In questo approfondimento vi parleremo di dipendenti pubblici e partita IVA: sono compatibili? (scopri le ultime notizie su lavoro, disoccupazione, offerte di lavoro e concorsi attivi. Ricevi le news gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Dipendenti pubblici e partita IVA: è possibile?
Una delle differenze tra dipendenti privati e dipendenti pubblici, è che i primi non hanno problemi o limitazioni nell’aprire una partita IVA, per un’eventuale attività privata.
I dipendenti pubblici, invece, difficilmente possono aprire una partita IVA e svolgere un’attività di lavoro autonomo in contemporanea col loro impiego pubblico.
In genere, il dipendente pubblico ha l’obbligo di esclusiva con la pubblica amministrazione per la quale presta servizio. Esclusiva che perdura anche quando al lavoratore vengono concessi periodi di aspettativa per motivi personali, di studio o familiari.
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Dipendenti pubblici e partita IVA: eccezioni
Dunque, di norma i dipendenti pubblici non potrebbero aprire una partita IVA e svolgere un’attività in proprio, neppure durante i periodi di aspettativa o se è stato sottoscritto un contratto a tempo determinato.
Ci sono, però, delle eccezioni. Per alcune categorie di lavoratori è possibile svolgere una seconda attività, magari con partita IVA, a condizione che sia comunque priorità all’occupazione principale.
Parliamo di due categorie:
- gli insegnanti;
- i dipendenti pubblici con contratto di lavoro part time (18 ore).
Insegnanti pubblici e partita IVA: come funziona?
Come detto, gli insegnanti pubblici possono aprire una partita IVA, ma solo per svolgere alcune attività. La legge vieta lo svolgimento di attività di tipo imprenditoriale (commercio e industria), neppure in qualità di soci, se non quando la responsabilità del socio sia limitata per legge o per atto costitutivo della società.
La normativa consente di possedere azioni di una SpA o far parte di una Srl (Società a responsabilità limitata).
In questo caso la seconda attività non andrebbe in conflitto di interessi con l’attività principale. Gli insegnanti possono svolgere attività di tipo professionale, ma solo se approvate dal dirigente scolastico, che dovrà verificare la compatibilità con gli orari di insegnamento e gli impegni.
Il dirigente scolastico può rifiutare il consenso? Sì, se dovesse considerare la seconda attività lavorativa incompatibile con l’insegnamento.
Dipendenti pubblici part time e partita IVA: come funziona?
Anche i dipendenti pubblici con un contratto di lavoro part time possono aprire una partita IVA, a condizione che il loro contratto di lavoro non sia superiore al 50% rispetto all’orario pieno (fino a 18 ore).
Per il via libera è necessario richiedere il permesso all’amministrazione, chiamata a verificare la compatibilità di orari e attività: la seconda attività non deve mai interferire con gli orari e gli interessi della pubblica amministrazione.
Dipendenti pubblici e partita IVA: altre eccezioni
Ci sono, poi, altri casi particolari che prevedono la possibilità, per un dipendente pubblico, di aprire una partita IVA, anche se non è un insegnante o un lavoratore part time.
In questi casi parliamo di permessi speciali concessi dall’amministrazione pubblica, ma solo se:
- non c’è conflitto di interessi tra attività lavorative;
- è un incarico temporaneo, che non interferisce in alcun modo con l’attività della pubblica amministrazione.
- l’attività si svolge fuori dall’orario di ufficio.

Faq sui dipendenti pubblici
Un dipendente pubblico può intraprendere un’attività lavorativa occasionale?
Secondo la legislazione italiana, non è possibile per un dipendente pubblico svolgere altre attività lavorative, incluse le prestazioni occasionali. Questo è dovuto al principio di esclusività del rapporto di lavoro pubblico, stabilito per prevenire potenziali conflitti d’interesse. L’unica eccezione è se un dipendente pubblico lavora part-time, in tal caso potrebbe svolgere altri lavori occasionali che non contrastino con le sue mansioni nella pubblica amministrazione.
C’è mai stata un’eccezione alla norma che impedisce ai dipendenti pubblici di svolgere attività occasionali?
Sì, c’è stata un’eccezione. Nel 2001, il Tribunale di Firenze ha stabilito un precedente, permettendo ad un dipendente pubblico di svolgere un’attività occasionale come opinionista sportivo per una emittente radiofonica. Il giudice ha deciso che questa attività rientra tra le libertà costituzionali di libera manifestazione del pensiero. Tuttavia, questa sentenza è specifica per il caso e non costituisce un cambiamento generale della legge.
Quando arriva la liquidazione per i dipendenti pubblici
La liquidazione del TFS segue tempistiche differenti a seconda delle cause di cessazione del rapporto di lavoro. Mentre il TFR e il TFS dei dipendenti del settore privato vengono erogati, generalmente, entro 45 giorni dalla fine del rapporto lavorativo, i tempi di attesa per i dipendenti pubblici sono più lunghi:
- 90 giorni, per le pensioni di inabilità o per decesso del lavoratore;
- 12 mesi dalla data in cui è cessato il servizio per limiti di età e di servizio;
- 24 mesi per tutti gli altri casi di cessazione del rapporto di lavoro (ad esempio dimissioni o licenziamento).
Qual è la deadline per le domande di cessazione dei docenti?
La deadline per la presentazione delle domande di cessazione dal servizio per i docenti, il personale educativo e il personale Ata è fissata per il 23 ottobre. Tuttavia, per i dirigenti scolastici, la data limite è diversa: essi hanno tempo fino al 28 febbraio 2024.
Come si presenta l’istanza di cessazione per le pensioni scuola?
L’istanza di cessazione deve essere inoltrata entro il 23 ottobre esclusivamente attraverso la procedura web POLIS “istanze on line”. Tuttavia, il personale in servizio all’estero ha la possibilità di presentare l’istanza anche in forma analogica o digitale. Per il personale delle province di Trento, Bolzano ed Aosta, le domande vanno presentate in formato cartaceo direttamente alla sede scolastica di servizio/titolarità.
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