Divieto di licenziamento e Naspi per i papà in congedo, lo ha chiarito l’INPS nel messaggio numero 1356 del 2023.
INDICE
- Divieto di licenziamento e Naspi per i papà in congedo: la norma
- Divieto di licenziamento e Naspi per i papà in congedo: retroattiva
- Divieto di licenziamento e Naspi per i papà in congedo: dimissioni
- Divieto di licenziamento e Naspi per i papà in congedo: contributi
- Divieto di licenziamento e Naspi per i papà in congedo: come funziona
- Divieto di licenziamento e Naspi per i papà in congedo: retribuzione
L’istituto previdenziale ha fornito una serie di interpretazioni sulla tutela dei padri lavoratori dopo un confronto con il ministero del Lavoro. Le disposizioni sono contenute nel decreto legislativo numero 105 del 2022, entrato in vigore il 13 agosto dello scorso anno, dopo aver recepito la direttiva Ue (numero 1158 del 2019). Quella che riguarda l’equilibrio tra attività professionale e vita familiari per i genitori.
La stessa, per intenderci, che ha eliminato la figura del referente unico dalla Legge 104 e aperto anche alle coppie di fatto la possibilità di fruire del congedo biennale retribuito per assistere una persona con disabilità grave.
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Divieto di licenziamento e Naspi per i papà in congedo: la norma
Con il decreto legislativo numero 105 del 2022 è stato sancito il divieto di licenziamento, già previsto per le lavoratrici, anche per i padri. Un divieto che si estende fino a un anno di vita del bambino.
Me entriamo nei dettagli.
È illegittimo il licenziamento disposto durante il periodo di gravidanza della lavoratrici, fino al periodo di interdizione dal lavoro e fino al compimento di un anno di età del bambino (articolo 54 del decreto legislativo numero 151 del 2001).
Ebbene il decreto legislativo numero 105 del 2022 ha esteso questa disposizione anche al padre lavoratore che beneficia del congedo obbligatorio o alternativo.
Per essere ancora più chiari e citare anche la normativa: il divieto di licenziamento (se il papà è in congedo) si applica al padre lavoratore «per tutta la durata del congedo stesso e si estende fino al compimento di un anno di età del bambino».
Divieto di licenziamento e Naspi per i papà in congedo: retroattiva
La norma ha una efficacia retroattiva al 13 agosto. Cosa significa? Che il padre lavoratore che beneficia del congedo di paternità, sia esso obbligatorio o alternativo, e che presenta delle dimissioni volontarie dal lavoro entro il primo anno di vita del figlio, ha diritto a ricevere l’indennità di disoccupazione Naspi (ovviamente se rientra anche negli altri requisiti che sono previsti dalla legge), che sono questi:
- requisito contributivo: tredici settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione;
- requisito lavorativo: trenta giorni di lavoro effettivo nei dodici mesi precedenti l’inizio della disoccupazione.
Divieto di licenziamento e Naspi per i papà in congedo: dimissioni
L’INPS ha anche spiegato, all’interno dello stesso messaggio (diffuso il 12 aprile), che nel periodo in cui è vietato licenziare il padre lavoratore (entro il compimento di un anno di età del figlio), se il dipendente si dimette, l’azienda ha l’obbligo di versare il ticket di licenziamento (articolo 2, commi 31 e 35 della legge 92 del 2012).
Cos’è il ticket licenziamento? Si tratta di un contributo che oscilla da 603,2 a 1.809,3 euro (dipende dall’anzianità del lavoratore).
Divieto di licenziamento e Naspi per i papà in congedo: contributi
Anche l’obbligo contributivo, che è già previsto in caso di dimissioni della lavoratrice durante il periodo di tutela della maternità, viene ampliato e comprende anche il lavoratore padre.
Quest’onere è stato introdotto a partire dal 13 agosto e coinvolge quindi tutte le dimissioni rassegnate da quella data.
Come funziona per i padri lavoratori in congedo paternità obbligatoria che si sono dimessi prima che l’INPS diffondesse il messaggio del 12 aprile?
In questo caso il datore di lavoro avrà l’obbligo di versare al dipendente il ticket, ma senza sanzioni e interessi. Gli importi dovranno essere pagati non oltre il prossimo 16 luglio.
Divieto di licenziamento e Naspi per i papà in congedo: come funziona
Il congedo di paternità obbligatorio è di 10 giorni (in caso di parto plurimo questo periodo si estende a 20 giorni). È regolato dal decreto legislativo numero 105 del 30 giugno 2022.
Prevede queste disposizioni:
- i 10 giorni possono anche non essere continuativi ma frazionabili a ore;
- vanno presi nel periodo va dai due mesi prima del parto ai cinque mesi successivi alla nascita (stesso periodo durante il quale può prendere la maternità la madre, per la quale però il congedo obbligatorio dura cinque mesi);
- il congedo è fruibile entro lo stesso arco temporale, anche in caso di morte perinatale del figlio.

Divieto di licenziamento e Naspi per i papà in congedo: retribuzione
Il congedo di paternità obbligatorio (questa è la differenza con quello facoltativo) deve essere sempre retribuito al 100 per cento e prevedere l’accreditamento di contributi figurativi (che sono validi per determinare sia la misura, sia il diritto alla pensione).
I giorni di congedo possono essere fruiti dal padre anche durante il congedo di maternità della madre. Sono poi compatibili anche con la fruizione del congedo di paternità alternativo a quello della madre (a condizione che non siano gli stessi giorni).
Il congedo di paternità spetta a tutti i lavoratori dipendenti (pubblici e privati), sono inclusi anche i lavoratori domestici (che non devono rispettare il requisito contributivo), e gli agricoli a tempo determinato.
Per i lavoratori domestici e gli agricoli a tempo determinato è però necessario che il rapporto di lavoro sia in corso.
Non sono inclusi i lavoratori dello spettacolo e gli autonomi iscritti alla gestione separata.