Categorie protette per ansia sociale: chi soffre di questo disturbo può rientrare nelle categorie protette? Ecco cosa dice la normativa (scopri le ultime notizie su lavoro, disoccupazione, offerte di lavoro e concorsi attivi. Ricevi le news gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Cos’è l’ansia sociale?
Per ansia sociale si intende quel disturbo che provoca una condizione di disagio e paura quando l’individuo si trova in situazioni sociali, per timore di essere giudicato dagli altri, di mostrarsi imbarazzato e di essere umiliato di fronte agli altri.
Chi soffre di ansia sociale si ritrova a dover convivere con attacchi di panico, con una paura improvvisa generata senza alcun motivo apparente. Si passa da un intorpidimento di mani e piedi e tremori, a nausea, capogiri e svenimenti, fino ad arrivare a battiti del cuore accelerati e difficoltà respiratorie.
Solitamente gli attacchi di panico durano una ventina di minuti. Quando si presentano a cadenza regolare, per almeno un mese, si parla di “disturbo di panico”, con attacchi frequenti, che influenza la vita di chi ne soffre, dalle relazioni sociali alla carriera lavorativa.
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Attacchi di panico e invalidità civile: le tabelle dell’INPS
Ma chi soffre di attacchi di panico può essere riconosciuto invalido civile? Tabelle INPS alla mano, il disturbo di panico prevede una riduzione della capacità lavorativa compresa tra il 15 e il 35%, se associato all’agorafobia (la paura degli spazi aperti o di trovarsi in pubblico).
Gli attacchi di panico possono comportare altri disturbi d’ansia, che prevedono diverse percentuali d’invalidità:
- sindrome depressiva endoreattiva lieve: 10% d’invalidità;
- sindrome depressiva endoreattiva media: 25% d’invalidità;
- sindrome depressiva endoreattiva grave: dal 31% al 40% d’invalidità;
- sindrome depressiva endogena lieve: 30% d’invalidità;
- sindrome depressiva endogena media: dal 41% al 50% d’invalidità;
- sindrome depressiva endogena grave: dal 71% all’80% d’invalidità;
- nevrosi fobico ossessiva e/o ipocondriaca di media entità: dal 21% al 30% d’invalidità;
- nevrosi fobico ossessiva lieve: 15% d’invalidità;
- nevrosi fobico ossessiva grave: dal 41% al 50% d’invalidità;
- nevrosi ansiosa: 15% d’invalidità;
- psicosi ossessiva: dal 71% all’80%. d’invalidità.
Quindi, solo in alcuni casi, in quelli più gravi, l’ansia sociale, se associata ad altri disturbi gravi, potrebbe consentire a chi ne soffre di accedere alle categorie protette.
Chi sono le categorie protette?
Appartengono alle categorie protette coloro che, a causa di problemi di salute, menomazioni o handicap rischiano di avere problemi in campo lavorativo.
L’articolo 1 della legge 68 del 1999 riconosce come categorie protette:
- le persone affette da minorazioni psichiche, fisiche e sensoriali o con handicap intellettivo, con una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%;
- le persone invalide del lavoro con una percentuale di invalidità superiore al 33%;
- le persone non vedenti e sordomute;
- le persone invalide di guerra, invalide civili di guerra o per causa di servizio.
L’articolo 18 della suddetta legge, invece, inserisce nelle categorie protette anche:
- gli orfani e i coniugi delle vittime del lavoro, di guerra o di servizio nelle pubbliche amministrazioni;
- i coniugi e i figli di soggetti riconosciuti come grandi invalidi di guerra, di servizio e del lavoro;
- gli orfani e i coniugi delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata (legge numero 407 del 1998);
- i profughi italiani rimpatriati con status riconosciuto ai sensi della legge numero 763 del 26 dicembre 1981.
Categorie protette per ansia sociale: quando è possibile?
Dunque, come visto, per rientrare nelle categorie protette occorre essere stati riconosciuti invalidi civili con una percentuale pari o superiore al 45% o essere invalidi del lavoro con una percentuale pari o superiore al 33%.
Rientrano nelle categorie protette quei lavoratori o quelle lavoratrici a cui è stata riconosciuta:
- sindrome depressiva endogena media (dal 45% al 50% d’invalidità);
- sindrome depressiva endogena grave (dal 71% all’80% d’invalidità);
- nevrosi fobico ossessiva grave (dal 45% al 50% d’invalidità);
- psicosi ossessiva (dal 71% all’80%. d’invalidità).
In tutti gli altri casi, anche se riconosciuti sofferenti di attacchi di panico, considerata la percentuale di invalidità inferiore al 45%, non si ha diritto a rientrare nelle categorie protette.
Per richiedere il riconoscimento dell’invalidità e dell’handicap per disturbi di ansia, bisogna innanzitutto richiedere al proprio medico curante o a un medico convenzionato col Servizio Sanitario Nazionale, il certificato medico introduttivo (certificato SS3). Successivamente è necessario inviare all’INPS la domanda d’invalidità.

Faq sulle categorie protette
Categorie protette e lavoro domenicale: ci sono esoneri?
Chi appartiene alle categorie protette non ha diritto a nessun esonero in materia di orario di lavoro. La normativa italiana infatti non prevede nessun particolarismo per chi è iscritto a questi elenchi. Nella definizione di categorie protette non rientrano solo i disabili gravi ma anche altre tipologie di lavoratori e lavoratrici che possono svolgere le proprie mansioni di domenica e nei giorni festivi senza alcuna difficoltà.
Come funzionano le quote di riserva per categorie protette?
Secondo la legge numero 68, i datori di lavoro e le aziende pubbliche e private hanno l’obbligo di riservare assunzioni per le categorie protette, secondo le quote di riserva.
Le quote di riserva sono pari a:
- un lavoratore disabile per le aziende con più di 15 dipendenti
- due lavoratori disabili per le aziende con più di 35 dipendenti;
- il 7% dei lavoratori occupati per aziende con più di 50 dipendenti.
Un’altra quota di riserva è destinata ai soggetti non disabili, ma appartenenti alle categorie protette perché in situazioni di svantaggio o disagio sociale:
- un 1 lavoratore per le aziende con un numero di dipendenti compreso tra 51 e 150;
- l’1% per le aziende con più di 150 dipendenti.
Quali sono i tipi di contratto di lavoro per categorie protette
Il contratto di lavoro per le categorie protette è uguale alla stipula di un normale documento di inizio di un rapporto lavorativo tra un dipendente e un datore. In particolare, i contratti possono essere:
- di stage;
- a tempo determinato diretto della durata di 6 mesi;
- in somministrazione con durata minima di 12 mesi;
- di staff leasing;
- a tempo indeterminato;
- tramite cooperative sociali di tipo B.
Quali sono i diritti delle categorie protette nei concorsi pubblici?
Le categorie protette possono beneficiare di priorità nell’assunzione per determinati posti di lavoro pubblico. Questo significa che, in presenza di condizioni paritarie tra i candidati, colui che appartiene a questi elenchi può essere preferito per l’assunzione. Ci sono poi una serie di concorsi pubblici dedicati solo alle categorie protette o che comunque prevedono una riserva di posti per queste persone.
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