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Come cambieranno gli annunci di lavoro

Come cambieranno gli annunci di lavoro con l’obbligo di inserire anche la retribuzione? Quando sarà applicata in Italia la direttiva e come funzionerà. Che impatto potrebbe avere sul mondo del lavoro e in particolare per le piccole e medie imprese.

di Redazione

Aprile 2023

Come cambieranno gli annunci di lavoro dopo l’approvazione definitiva di un testo del Parlamento Europeo?

Indice

Sarà una piccola rivoluzione, in particolare per l’Italia. Nel nostro Paese gli annunci di lavoro non sono mai stati corredati dal Ral, ovvero la retribuzione annua lorda. Un dettaglio mica da poco: lo stipendio è una variante di primo livello nella scelta di una occupazione. Decisiva già in fase di presentazione della candidatura.

Le informazioni sulla retribuzione dovranno essere inserite in ogni offerta di lavoro, sia quelle affisse all’esterno dei negozi, sia quelle pubblicate sulle piattaforme online.

Molto probabilmente ci ritroveremo tra un po’ di tempo con cartelli che, insieme al classico «cercasi cameriere, barista, commessa o commesso, impiegato o baby sitter, badante o colf» ci sia poi anche lo stipendio mensile o annuo che viene garantito.

È una decisione così giusta e all’insegna della trasparenza che non si comprende per quale motivo abbia dovuto essere imposta dall’Europa.

La direttiva, è bene chiarirlo, è stata approvata dal Parlamento dell’Ue su proposta della Commissione, per garantire la parità di trattamento tra uomo e donna.

Ma in Italia potrebbe comportare anche altre conseguenze.

Potrebbe interessarti un articolo che spiega come trovare lavoro in tempo di crisi; in un altro post ci riferiamo alla carenza di personale in molti settori in Italia.

Come cambieranno gli annunci di lavoro: così oggi

Diciamolo meglio: sul mercato italiano del lavoro la direttiva di buon senso dettata dall’Unione Europea potrebbe causare una vera rivoluzione.

A partire da una semplice constatazione: in Italia non c’è mai stato l’obbligo di indicare all’interno di un annuncio di lavoro la retribuzione annua lorda (Ral) per la posizione aperta.

I candidati sono spesso tenuti all’oscuro rispetto allo stipendio. Una reticenza che in molti casi si estende anche al primo colloquio di lavoro. Una consuetudine inaccettabile.

Come cambieranno gli annunci di lavoro: a chi si applica la direttiva

La direttiva Ue si applica a tutti i lavoratori. Sono quindi inclusi anche i dipendenti a tempo parziale, a tempo indeterminato, alle persone che hanno un contratto o un rapporto di lavoro con un’agenzia interinale, alle badanti, alle colf, alle baby sitter, ai lavoratori stagionali, agli apprendisti e ai tirocinanti.

Come cambieranno gli annunci di lavoro: quando entra in vigore

Quando vedremo anche in Italia gli annunci di lavoro corredati dalla fondamentale voce legata allo stipendio (mensile o annuo poco conta)?

Dipende molto anche da quanto impiegherà il governo a recepire la direttiva. Il tempo massimo stabilito è di due anni. L’esecutivo dovrà stabilire due cose in particolare:

La Commissione ha però sollecitato gli Stati ad applicare delle ammende che siano definitive, proporzionate e dissuasive.

Insomma: non si può e non si deve sbagliare. Ma è anche il caso di aggiungere che quando sarà entrata in vigore la normativa i candidati potrebbero non prendere neppure in considerazione un’offerta di lavoro che non indichi la retribuzione.

Come cambieranno gli annunci di lavoro: l’alternativa

Il Parlamento Europeo ha comunque previsto un’alternativa per la trasparenza negli annunci di lavoro. Ovvero: l’azienda potrebbe non inserire l’ammontare delle stipendio nell’offerta, ma comunicarlo al candidato prima del colloquio di lavoro.

Sarebbe comunque un passo avanti rispetto a ora, ma comunque parziale: se la busta paga è al di sotto delle aspettative di un candidato perché deve saperlo solo prima del colloquio?

Come cambieranno gli annunci di lavoro: retribuzione

C’è da chiarire l’aspetto della retribuzione da dichiarare in fase di “offerta di lavoro”. La proposta dell’Ue comprende nel termine retribuzione, non solo la paga di base (il netto), ma anche tutte le voci complementari

Ovvero:

Siamo curiosi di verificare come sarà adottata nel nostro Paese, sperando che la soluzione non sia, come al solito, all’italiana.

Come cambieranno gli annunci di lavoro: su chi inciderà di più

Su quali aziende la normativa avrà una maggiore incidenza? Di certo su quelle medio-piccole. Per una questione molto semplice: le grandi aziende e le multinazionali ancora di più, già pubblicano negli annunci la retribuzione annua lorda.

Il punto è che le piccole e medie imprese in Italia sono milioni e tutte avranno l’obbligo di aggiornare in modo sostanziale il criterio di selezione e le modalità per la ricerca di personale.

La Commissione europea sostiene che i costi per le aziende saranno molto limitati. Circolano già delle cifre: la spesa stimata per una risposta a una sola richiesta di informazioni è di circa 20 euro. Mentre i costi annuali (per una azienda con più di 250 dipendenti) si aggirano tra 379 e 890 euro.

Ci potrebbero essere delle deroghe per gli annunci che riguardano profili manageriali di alto livello (tipo ceo o cfo). Per questi ruoli in genere la selezione e la contrattazione sono a porte chiuse. La direttiva dovrà valutare quali saranno gli obblighi in questi casi.

Come cambieranno gli annunci di lavoro con l’obbligo di inserire anche la retribuzione? Quando sarà applicata in Italia la direttiva e come funzionerà. Che impatto potrebbe avere sul mondo del lavoro e in particolare per le piccole e medie imprese.
Nella mano la mano tesa di un imprenditore dopo un colloquio di lavoro

Come cambieranno gli annunci di lavoro: l’obiettivo

Gli obiettivi della direttiva europea sono dunque due:

In Europa il divario retributivo tra maschi e femmine è del 14,1 per cento. I dati in Italia sono molto peggio: l’Italia è al 63esimo posto per il gender pay gap su 146 Paesi monitorati. Con le nuove regole si potrebbero risalire molte posizioni.