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Dipendenti pubblici: categorie

Categorie per i dipendenti pubblici. Scopri quali sono e cosa cambia tra le aree professionali dopo le novità di aprile.

di Antonio Dello Iaco

Agosto 2023

Ti sei mai chiesto quali siano le categorie per i dipendenti pubblici e cosa cambia tra l’una o l’altra? Molti profili tra i neo assunti negli enti locali, vengono destinati a ricoprire ruoli come quelli di funzionario di categoria A, B, C o D. Ma cosa implica tutto questo? (scopri le ultime notizie su lavoro, disoccupazione, offerte di lavoro e concorsi attivi. Ricevi le news gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Categorie per i dipendenti pubblici: quali sono?

Le categorie per i dipendenti pubblici sono quattro secondo la normativa che regola le assunzioni e il personale degli enti locali. Definite oramai non più categorie ma aree professionali dall’aprile del 2023, quando è stato varato il nuovo CCNL delle Funzioni Locali, sono le seguenti:

Chi appartiene alla categoria a?

Come dicevamo, la categorie A è quella riservata agli operatori. Rientrano in questa definizione tutti i lavoratori che hanno terminato gli studi della scuola dell’obbligo. Non bisogna per forza quindi aver ottenuto il diploma di maturità.

Per appartenere a quest’area è fondamentale svolgere delle attività esecutive e manuali e quindi ricoprire un ruolo da operatore.

Ricorda che, come è spiegato sul sito ufficiale del Ministero dell’Istruzione e del Merito, l’obbligo scolastico fa riferimento “all’istruzione impartita per almeno 10 anni e riguarda la fascia di età compresa tra i 6 e i 16 anni”.

Chi rientra nella categoria B?

Rientrano nella categoria B i dipendenti della Pubblica Amministrazione che sono in possesso di un titolo della scuola dell’obbligo. È importante aver svolto poi, all’interno del proprio curriculum, dei corsi di specializzazione sulla mansione che si occupa ed è necessaria una certa esperienza lavorativa nelle attività da svolgere.

Tra i tanti ruoli, fanno parte della categoria B gli esecutori di area amministrativa, i funzionari dell’area tecnica e gli autisti che collaborano con gli enti locali.

Chi sono le categorie C?

Per appartenere alle categorie C bisogna aver ottenuto un diploma di scuola superiore (scuola secondaria di secondo grado ndr). Tra le sue mansioni ci sarà lo svolgimento di compiti di responsabilità sui risultati di processi produttivi o amministrativi.

I vari profili che rientrano nella categoria C sono:

Chi appartiene alla categoria D?

Alla categoria D appartengono i lavoratori che svolgono attività specialistiche. È importante che questi cittadini abbiamo conseguito una laurea che fa riferimento allo stesso settore per il quale si viene assunti.

Bisogna poi aver maturato una certa esperienza nel settore di impiego. Le mansioni richieste sono quelle di tipo tecnico, gestionale o direttivo. Rientrano nella categoria D gli esperti e gli specialisti a servizio della Pubblica Amministrazione.

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Stipendi categorie per i dipendenti pubblici

Gli stipendi delle categorie in cui vengono suddivisi i lavoratori pubblici variano a seconda dell’importanza dell’area di impiego.

La retribuzione più bassa si registra tra i funzionari della categoria A mentre ricevono lo stipendio più alto i dipendenti contrattualizzati come categoria D. In particolare:

Chi rientra nella categoria dipendenti pubblici?

Dopo aver visto quali sono le aree professionali previste dalla normativa e qual è la retribuzione media a seconda dei vari inquadramenti, capiamo chi sono i dipendenti pubblici.

Il sito ufficiale della Ragioneria Generale dello Stato spiega che per dipendente pubblico si intende “la persona che lavora alle dipendenze di una Pubblica Amministrazione” Non è importante se appartiene a una categoria o a un’altra, oppure se beneficia di determinate agevolazioni come quelle riservate, per esempio, ai lavoratori disabili.

Per essere lavoratore del pubblico impiego è fondamentale avere un contratto di lavoro con un ente pubblico locale come:

Qual è la differenza tra dipendenti pubblici e dipendenti statali?

C’è differenza tra i dipendenti pubblici e quelli statali? Assolutamente sì. Anche se dal nome sembrano molto simili, non è così. I lavoratori pubblici sono coloro che hanno un impiego presso le amministrazioni pubbliche locali, mente quelli statali sono dipendenti presso gli enti e organi della Pubblica Amministrazione.

Gli enti statali della Pubblica Amministrazione prevedono anche una dislocazione territoriale degli uffici e si distinguono in:

Fai attenzione, tra i dipendenti delle Forze di Polizia, non sono annoverati gli operatori della Polizia locale come quelli che rientrano nella polizia municipale o nella polizia provinciale.

Questi lavoratori appartengono infatti al comparto delle Regioni e delle autonomie locali (come comuni e province), tant’è che vengono assunti direttamente con concorsi territoriali.

Dipendenti pubblici: categorie
L’immagine mostra le lettere “A”, “B”, “C” e “D”, simbolo delle varie categorie per i dipendenti pubblici

FAQ sulle categorie per i dipendenti pubblici

Le categorie per i dipendenti pubblici sono uniformi in tutte le organizzazioni pubbliche?

No, le categorie per i lavoratori pubblici possono variare da un’organizzazione all’altra in base alle specifiche esigenze e politiche di ciascuna.

Tuttavia, come abbiamo visto nel nostro articolo, spesso esistono linee guida e standard (CCNL delle funzioni locali ndr) che mirano a garantire una certa coerenza e trasparenza nell’assegnazione delle categorie.

Cosa succede se ritengo di essere assegnato a una categoria errata?

Se ritieni che la tua assegnazione a una categoria sia errata, è importante rivolgerti al dipartimento delle risorse umane dell’ente presso il quale presti servizio.

Potrai quindi fornire le prove del tuo livello di competenze e responsabilità, e il dipartimento valuterà la situazione per apportare eventuali correzioni necessarie e cambiarti di categoria.

Possono cambiare le categorie per i dipendenti pubblici nel tempo?

Sì, le categorie per i professionisti del settore pubblico possono cambiare nel tempo in base all’evoluzione delle esigenze dell’organizzazione e delle politiche di gestione delle risorse umane.

I cambiamenti potrebbero derivare dall’accumulazione di anni di carriera, dall’ottenimento di promozioni, dall’acquisizione di nuove competenze o dalle riassegnazioni a ruoli diversi.

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