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Chi andrà in pensione nel 2024

Chi andrà in pensione nel 2024? La riforma è in alto mare, ecco le soluzioni possibili e che fine faranno Ape Sociale, Opzione Donna e Quota 103.

di Carmine Roca

Maggio 2023

Chi andrà in pensione nel 2024? Ecco età e requisiti e che fine ha fatto la riforma delle pensioni promessa dal governo Meloni (scopri le ultimissime notizie sulle pensioni sempre aggiornate. Ricevi su WhatsApp e sul canale Telegram la rassegna stampa con le ultime novità sui concorsi e sul mondo del lavoro. Resta sempre aggiornato sulla nostra pagina Facebook e Prova il nostro tool online per la ricerca di lavoro in ogni parte d’Italia. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Chi andrà in pensione nel 2024? Riforma in alto mare

Chi andrà in pensione nel 2024? Ma soprattutto: che fine ha fatto la riforma delle pensioni, uno dei punti cardine della proposta elettorale del centro-destra alle ultime elezioni?

Bella domanda. È ferma al palo, in alto mare, fuori dai radar della maggioranza. Poche risorse a disposizione, scarsissime per cancellare la Fornero e riformare il sistema previdenziale, con l’introduzione, in prima battuta, di Quota 41 per tutti, la proposta della Lega che costa troppo (4 miliardi di euro l’anno, a salire fino a 9-10 miliardi l’anno).

Meglio andare sull’usato sicuro, dunque. Quota 103, che sarebbe dovuta rimanere in vigore fino al 31 dicembre 2023, potrebbe essere prorogata per tutto il 2024, mentre le tanto attese e sperate modifiche ai parametri di accesso a Opzione Donna sono state scacciate via assieme alle mozioni mosse dall’opposizione.

Con pochi miliardi di euro Quota 41 non si farà”, disse, un mese fa, Riccardo Molinari, il capogruppo alla Camera della Lega in un’intervista a Radio24. Ma anche: “Non ci accontentiamo di una proroga di Quota 103, il nostro obiettivo rimane Quota 41 e migliorare quanto fatto nella scorsa legge di bilancio”.

Un altro illustre esponente della Lega, il sottosegretario Claudio Durigon non ha chiuso le porte a Quota 41, una misura realistica per il Carroccio, ma destinata a slittare. A quando? Non si sa.

Ad oggi non esiste una riforma compatibile con la situazione demografica del Paese. Parlare di superamento della legge Fornero è pura utopia. Significherebbe individuare almeno 20 miliardi di risorse l’anno per contenere la spesa previdenziale.

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Chi andrà in pensione nel 2024? Possibili uscite

Dunque: niente Quota 41 per tutti, niente uscita flessibile a 62 anni di età richiesta dai sindacati e niente ritorno alle origini per Opzione Donna. Ma senza la riforma delle pensioni chi andrà in pensione nel 2024?

I primi a poter puntare alla pensione sono coloro che compiranno 67 anni e avranno versato almeno 20 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023. Per un altro anno il limite anagrafico rimarrà invariato: dal 1° gennaio 2025 è previsto un innalzamento dagli attuali 67 anni, di qualche mese o addirittura un anno, dopo lo stop imposto dal Covid.

Si potrà ancora andare in pensione con la formula anticipata della legge Fornero (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini; un anno in meno per le donne, a prescindere dall’età anagrafica).

Il contratto di espansione, con l’ultimo decreto milleproroghe, è stato prorogato fino al 2025 (uscita con 5 anni di anticipo per i dipendenti di grandi aziende, come vi abbiamo spiegato in questo approfondimento).

Dovrebbe rimanere in vigore anche Quota 41 precoci (41 anni di contributi, di cui uno versato prima dei 19 anni di età, se appartenenti a queste categorie: disoccupati, caregiver che da 6 mesi assistono il coniuge o un familiare con disabilità grave, invalidi con una percentuale pari o superiore al 74% e impiegati in mansioni gravose e usuranti).

Via libera con 35 anni di contributi è un’età minima di 61 anni e 7 mesi per la pensione per lavori usuranti, con il sistema delle quote (leggi il nostro approfondimento).

Chi andrà in pensione nel 2024
Chi andrà in pensione nel 2024: in foto un calendario del 2024.

Chi andrà in pensione nel 2024? Le incognite

E passiamo alle incognite: chi andrà in pensione nel 2024? Si potrà accedere ancora a Quota 103, all’Ape Sociale e a Opzione Donna? Chissà.

Le tre misure sono in scadenza al 31 dicembre 2023. Come detto in apertura, si pensa a una proroga di Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi, con il limite fissato a 2.840 euro lordi al mese).

La misura “ponte”, che avrebbe dovuto traghettare fino a Quota 41 per tutti (41 anni di contributi a prescindere dall’età e dalle categorie), difficilmente andrà in soffitta. Potrebbe essere rivista, ma non cancellata.

L’Ape Sociale, rispetto a Opzione Donna, gode di maggiore “stima”. L’anticipo pensionistico è in vigore fino al 31 dicembre 2023 dopo essere stato prorogato dall’ultima legge di bilancio.

Consente ai disoccupati, ai caregiver e ai lavoratori invalidi (dal 74% in poi) di andare in pensione con 63 anni di età e 30 anni di contributi; ai lavoratori edili, ai ceramisti e ai conduttori per la formatura di articoli in ceramica, di accedervi con la stessa età e 32 anni di contributi versati e ai lavoratori impiegati in mansioni gravose di ricevere l’assegno fino a 1.500 euro lordi al mese con 36 anni di contributi (e 63 anni di età).

Probabilmente la prestazione verrà riproposta per il 2024, con gli attuali parametri, anche se si parla di un allargamento della platea dei beneficiari, sulla base delle risorse a disposizione.

Cosa accadrà a Opzione Donna? La misura dedicata esclusivamente alle lavoratrici dipendenti e autonome ha vissuto un restyling pesante e contestato. Fino al 2022 si poteva accedere con 35 anni di contributi e un’età di 58 anni (per le dipendenti) e 59 anni (per le autonome).

Dal 1° gennaio 2023 possono andare in pensione con Opzione Donna soltanto le lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende in crisi, le caregiver e le lavoratrici invalide (dal 74% di invalidità a salire), non più a 58 anni, ma a 60 anni.

Lo sconto anagrafico è consentito soltanto alle lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende in crisi (58 anni), alle lavoratrici con almeno un figlio avuto (59 anni) e alle lavoratrici con 2 o più figli avuti (58 anni).

La platea di beneficiarie si è sensibilmente ridotta. Non è da escludere che anziché un ritorno al passato (già bocciato a inizio maggio 2023) si possa arrivare alla definitiva cancellazione della misura, da quanto si evince dalle parole di Durigon: “Non sono un estimatore di Opzione Donna, in quanto un taglio del 30% dell’assegno per uscire a 58 anni non mi fa impazzire”.

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