In questo approfondimento vi parleremo di categorie protette e ufficio di collocamento: ecco cosa sapere (scopri le ultime notizie su lavoro, disoccupazione, offerte di lavoro e concorsi attivi. Ricevi le news gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Chi sono le categorie protette?
Con la legge numero 68 del 1999 sono state introdotte le categorie protette, ovvero coloro che, a causa di disabilità, menomazioni o situazioni familiari difficili, necessitano di aiuti e tutele in ambito lavorativo.
Gli articoli 1 e 18 elencano tutti gli appartenenti alle categorie protette.
L’articolo 1 della legge 68 del 1999 riconosce come categorie protette:
- le persone affette da minorazioni psichiche, fisiche e sensoriali o con handicap intellettivo, con una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%;
- le persone invalide del lavoro con una percentuale di invalidità superiore al 33%;
- le persone non vedenti e sordomute;
- le persone invalide di guerra, invalide civili di guerra o per causa di servizio.
L’articolo 18 della legge 68 del 1999, invece, inserisce nelle categorie protette anche:
- gli orfani e i coniugi delle vittime del lavoro, di guerra o di servizio nelle pubbliche amministrazioni;
- i coniugi e i figli di soggetti riconosciuti come grandi invalidi di guerra, di servizio e del lavoro;
- gli orfani e i coniugi delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata (legge numero 407 del 1998);
- i profughi italiani rimpatriati con status riconosciuto ai sensi della legge numero 763 del 26 dicembre 1981;
- fratelli e sorelle qualora unici superstiti di vittime del dovere e del terrorismo e criminalità organizzata solo se conviventi e a carico
- testimoni di giustizia (articolo 7 del decreto legge numero 101 del 2013 convertito con modificazioni dalla legge numero 125 del 2013 e DM numero 204 del 2014);
- orfani del disastro dell’Hotel Rigopiano (legge numero 12 del 2019);
- medici, operatori sanitari, infermieri, farmacisti, operatori sanitari e socio-sanitari, lavoratori delle strutture sanitarie e socio-sanitarie impegnati nelle azioni di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 che durante lo stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri il 31 gennaio 2020, che abbiano contratto, in conseguenza dell’attività di servizio prestata, una patologia alla quale sia conseguita la morte o un’invalidità permanente per effetto, diretto o come concausa, del contagio da COVID-19 e loro coniugi e figli superstiti, fratelli e sorelle qualora unici superstiti solo se conviventi e a carico, in alternativa all’avente diritto a titolo principale.
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Categorie protette e ufficio di collocamento: come iscriversi?
Chi rientra nelle categorie protette ha diritto alle misure di sostegno e di collocamento mirato, per un inserimento lavorativo più agevolato.
Per iscriversi al collocamento mirato è necessario recarsi presso il centro per l’impiego della propria provincia di residenza con la documentazione necessaria, a seconda della condizione di salute.
La percentuale di invalidità è riconosciuta e stabilita da una commissione sanitaria dell’Asl (integrata da un medico dell’INPS), al termine della visita di controllo, effettuata in seguito alla domanda presentata dall’interessato entro 90 giorni dal rilascio del certificato medico introduttivo, da parte del proprio medico curante.
Per iscriversi al collocamento mirato è necessario:
- avere compiuto almeno 16 anni (i minori di 16 anni devono avere assolto l’obbligo scolastico) e non aver raggiunto l’età pensionabile;
- essere disoccupato/a o comunque privo/a di un lavoro il cui reddito annuale non sia superiore al reddito minimo personale escluso da imposizione fiscale, pari a 8.174 euro per lavoro dipendente e assimilato, o 5.500 euro per lavoro autonomo;
- essere immediatamente disponibile al lavoro.
Possono iscriversi al Collocamento mirato solo se disoccupati:
- gli orfani e i vedovi del servizio;
- gli orfani e i vedovi di guerra;
- gli orfani e i vedovi equiparati con genitore o coniuge riconosciuto grande invalido per motivi di lavoro, di servizio o di guerra beneficiari di pensione privilegiata di 1° categoria. I figli ed il coniuge delle persone riconosciute grandi invalide per causa di guerra, di servizio e di lavoro possono iscriversi solo se, al momento della morte del genitore oppure al momento in cui lo stesso è stato riconosciuto permanentemente inabile a qualsiasi attività lavorativa, erano minorenni o di età inferiore a 26 anni se studenti universitari a carico.
