Se ho un’invalidità riconosciuta dall’INPS posso andare in pensione prima? Scopri quando vanno in pensione le categorie protette in base alle varie misure previste dal sistema italiano e alle agevolazioni previdenziali (scopri le ultime notizie su lavoro, disoccupazione, offerte di lavoro e concorsi attivi. Ricevi le news gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Quando vanno in pensione le categorie protette: tutte le possibilità
Chi appartiene alla categorie protette può beneficiare di alcune agevolazioni sul pensionamento previste dalla legge numero 68 del 1999. Chiariamo subito che si tratta degli stessi piani previdenziali di cui hanno diritto i titolari di invalidità civile.
I piani prepensionistici a cui i disabili possono accedere li abbiamo riassunti in questa tabella e meglio analizzati singolarmente nei prossimi paragrafi:
Misura di accesso al prepensionamento | Requisiti da rispettare | Calcolo Importo | Procedura di Richiesta |
---|---|---|---|
Pensione di Inabilità Lavorativa | – 100% di invalidità riconosciuta dall’INPS; – Stato di impossibilità assoluta e permanente al lavoro; – Almeno 5 anni di contributi, di cui 3 nell’ultimo quinquennio; – Età tra 18 e 67 anni; – essere lavoratori dipendenti del settore privato o lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali INPS o lavoratori iscritti alla gestione separata INPS. | – Importo determinato con sistema di calcolo misto o contributivo. | – Presentare domanda online tramite il portale dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. |
Pensione Anticipata di Vecchiaia | – Almeno 80% di invalidità; – Almeno 20 anni di contributi; – Categorie protette dipendenti del settore privato iscritte all’AGO; – Limiti anagrafici: 61 anni per cittadini, 56 anni per cittadine; | ||
Contributi Figurativi (Maggiorazione Contributiva) | – Massimo 5 anni di contribuzione figurativa; – Accessibile a lavoratori sordomuti, invalidi civili (con invalidità >74%), invalidi di guerra, invalidi per causa di servizio nel pubblico impiego. | Due mesi di contribuzione figurativa per ogni anno di lavoro effettivamente svolto | Automaticamente riconosciuti |
Ape Sociale per caregiver e gruppi protetti | – Almeno 63 anni; – Tra 30 e 36 anni di contributi (a seconda della tipologia); – Accessibile a chi è in stato di disoccupazione, assiste persone con disabilità, ha riduzione capacità lavorativa >74%, o lavoratori con professioni gravose. | – Inoltrare domanda online tramite il portale INPS. |
Quando si va in pensione con la pensione di inabilità?
Analizziamo la prima misura dell’elenco precedente: la pensione di inabilità lavorativa. Questo piano spetta a chi ha:
- il 100 per cento di invalidità riconosciuta dall’ente previdenziale;
- ha ottenuto il riconoscimento dello stato di impossibilità assoluta e permanente a svolgere qualsiasi attività lavorativa;
- rispetta i requisiti contributivi minimi fissati ad almeno cinque anni di contributi di cui tre versati nell’ultimo quinquennio;
- tra i 18 e i 67 anni;
- appartiene alle categorie lavorative previste:
- lavoratori dipendenti del settore privato;
- lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali INPS (commercianti, artigiani e coltivatori diretti);
- lavoratori iscritti alla gestione separata INPS.
Come funziona la pensione di invalidità e come richiederla
La pensione di invalidità viene versata a partire dal dal 1° giorno del mese successivo a quello dell’invio della domanda. Non è possibile stabilire in modo universale l’importo dell’assegno.
Il valore di questa misura infatti, viene determinato o con il sistema di calcolo misto o con quello contributivo, se il lavoratore ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995.
Per richiedere la pensione di invalidità bisogna presentare un’apposita domanda online, tramite il portale ufficiale dell’INPS.
Dopo aver eseguito l’accesso alla piattaforma tramite una delle identità digitali riconosciute dalla Pubblica Amministrazione come Spid, Cie o Cns, dovrai compilare i campi richiesti e allegare la certificazione medica che è rappresentata dal modulo SS3 compilato e inviato dal medico curante.
Se dovessi riscontrare difficoltà puoi sempre rivolgerti a un patronato territoriale o chiedere aiuto al Contact Center ai numeri:
- 803 164 gratuito da rete fissa;
- 06 164 164 da rete mobile.
Pensione anticipata di vecchiaia per le categorie protette: come funziona?
Parlando di pensione anticipata di vecchiaia per chi è iscritto negli elenchi delle categorie protette, spieghiamo subito i requisiti da rispettare:
- avere un’invalidità riconosciuta di almeno l’80 per cento;
- aver versato almeno 20 anni di contributi;
- chi rientra tra i gruppi protetti dipendenti del settore privato iscritte all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) e ai fondi di previdenza sostitutivi dell’AGO;
- rientrare nei limiti anagrafici previsti:
- 61 anni in caso di cittadini;
- 56 anni in caso di cittadine.
