È stato approvato dal governo il concordato preventivo biennale per partite Iva e piccole e medie imprese. Si tratta di un patto sancito tra cittadini e Fisco che permette di bloccare le tasse per due anni. Dopo il concordato, infatti, si dovrà pagare all’erario sempre la stessa cifra per un biennio. Vediamo come funziona e se e a chi potrebbe convenire. (scopri le ultime notizie su lavoro, disoccupazione, offerte di lavoro e concorsi attivi. Ricevi le news gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Concordato preventivo biennale: di cosa si tratta
Il concordato preventivo biennale rappresenta una strategia innovativa introdotta dal governo per semplificare e stabilizzare il rapporto tra il Fisco e i contribuenti. Questo meccanismo consente, a Partite IVA e piccole e medie imprese, di concordare con l’Agenzia delle Entrate il pagamento di un importo fisso per un periodo di due anni, indipendentemente dalle fluttuazioni del reddito.
Caratteristiche principali
- Destinatari: Partite Iva e PMI.
- Durata: biennale, con importi fissi.
- Vantaggi: stabilità fiscale e pianificazione finanziaria.
Processo di adesione
- Proposta: l’Agenzia delle Entrate presenta la proposta di adesione.
- Termini: adesione entro luglio 2024, poi entro giugno negli anni successivi.
- Accordo: pagamento di tasse concordate per i successivi due anni.
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Concordato preventivo: più collaborazione
Il governo attuale ha posto dunque l’accento sulla collaborazione e la prevenzione nella lotta all’evasione fiscale. La filosofia alla base di questa nuova procedura è quella di un dialogo aperto e proattivo tra contribuenti e Agenzia delle Entrate, soprattutto in fase di accertamento.
Punti salienti
- Dialogo preventivo: prima dell’emissione del verbale.
- Riduzione sanzioni: se il contribuente aderisce al dialogo, le sanzioni si riducono della metà.
- Procedura di incasso: in caso di mancato pagamento, segue l’iscrizione a ruolo.
Vantaggi della collaborazione
- Migliore comunicazione con l’Agenzia delle Entrate.
- Riduzione dello stress fiscale.
- Fiducia reciproca tra Fisco e contribuenti.
Come funziona il concordato preventivo biennale
Il concordato preventivo biennale si configura come uno strumento normativo introdotto per facilitare un rapporto più equo e trasparente tra le aziende e l’Agenzia delle Entrate. L’obiettivo è quello di creare un ambiente fiscale stabile per le partite IVA e le PMI, inserendo un periodo di “pausa” dalle fluttuazioni tributarie.
Ecco i punti chiave del funzionamento del concordato:
- Anticipazione delle tasse: le imprese si impegnano a pagare anticipatamente le tasse dovute, basandosi su un accordo preventivo senza necessità di ulteriori accertamenti fiscali.
- Contraddittorio e accordi semplificati: si instaura un dialogo diretto tra impresa e Fisco, al fine di raggiungere un’intesa su una base di reciproca fiducia e collaborazione.
- Definizione dell’imponibile: l’Agenzia delle Entrate propone una stima biennale dell’imponibile aziendale per le imposte sui redditi e l’IRAP, determinata attraverso il dialogo con l’impresa.
- Trasparenza e adempimento collaborativo: le imprese hanno la possibilità di dichiarare in modo trasparente la propria situazione fiscale, favorendo così un adempimento collaborativo.
Inoltre, il concordato preventivo biennale prevede la possibilità di un rinnovo al termine dei due anni, permettendo potenzialmente alle imprese di beneficiare di un quadro fiscale stabile per un periodo fino a quattro anni.
Rinnovo del concordato: modalità e condizioni
Dopo il biennio iniziale, esiste quindi la possibilità di rinnovare il concordato con l’Agenzia delle Entrate. Le condizioni per il rinnovo sono disciplinate dalla normativa e possono prevedere:
- Revisione delle condizioni: valutazione dell’andamento fiscale dell’impresa e aggiornamento delle condizioni economiche alla luce dei nuovi dati.
- Nuova proposta dell’Agenzia: l’Agenzia può proporre un nuovo accordo biennale, che l’impresa può decidere di accettare o meno.
Il processo di rinnovo è inteso per mantenere la collaborazione e la fiducia tra il Fisco e l’imprenditore, consolidando un rapporto basato sulla chiarezza e sulla prevedibilità delle obbligazioni tributarie.
Il voto di affidabilità: requisito essenziale per il concordato preventivo
Il concordato preventivo è un’opportunità offerta a partite IVA e PMI per stabilizzare il carico fiscale per un periodo di due anni. Per accedervi, uno dei requisiti fondamentali è rappresentato dal voto di affidabilità. Vediamo in dettaglio di cosa si tratta e come si ottiene.
Che cos’è il voto di affidabilità?
Il voto di affidabilità è un punteggio che l’Agenzia delle Entrate assegna ai contribuenti basandosi su specifici parametri che misurano il grado di conformità fiscale. Questo sistema è l’evoluzione degli ex studi di settore e serve per individuare la coerenza tra quanto dichiarato e l’effettiva capacità contributiva.
Come si ottiene il voto di affidabilità?
Il voto si ottiene attraverso l’analisi di diversi fattori, tra cui:
- Consistenza dei redditi dichiarati;
- Regolarità nei pagamenti delle imposte precedenti;
- Correttezza nelle presentazioni delle dichiarazioni fiscali passate.
Perché serve un voto di 8?
Un voto di 8 o superiore è indice di un’elevata affidabilità fiscale. Serve a dimostrare all’Agenzia delle Entrate che il contribuente ha una storia di onestà e puntualità nel rispetto degli obblighi tributari.
Migliorare il proprio voto di affidabilità
Se il voto dovesse risultare inferiore all’8, esistono modi per migliorarlo:
- Rettificare le dichiarazioni passate se si sono commessi errori;
- Integrare la dichiarazione con dati che possono attestare un reddito maggiore;
- Dimostrare la regolarità nei pagamenti dei tributi negli anni.
Cosa comporta un voto di affidabilità basso?
Un voto di affidabilità inferiore a 8 non preclude la possibilità di aderire al concordato preventivo, ma implica la necessità di attivare delle azioni per aumentarlo e dimostrare così la propria affidabilità fiscale al Fisco.
Nel processo di valutazione del voto di affidabilità, l’Agenzia delle Entrate prende in considerazione diversi aspetti del comportamento fiscale del contribuente. Ciò che emerge da questa valutazione è fondamentale non solo per l’accesso al concordato preventivo ma anche per altri benefici fiscali che potrebbero essere associati a un alto grado di affidabilità.
È importante notare che il voto di affidabilità è dinamico e può cambiare nel tempo in base ai comportamenti del contribuente. Dunque, mantenere una condotta fiscale corretta e trasparente è la chiave per ottenere dei vantaggi offerti da misure come il concordato preventivo.
La critica: è solo un condono?
Secondo alcuni critici del concordato preventivo biennale, l’assenza di un limite di reddito per la revoca della misura potrebbe aprire le porte a possibili abusi. Vediamo in che modo.
Senza soglie di reddito: una porta aperta all’evasione?
L’assenza di soglie di reddito nel concordato preventivo permette a tutte le imprese di beneficiare di questo strumento indipendentemente dalla loro dimensione economica. Questo potrebbe favorire situazioni in cui un’impresa, che vede aumentare significativamente i propri guadagni dopo aver sottoscritto il concordato, continui a pagare le tasse su una base imponibile obsoleta, se non aggiornata. Il portale Eutekne evidenzia come ciò potrebbe portare a una forma di evasione fiscale legalizzata.
Il punto di vista del governo
Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha replicato alle critiche sostenendo che non si tratta di un condono. L’intento del concordato preventivo biennale è quello di semplificare e razionalizzare l’attività di accertamento, non di offrire sconti o favori agli evasori. Secondo il viceministro, il governo ha lavorato per garantire che il concordato sia uno strumento equo e non una via di fuga dalle responsabilità fiscali.
L’utilizzo dell’AI in chiave anti evasione
Come previsto il governo ha anche dichiarato che l’intelligenza artificiale (AI) sta diventando un attore chiave nella lotta all’evasione fiscale. Il decreto legislativo che attua la delega fiscale ha introdotto una serie di misure che prevedono l’utilizzo dell’AI per:
- Analizzare il rischio di evasione: l’AI valuterà i dati per identificare modelli di comportamento sospetti.
- Rispettare la privacy: nonostante l’approccio proattivo, è assicurato il rispetto delle normative sulla privacy.
- Interconnettere le informazioni: l’AI avrà accesso a archivi e registri pubblici per un controllo più efficace.
Interconnessione e controlli simultanei
- Scambi di informazioni: ci sarà un incremento della collaborazione tra gli Stati membri dell’UE attraverso lo scambio di informazioni ottenute dai controlli fiscali.
- Controlli efficaci: l’AI permetterà di eseguire controlli simultanei e incrociati per una maggiore efficienza.
- Verifiche congiunte: sono previste anche verifiche congiunte tra le amministrazioni finanziarie di diversi Stati membri.
Aspetti da considerare
- Integrazione di nuove tecnologie: come si integrerà l’AI con i sistemi esistenti.
- Formazione del personale: sarà essenziale formare il personale sull’uso etico e efficace dell’AI.
- Impatto sulla privacy: sarà fondamentale bilanciare il potere dell’AI con il rispetto della privacy individuale.
In questo modo, l’AI diventa un alleato importante per le autorità fiscali, permettendo un controllo più capillare e un’azione preventiva contro l’evasione fiscale, senza però trascurare il diritto alla privacy dei cittadini.

FAQ (domande e risposte)
Cos’è il concordato preventivo biennale?
Il concordato preventivo biennale è una misura introdotta dal governo italiano che consiste in un accordo tra il Fisco e i contribuenti, in particolare partite Iva e piccole e medie imprese (PMI), per fissare in anticipo l’ammontare delle tasse da pagare per i successivi due anni. Questo importo rimane invariato indipendentemente dall’effettivo fatturato dell’impresa.
Quando si potrà aderire al concordato preventivo?
I contribuenti potranno aderire al concordato preventivo a partire da luglio 2024, con l’Agenzia delle Entrate che metterà a disposizione la proposta di adesione entro aprile 2024. Nei successivi anni, la scadenza per aderire sarà entro giugno di ogni anno.
Qual è il voto di affidabilità minimo per il concordato?
Per poter accedere al concordato preventivo biennale, i contribuenti devono ottenere un voto di affidabilità non inferiore a 8, basato sugli indici di affidabilità fiscale che prendono il posto dei vecchi studi di settore.
Come influisce il concordato preventivo sull’evasione fiscale?
Il concordato preventivo punta a una lotta all’evasione fiscale di tipo preventivo piuttosto che repressivo, attraverso la collaborazione e il dialogo tra l’Agenzia delle Entrate e i contribuenti. Tuttavia, è stato criticato perché potrebbe permettere alle aziende di pagare meno tasse di quanto dovrebbero, se i loro redditi aumentano significativamente dopo l’accordo, potenzialmente lasciando spazio a forme di evasione fiscale.
Quali sono le cause di esclusione dal concordato?
Le cause di esclusione dal concordato includono la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi negli ultimi tre anni in cui era obbligatoria, debiti tributari non estinti o condanne per reati fiscali o penali specifici negli ultimi cinque anni.
Come verrà utilizzata l’AI contro l’evasione fiscale?
Nonostante il testo fornito non menzioni specificamente l’uso dell’intelligenza artificiale (AI) nella lotta all’evasione fiscale, l’AI può essere utilizzata per analizzare grandi volumi di dati per identificare anomalie e schemi che indicano potenziali casi di evasione, migliorando l’efficacia dei controlli fiscali e personalizzando gli accordi nel concordato preventivo.
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