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Contratto a chiamata, come funziona

Come funziona il contratto a chiamata, una forma di lavoro flessibile che si è molto diffuso nel nostro Paese. Quali sono le regole, gli obblighi del datore di lavoro e del dipendente, i limiti anagrafici, il diritto al tfr e alle ferie.

di Redazione

Giugno 2023

Come funziona il contratto a chiamata, noto anche come lavoro intermittente, una forma di lavoro flessibile che si è molto diffuso nel nostro Paese. (scopri le ultimissime notizie sul lavoro sempre aggiornate. Ricevi su WhatsApp e sul canale Telegram la rassegna stampa con le ultime novità sui concorsi e sul mondo del lavoro. Resta sempre aggiornato sulla nostra pagina Facebook e Prova il nostro tool online per la ricerca di lavoro in ogni parte d’Italia. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Con questa tipologia di contratto un lavoratore si rende disponibile a svolgere delle prestazioni lavorative secondo le necessità del datore di lavoro. In pratica può essere “chiamato” in modo discontinuo in una settimana, in un mese o nell’arco di un anno.

Questa tipologia di contratto viene utilizzata di frequente soprattutto in alcuni settori, come quello turistico, della ristorazione o dello spettacolo.

Il contratto a chiamata viene dunque stipulato quando un datore di lavoro ha bisogno di un numero aggiuntivo di personale per un periodo limitato di tempo (come potrebbe accadere nei periodi festivi o nei fine settimana).

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Chi può essere assunto

Con un contratto a chiamata possono essere assunte:

Se nei contratti non sono incluse delle indicazioni specifiche, sarà necessario fare riferimento alle attività che sono incluse nel Regio Decreto. Ci sono, tra gli altri, questi lavori:

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Contratto a chiamata, anche a tempo indeterminato

Il contratto a chiamata può essere sia a tempo determinato, sia a tempo indeterminato.

La paga, nei periodi di lavoro e per le stesse mansioni, è equivalente a quella che viene riconosciuta agli altri lavoratori con lo stesso livello.

Come tutti i contratti di lavoro, anche quello a chiamata, deve essere scritto e deve contenere queste informazioni:

Il datore di lavoro ha l’obbligo di avvisare i dipendenti tramite posta elettronica o certificata o, ma solo se la prestazione è richiesta nelle 12 ore successive, via sms.

Limitazioni e divieti

Il contratto a chiamata, oltre alle soglie anagrafiche che abbiamo visto, impone anche una serie di limiti e divieti.

Uno dei più significativi è il limite temporale. In pratica ogni lavoratore intermittente può prestare lavoro, nell’arco di tre anni e per un solo datore, per un periodo massimo non superiore alle 400 giornate effettive.

Cosa succede se si supera quella soglia? Il contratto a chiamata deve essere convertito in contratto a tempo pieno e indeterminato.

Da questa “restrizione” sono esclusi i settori del turismo, del commercio e dello spettacolo.

In determinati casi l’utilizzo del contratto a chiamata è stato esplicitamente vietato dalla legge, vediamo quali:

Adempimenti

Per assumere un lavoratore a chiamata il datore di lavoro ha l’obbligo di inoltrare la comunicazione dell’assunzione al centro per l’impiego. Questa comunicazione deve essere fatta prima del

ùl’inizio del rapporto di lavoro.

Ma non solo, l’azienda deve anche informare (via web) ogni chiamata del lavoratore all’Ispettorato del Lavoro (una singola chiamata o un ciclo di chiamate, non superiore a 30 giorni).

Se non si rispettano queste regole, il datore di lavoro va incontro a una sanzione amministrativa che oscilla tra 400 e 2.400 euro per ogni lavoratore.

Liquidazione e tredicesima

Come per tutti gli altri lavori subordinati, anche chi ha un contratto a chiamata può beneficiare della tredicesima, delle ferie e del trattamento di fine rapporto (liquidazione).

E quindi, se un contratto di lavoro dovesse interrompersi (per volontà del dipendente o del datore di lavoro), il lavoratore avrebbe diritto a un compenso che deve essere calcolato sulla base della retribuzione annuale e delle ore lavorate.

Contratto a chiamata, come funziona
La dipendente con contratto a chiamata di un ristorante

Faq (domande e risposte)

Cos’è un contratto a chiamata?

Il contratto a chiamata, noto anche come lavoro intermittente, è una forma di lavoro flessibile in cui un lavoratore si rende disponibile a svolgere delle prestazioni lavorative secondo le necessità del datore di lavoro. Il lavoratore può essere “chiamato” in modo discontinuo in una settimana, in un mese o nell’arco di un anno.

In quali settori viene utilizzato il contratto a chiamata?

Questo tipo di contratto viene utilizzato di frequente soprattutto in alcuni settori come quello turistico, della ristorazione o dello spettacolo.

Chi può essere assunto con un contratto a chiamata?

Con un contratto a chiamata possono essere assunti le persone che hanno meno di 24 anni o più di 55 anni. Per le persone che hanno un’età compresa tra i 24 e i 55 anni, ci sono delle restrizioni in base al tipo di prestazione che viene richiesta.

Quali lavori sono inclusi nel contratto a chiamata?

Nel contratto a chiamata sono inclusi vari lavori come camerieri, custodi, commessi, barbieri, personale addetto al trasporto, centralinisti e così via.

Il contratto a chiamata può essere a tempo indeterminato?

Sì, il contratto a chiamata può essere sia a tempo determinato, sia a tempo indeterminato.

Quali sono le limitazioni del contratto a chiamata?

Il contratto a chiamata prevede limiti anagrafici e temporali. Ogni lavoratore intermittente può prestare lavoro, per un solo datore, per un periodo massimo non superiore alle 400 giornate effettive nell’arco di tre anni.

In quali casi l’utilizzo del contratto a chiamata è vietato?

Il contratto a chiamata è vietato quando si sostituiscono lavoratori in sciopero, in aziende dove ci sono stati licenziamenti collettivi di lavoratori che svolgevano le stesse mansioni, in aziende con un procedimento di cassa integrazione in corso, o quando il datore di lavoro non ha effettuato la necessaria valutazione dei rischi.

Quali sono gli adempimenti per il datore di lavoro nel contratto a chiamata?

Il datore di lavoro deve inoltrare la comunicazione dell’assunzione al centro per l’impiego prima dell’inizio del rapporto di lavoro e deve informare ogni chiamata del lavoratore all’Ispettorato del Lavoro via web.

Cosa succede se il datore di lavoro non rispetta le regole?

Se il datore di lavoro non rispetta queste regole, va incontro a una sanzione amministrativa che oscilla tra 400 e 2.400 euro per ogni lavoratore.

Chi ha un contratto a chiamata ha diritto alla tredicesima?

Sì, anche chi ha un contratto a chiamata può beneficiare della tredicesima, delle ferie e del trattamento di fine rapporto. In caso di interruzione del contratto di lavoro, il lavoratore ha diritto a un compenso calcolato sulla base della retribuzione annuale e delle ore lavorate.

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