- orfani per crimini domestici (articolo 6 della legge 4 del 2018);
- profughi italiani rimpatriati;
- care leavers (decreto legge numero 34 del 2020 e Nota Ministero del Lavoro numero 683 del 2021).
Categorie protette e ufficio di collocamento: quali documenti presentare?
Al momento dell’iscrizione al collocamento mirato è necessario presentare un’apposita documentazione. I documenti variano a seconda della condizione per la quale si rientra nelle categorie protette:
- gli invalidi civili e le persone sordomute devono consegnare il verbale di invalidità civile rilasciato dall’ufficio invalidi civili del distretto ASL, con una percentuale pari o superiore al 46%;
- gli invalidi del lavoro devono avere a disposizione il verbale di invalidità rilasciato dall’INAIL, con percentuale pari o superiore al 33%;
- le persone non vedenti devono portare il verbale che attesta riconoscimento di cecità assoluta o con residuo visivo non superiore ad un decimo ad entrambi gli occhi rilasciato dalla competente commissione ASL;
- gli invalidi civili di guerra o per servizio hanno bisogno del certificato che attesta una minorazione ascritta dalla prima all’ottava categoria di cui alle tabelle annesse al testo unico delle norme in materia di pensioni di guerra, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1978, n. 915, e successive modificazioni rilasciato dal comando o dell’amministrazione di appartenenza;
- gli invalidi di guerra devono presentare il certificato che attesta una minorazione ascritta dalla prima all’ottava categoria rilasciato dalla commissione medica militare o certificato comprovante la presenza negli appositi elenchi della prefettura;
- le vittime del terrorismo, della criminalità organizzata e del dovere hanno bisogno del certificato rilasciato dal Ministero dell’Interno o dal Prefetto territorialmente competente delegato, che attesta l’appartenenza alla categoria.
Categorie protette e quote di riserva: come funzionano?
Chi appartiene alle categorie protette rientra nelle quote di riserva. Ogni datore di lavoro, pubblico o privato, ha l’obbligo (tranne in alcuni casi) di assumere una quota di categorie protette, in questa misura:
- il 7% dei lavoratori occupati in aziende o strutture pubbliche con più di 50 dipendenti;
- due lavoratori per aziende che hanno tra 36 e 50 dipendenti;
- un lavoratore per aziende che hanno tra 15 e 35 dipendenti.
L’assunzione può essere per chiamata nominativa o numerica. La chiamata nominativa è particolarmente utilizzata nel settore privato; nel settore pubblico vige il sistema di chiamata numerica.

Faq sulle categorie protette
È possibile rinunciare al collocamento mirato?
Sì, è possibile fare rinuncia al collocamento mirato. Il collocamento mirato, infatti, non è un obbligo ma un’opportunità per il lavoratore disabile. Non essendo un obbligo, hai la possibilità di iscriverti e di cancellarti dal collocamento mirato in qualsiasi momento, senza alcun tipo di problema ma rinunciando, ovviamente, a tutti i diritti ad esso collegati.
Quali sono i tipi di contratto di lavoro per categorie protette
Il contratto di lavoro per le categorie protette è uguale alla stipula di un normale documento di inizio di un rapporto lavorativo tra un dipendente e un datore. In particolare, i contratti possono essere:
- di stage;
- a tempo determinato diretto della durata di 6 mesi;
- in somministrazione con durata minima di 12 mesi;
- di staff leasing;
- a tempo indeterminato;
- tramite cooperative sociali di tipo B.
Categorie protette e lavoro domenicale: ci sono esoneri?
Chi appartiene alle categorie protette non ha diritto a nessun esonero in materia di orario di lavoro. La normativa italiana infatti non prevede nessun particolarismo per chi è iscritto a questi elenchi. Nella definizione di categorie protette non rientrano solo i disabili gravi ma anche altre tipologie di lavoratori e lavoratrici che possono svolgere le proprie mansioni di domenica e nei giorni festivi senza alcuna difficoltà.
Cosa cambia nel 2024 per le categorie protette che percepiscono il Reddito di cittadinanza?
In attesa dell’entrata in vigore dell’Assegno di inclusione per persone disabili, è possibile ancora richiedere categorie protette e Reddito di cittadinanza. In sostanza, non cambia nulla per le persone appartenenti alle categorie protette, e quindi con invalidità, nel 2023. Tuttavia, per presentare domanda per il Rdc, devi avere una percentuale di invalidità non inferiore al 56% se sei invalido civile e non inferiore al 35% se sei invalido sul lavoro. Per richiedere il Reddito di cittadinanza con invalidità civile, devi essere disabile ai fini della dichiarazione ISEE.
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