privacy
Home / Lavoro » Lavoro e disabilità / Categorie protette vista
×
Lavoro e Pensioni
×
icona-ricerca

Categorie protette vista

Categorie protette e vista: anche i non vedenti possono rientrare nelle categorie protette? E con quale disabilità? Ecco come funzionano iscrizione e assunzione.

di Carmine Roca

Ottobre 2023

In questo approfondimento vi parleremo di categorie protette e vista (scopri le ultime notizie su lavoro, disoccupazione, offerte di lavoro e concorsi attivi. Ricevi le news gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Categorie protette: chi sono?

L’articolo 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea vieta “qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale.

Sulla base di questa direttiva, l’Italia, con la legge numero 68 del 1999, ha introdotto il concetto di “categorie protette”. Vi rientrano tutti o tutte coloro che, a causa di disabilità, invalidità psico-fisiche o patologie gravi, potrebbero avere problemi dal punto di vista della ricerca di un posto di lavoro o dell’integrazione sul luogo di lavoro.

Entra nella community, informati e fai le tue domande su YouTube e Instagram.

Categorie protette e vista

Tra gli appartenenti alle categorie protette figurano anche le persone non vedenti.

L’articolo 1 della legge 68 del 1999 stabilisce che le persone non vedenti appartenenti alle categorie protette sono quelle colpite da cecità assoluta o con un residuo visivo non superiore ad un decimo ad entrambi gli occhi, anche con correzione di lenti.

Mentre l’ipovisione indica una riduzione della capacità visiva, la cecità indica l’assenza totale di visione.

L’ipovisione varia a seconda della severità e può essere categorizzata come:

Oltre alle persone non vedenti, l’articolo 1 della legge 68 del 1999 tutela anche:

Mentre l’articolo 18 inserisce nelle categorie protette:

Categorie protette e vista: il certificato

Per iscriversi alle categorie protette è necessario ottenere il certificato che attesti l’invalidità. L’interessato deve rivolgersi al suo medico di base, che gli rilascerà un certificato introduttivo sul quale sono segnati natura e sintomi della disabilità.

La domanda può essere inoltrata telematicamente all’INPS oppure tramite un patronato o un CAF. Sarà l’INPS a convocare l’interessato per la visita medica. L’esito, ricevuto tramite verbale sul sito dell’INPS e, successivamente, via raccomandata, attesta la percentuale di invalidità (ove riconosciuta) e il livello di agibilità al lavoro.

Alle persone non vedenti, è richiesto il verbale che attesta il riconoscimento di cecità assoluta o con residuo visivo non superiore ad un decimo ad entrambi gli occhi, rilasciato dalla competente commissione ASL.

Categorie protette e vista: come iscriversi

Ottenuto il certificato che attesta la cecità assoluta o il residuo visivo non superiore a un decimo, l’interessato potrà recarsi presso il centro per l’impiego, iscriversi e rientrare in una graduatoria per il collocamento mirato, se in possesso di questi requisiti:

Categorie protette e vista: le quote di riserva

Le categorie protette rientrano nelle quote di riserva, una misura di inclusione sociale che prevede l’obbligo per i datori di lavoro e per le imprese di riservare un numero di posti alle categorie protette, secondo questa proporzione:

Categorie protette e vista: come avviene l’assunzione?

L’assunzione delle categorie protette può avvenire tramite assunzione diretta oppure affidandosi a enti terzi come le cooperative sociali o le Agenzie per il lavoro.

Le categorie protette possono sottoscrivere questi tipi di contratto:

Categorie protette e vista
Categorie protette e vista: in foto una donna non vedente con il suo cane guida.

Faq sulle categorie protette

Quali sono i vantaggi di assumere lavoratori delle categorie protette?

L’assunzione di lavoratori delle categorie protette può comportare diversi vantaggi per i datori di lavoro, tra cui incentivi fiscali, contributi economici e la possibilità di contribuire alla responsabilità sociale d’impresa. Esistono infatti, oltre agli obblighi di assunzioni, leggi che introducono agevolazioni per le realtà private che assumono persone appartenenti a queste categorie. L’obiettivo degli incentivi è facilitare l’entrata nel mondo del lavoro delle persone iscritte a questi elenchi.

Quando non c’è l’obbligo di assunzione di categorie protette?

Non c’è obbligo di assunzione delle categorie protette quando il numero di dipendenti dell’azienda è inferiore a 15. Inoltre, l’obbligo è sospeso se il datore di lavoro si trova in difficoltà economica e ha avviato procedure come la CIGS o il licenziamento collettivo. In alcune circostanze connesse alle caratteristiche del settore produttivo, i datori di lavoro non sono obbligati ad assumere lavoratori appartenenti alle categorie protette. Infine, se l’attività produttiva presenta condizioni specifiche che rendono difficile occupare l’intera quota di riserva, il datore di lavoro può richiedere un’esenzione parziale dall’obbligo di assunzione.

È possibile rinunciare al collocamento mirato?

Sì, è possibile fare rinuncia al collocamento mirato. Il collocamento mirato, infatti, non è un obbligo ma un’opportunità per il lavoratore disabile. Non essendo un obbligo, hai la possibilità di iscriverti e di cancellarti dal collocamento mirato in qualsiasi momento, senza alcun tipo di problema ma rinunciando, ovviamente, a tutti i diritti ad esso collegati.

Quali sono le conseguenze della rinuncia al collocamento mirato?

Chi decide di rinunciare al collocamento mirato rinuncia a tutti i diritti ad esso collegati. Questo significa che non potrà più beneficiare delle opportunità offerte dal sistema di collocamento mirato nella ricerca di un lavoro.

Ecco i 5 articoli sul lavoro preferiti dagli utenti: