Come funziona la pensione anticipata Cometa? Si va prima in pensione e in che modo? Ne parliamo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Pensione anticipata Cometa: cos’è?
La pensione anticipata Cometa è un fondo nazionale di pensione complementare, istituito nel 1997 e a disposizione:
- dei lavoratori dell’industria metalmeccanica;
- dell’installazione di impianti e dei settori affini;
- dei lavoratori dipendenti impiegati nel settore orafo e argentiero.
Nato da un accordo tra organizzazioni di categoria delle imprese e dei lavoratori, la pensione anticipata Cometa si pone come obiettivo l’assicurare ai lavoratori che vi accedono un’elevata copertura pensionistica, integrando la pensione obbligatoria con quella complementare.
Ad oggi, dopo oltre 25 anni di attività, il fondo pensione Cometa vanta quasi 450mila iscritti ed è il più importante fondo pensionistico attivo in Italia.
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Come funziona la pensione anticipata Cometa?
Una volta iscritto al fondo pensione Cometa, il lavoratore attiva una posizione individuale nella quale far confluire tutti i contributi versati.
Il lavoratore può decidere di destinare il TFR nel fondo pensione: la scelta non è reversibile, tranne nel caso in cui il lavoratore non riscatti totalmente la sua posizione.
Questi può versare:
- il 100% del TFR se la prima occupazione lavorativa è successiva al 28 aprile 1993;
- tra il 40 e il 100% del TFR se la prima occupazione lavorativa è precedente al 28 aprile 1993.
Pensione anticipata Cometa: contributi individuali e volontari
Oltre al suo trattamento di fine rapporto, il lavoratore può scegliere di versare un contributo individuale, trattenuto direttamente dallo stipendio e calcolato come una percentuale della retribuzione, liberamente scelta dal lavoratore.
Se la percentuale è pari o superiore alla percentuale minima stabilita dagli accordi, questi avrà diritto al contributo aggiuntivo del datore di lavoro.
Inoltre, l’aderente può versare anche contributi volontari, tramite bonifico bancario. In questo caso, sarà possibile versare contributi anche dopo aver raggiunto l’età pensionabile, ma a condizione che l’aderente abbia almeno un anno di contribuzione a favore di forme di previdenza complementare.
Pensione anticipata Cometa: meno tasse da pagare
Versare contributi nel fondo pensione Cometa permette di pagare meno tasse. Nella dichiarazione dei redditi annuali, i contributi individuali, quelli versati volontariamente e i contributi versati dal datore di lavoro sono deducibili dal reddito fino al massimo di 5.164,57 euro annui.
Nel limite massimo non va considerato il TFR, che verrà invece tassato nel momento in cui il lavoratore aderente andrà in pensione.
Pensione anticipata Cometa: si va prima in pensione?
Con il fondo pensione Cometa è possibile accedere alla RITA, che prevede l’erogazione di un capitale pari al montante accumulato richiesto, per il periodo che va dall’accettazione della richiesta all’età pensionabile.
La RITA può essere richiesta anche se si cessa l’attività lavorativa, con almeno 5 anni di partecipazione alle forme pensionistiche complementari.
Inoltre è necessario:
- aver maturato almeno 20 anni di contribuzione nel regime pensionistico obbligatorio e compiere l’età per la pensione di vecchiaia entro i 5 anni successivi;
- essere disoccupati da almeno 24 mesi e compiere l’età pensionabile entro i 10 anni successivi.
Pensione anticipata Cometa: come richiedere la pensione complementare?
Nel momento in cui il lavoratore aderente accede alla pensione, se ha partecipato per almeno 5 anni a forme pensionistiche complementari, può richiedere la pensione complementare, in forma di rendita o in capitale o combinando le due tipologie.
Pensione anticipata Cometa: la rendita
La rendita viene percepita dall’aderente dal momento in cui va in pensione fino all’ultimo giorno di vita. Questa viene pagata periodicamente e varia in base alle somme accumulate, all’età dell’aderente e alla tipologia di rendita scelta: più alto è il capitale, più elevata è l’età di pensionamento, maggiore sarà l’importo della rendita mensile.
È possibile scegliere tra:
- rendita vitalizia immediata: all’aderente è pagata una rendita fino a che rimane in vita e si estingue con il suo decesso;
- rendita certa per 5 o 10 anni e poi vitalizia: all’aderente o ai beneficiari, viene pagata una rendita per un periodo di 5 o 10 anni, poi la rendita si trasforma in vitalizia se l’aderente è ancora in vita, oppure si estingue se l’aderente è deceduto;
- rendita reversibile: viene pagata una rendita all’aderente fino a che rimane in vita e successivamente al beneficiario designato (reversionario), se superstite, per l’intero importo o per una frazione dello stesso. La rendita si estingue con il decesso del beneficiario;
- rendita con restituzione del montante residuale (controassicurata): viene pagata una rendita all’aderente fino a che rimane in vita, poi dopo il suo decesso viene versato ai beneficiari il capitale residuo, in un’unica soluzione o sotto forma di pagamento periodico;
- rendita vitalizia LTC: viene pagata una rendita all’aderente, fino a che rimane in vita. Il valore della rendita raddoppia se sopraggiungono situazioni di non autosufficienza, per tutto il periodo di loro permanenza.
Pensione anticipata Cometa: il capitale
Invece, se al momento del pensionamento, l’aderente sceglierà di percepire un capitale, riceverà un importo fino al 50% della posizione individuale maturata.
In pratica, l’aderente avrà immediatamente a disposizione una somma di denaro, ma l’importo della rendita erogata, successivamente, sarà più basso di quello che gli sarebbe spettato se non avesse esercitato questa opzione.
Per gli aderenti iscritti a forme pensionistiche complementari prima del 29 aprile 1993 o con una posizione individuale contenuta (nel caso in cui la rendita derivante dalla conversione di almeno il 70 per cento del montante finale sia inferiore al 50% dell’assegno sociale), è possibile percepire la prestazione in forma di capitale per l’intero ammontare e non richiedere la rendita.

Faq sul fondo pensione complementare
Cos’è la pensione complementare o integrativa?
La pensione complementare o integrativa è un sistema di forme pensionistiche alternative ai contributi INPS che raccolgono il risparmio previdenziale. Questo sistema consente di garantire una pensione integrativa al termine della vita lavorativa, assicurando una vita più dignitosa all’anziano anche se la sua pensione “normale” dovesse essere bassa.
Quali saranno le modifiche proposte dall’esecutivo Meloni riguardo la pensione complementare?
L’esecutivo Meloni ha l’intenzione di rivedere la tassazione applicata sulla pensione complementare. Al momento, tale tassazione è fissata al 15%, con riduzioni in alcuni casi al 9%. L’obiettivo del governo è di ridurre questa percentuale a circa il 2-2,5%, rendendo così più attrattive le varie forme di previdenza complementare già operative.
Che cos’è il silenzio assenso e come si applica al Tfr per la pensione complementare?
Il silenzio assenso è una proposta avanzata dai sindacati e attualmente in valutazione dal governo. In pratica, senza una scelta esplicita del lavoratore, il Trattamento di fine rapporto (Tfr) confluirà in automatico nei fondi pensione previsti dal contratto collettivo di lavoro. In questo modo, il lavoratore aderirebbe tacitamente al fondo pensione.
Come viene determinato l’importo della pensione complementare?
L’importo della pensione complementare dipende da vari fattori: l’ammontare dei contributi versati dal datore di lavoro e dal lavoratore nel fondo pensione, i rendimenti ottenuti (al netto dei costi) dall’investimento di tali contributi sui mercati finanziari, e la durata dei periodi di versamento. Quindi, chi ha versato contributi in un fondo pensione per un periodo di tempo più lungo riceverà di più rispetto a chi lo ha fatto per un periodo di tempo più breve.
Quali sono i destinatari dei fondi pensione?
I destinatari dei fondi pensione al momento sono i lavoratori dipendenti, privati e pubblici, i soci lavoratori e i lavoratori dipendenti di società cooperative di produzione e lavoro, i lavoratori autonomi e i liberi professionisti, persone che svolgono lavori non retribuiti in relazione a responsabilità familiari, e lavoratori con un’altra tipologia di contratto (ad es. un lavoratore a progetto o occasionale).
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