disabile. Non essendo un obbligo, hai la possibilità di iscriverti e di cancellarti dal collocamento mirato in qualsiasi momento, senza alcun tipo di problema ma rinunciando, ovviamente, a tutti i diritti ad esso collegati.

Perché iscriversi alle categorie protette potrebbe avere degli svantaggi?

Molti si lamentano per la poca tutela della privacy. Nonostante la normativa sulle categorie protette, il GDPR europeo e tutti gli altri provvedimenti nazionali in materia tutelino la privacy e i dati personali degli utenti, chi ha disabilità viene spesso sottoposto al giudizio di colleghi e superiori. Questo accade perché, nonostante i lavoratori non siano tenuti a comunicare la propria appartenenza alle categorie protette, avendo delle tutele particolari, svolgono orari ridotti rispetto agli colleghi oppure beneficiano di congedi lavorativi (come i tre giorni di permesso retribuito).

Le categorie protette possono essere licenziate?

Le persone appartenenti alle categorie protette godono di una certa protezione dal licenziamento. Tuttavia, se l’azienda ha una valida ragione economica o organizzativa per procedere, anche i dipendenti delle categorie protette possono essere licenziati. In questo caso vengono offerti loro degli adeguati strumenti di supporto per la ricerca di un nuovo impiego.

Quante categorie protette devono essere assunte al Ministero dell’Istruzione e del Merito?

Ogni anno i vari enti pubblici redigono un piano con le persone appartenenti alle categorie protette che bisogna assumere, per rispettare le normative vigenti.

Stando agli ultimi dati pubblicati, che sono aggiornati al 31 dicembre 2022, il quadro del Ministero è il seguente:

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