I lavoratori e le lavoratrici dipendenti della Pubblica Amministrazione non possono quindi accedere alla pensione anticipata di vecchiaia.
I contributi figurativi per la pensione delle categorie protette: di cosa si tratta
Chi appartiene alle categorie protette può accedere a un’altra agevolazione è quella dei contributi figurativi, meglio conosciuta come maggiorazione contributiva.
L’agevolazione, che si ottiene in automatico senza presentare alcuna domanda, prevede il riconoscimento di due mesi di contribuzione figurativa per ogni anno di lavoro effettivamente svolto. Questa contribuzione figurativa è riconosciuta fino a un massimo di 5 anni ed è utile ai fini pensionistici. Possono accedere al beneficio:
- i lavoratori sordomuti;
- gli invalidi civili a cui è stata riconosciuta un’invalidità superiore al 74%;
- gli invalidi di guerra;
- gli invalidi per causa di servizio nel rapporto del pubblico impiego con le Pubbliche Amministrazioni statali o con gli Enti locali.
Ape Sociale per caregiver e categorie protette
Un’altra misura a cui possono accedere gli iscritti alle categorie protette è l’Ape Sociale. Questo programma consente il prepensionamento per chi ha:
- almeno 63 anni compiuti;
- tra i 30 e i 36 anni di contributi (a seconda della tipologia di aventi diritto).
Hanno diritto all’Ape Sociale:
- chi si trova in stato di disoccupazione a causa della fine del rapporto lavorativo:
- per licenziamento, anche collettivo;
- per dimissioni per giusta causa;
- per risoluzione consensuale;
- per scadenza del termine del rapporto di lavoro a tempo determinato a condizione che abbiano avuto, nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto, periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi hanno concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione loro spettante e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
- coloro che assistono da almeno sei mesi:
- il coniuge o un parente di primo grado convivente con disabilità riconosciuta dall’articolo 3 comma 3 della legge 104;
- un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona disabile abbiano almeno 70 anni oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti, e hanno un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
- coloro che hanno ottenuto il riconoscimento della riduzione della capacità lavorativa superiore o uguale al 74 per cento e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
- i lavoratori dipendenti in possesso di almeno 36 anni di anzianità contributiva e che abbiano svolto, da almeno sette anni negli ultimi dieci oppure almeno sei anni negli ultimi sette, una o più delle professioni definite gravose dalla legge 234/2021:
- professori di scuola primaria, pre-primaria e professioni assimilate;
- tecnici della salute;
- addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate;
- professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali;
- operatori della cura estetica;
- professioni qualificate nei servizi personali e assimilati;
- artigiani, operai specializzati e agricoltori;
- conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali;
- operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli;
- conduttori di forni ed altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati;
- conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta;
- operatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimica;
- conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque;
- conduttori di mulini e impastatrici;
- conduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali;
- operai semi qualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio;
- operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare;
- conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento;
- personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci;
- personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli;
- portantini e professioni assimilate;
- professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca;
- professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni.
Per accedere all’Ape Sociale è necessario inoltrare un’apposita domanda online tramite la piattaforma INPS.
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FAQ sulle categorie protette
Quali sono le categorie protette?
Non rientrano in questi elenchi solo i disabili ma una vaste categorie di cittadini e cittadine come:
- le persone affette da:
- minorazioni psichiche, fisiche e sensoriali;
- handicap intellettivo
- che comportano una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45 per cento;
- gli invalidi del lavoro che hanno un grado di invalidità superiore al 33 per cento;
- i non vedenti e i sordomuti;
- gli invalidi di guerra, gli invalidi civili di guerra e gli invalidi per servizio;
- le vittime del terrorismo, i coniugi e gli orfani di chi è morto per causa:
- lavorativa;
- di guerra;
- di servizio;
- per l’aggravarsi dell’invalidità derivante dai motivi già espressi.

Diritti disabili Italia: come ottenere il riconoscimento di categoria protetta?
Per rientrare negli elenchi delle categorie protette, bisogna seguire uno specifico procedimento, ben definito dalla normativa. Dopo aver preso un appuntamento presso un Centro per l’Impiego del tuo territorio, dovrai compilare alcuni documenti che attestino di:
- avere un’età superiore ai 15 anni;
- non essere in età pensionabile;
- essere in stato di disoccupazione;
- possedere la percentuale di invalidità richiesta dalla legge.
Quanti disabili bisogna assumere in base al numero di dipendenti?
Le imprese e le Pubbliche Amministrazioni devono rispettare delle normative ben definite sul numero di disabili da assumere in base al totale dei lavoratori sotto contratto. Bisogna reclutare:
- almeno un lavoratore disabile, per le realtà che hanno dai 15 ai 35 dipendenti;
- almeno due lavoratori disabili, per le aziende che rientrano nella fascia tra i 36 e i 50 dipendenti;
- lavoratori disabili pari al 7 per cento dei posti di lavoro, per chi ha oltre 50 persone sotto contratto.
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