Giovani, record di inattivi in Italia: siamo il primo Paese in Ue per numero di ragazzi che non studiano e non lavorano. (scopri le ultimissime notizie sul lavoro sempre aggiornate. Ricevi su WhatsApp e sul canale Telegram la rassegna stampa con le ultime novità sui concorsi e sul mondo del lavoro. Resta sempre aggiornato sulla nostra pagina Facebook e Prova il nostro tool online per la ricerca di lavoro in ogni parte d’Italia. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
Sono i cosiddetti neet, ovvero quei giovani che non sono impegnati in nessuna attività di formazione e non sono alla ricerca di un’occupazione. Nel 2022 erano 1,6 milioni. Ma l’Italia è anche il secondo Paese in Ue per numero di imprese e partite Iva di under 35. Vediamo in questo post anche quali sono le attività destinate a sparire e quelle dove invece è previsto un aumento della domanda.
Tra gli inattivi con meno di 35 anni ci sono:
- 1,033 milioni di donne (65,9 per cento del totale);
- 535.000 uomini (34,1 per centi).
La parte più rilevante dei giovani inattivi è al Sud, con il 55,6 per cento. Un tasso che raggiunge il 37,7 per cento degli under 35, più del doppio rispetto ai dati del Centro Nord (16,8 per cento).
Tra gli inattivi under 39 che sono in possesso di una laurea, il numero di neet è di 468.100. Due terzi di questa cifra è composto da donne.
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Giovani, record di inattivi: dati in crescita
Sono dati preoccupanti. Il governo ha avviato una serie di iniziative per agevolare proprio le assunzioni dei neet. Sull’efficacia di queste misure sarà possibile esprimere un giudizio concreto solo tra qualche mese.
Sono dati preoccupanti perché in costante crescita. In 18 anni il tasso dei giovani italiani inattivi è aumentato del 3,4 per cento (nel 2004 era del 21,9 per cento, oggi è del 25,4 per cento).
La fotografia sulla realtà dei giovani inattivi in Italia viene fuori da un rapporto di Confartigianato record di inattivi, presentato il 26 maggio 2023.
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Giovani, record di inattivi: primi in Europa
Come accennato il dato conferma l’Italia al primo posto per numero di giovani che non studiano e non cercano un’occupazione. Questi i numeri di tre nazioni che possono fornire un riscontro statistico significativo:
- il Germania il tasso di inattività tra i giovani è al 13,9 per cento;
- in Spagna al 13,7 per cento;
- in Francia al 12,7 per cento.
Siamo al 25,4 per cento, la media europea è del 15 per cento.
Giovani, record di inattivi: Regioni più attrattive
Il dato è molto disomogeneo nel nostro Paese. Ci sono Regioni molto attrattive per i giovani, altre dove invece è più difficile anche solo cercare un’occupazione.
La Lombardia è la Regione che propone migliori condizioni per i giovani, sia per un lavoro dipendente, sia per fare impresa. Ha un indice di 798 punti, superiore del 27,3 per cento rispetto alla media nazionale.
Subito dopo c’è il Piemonte, con 770 punti (superiore del 22,9 per cento rispetto alla media nazionale). E quindi il Veneto (760 punto, più 22,6 per cento), l’Emilia Romagna (730 punti, più 16,4 per cento) e il Trentino Alto Adige (716 punti, più 14,2 per cento).
Tutte Regioni dell’Italia settentrionale, un dato che lascia supporre, come era prevedibile, una situazione del tutto diversa al Sud.
Giovani, record di inattivi: situazione al Sud
Infatti nel Mezzogiorno i giovani hanno molte più difficoltà, non solo a trovare un lavoro, ma anche ad avere delle concrete possibilità di crescere dal punto di vista professionale.
Il Molise è in fondo alla classifica, con 376 punti, inferiore del 40 percento. alla media nazionale. C’è poi la Sardegna (384 punti, meno 38,7 per cento) e al terzultimo posto la Calabria (393 punti, meno 37,4 per cento).
Giovani, record di inattivi: le province
Queste sono invece le province dove c’è un numero molto più ridotto di giovani che non studiano e non lavorano:
- Cuneo con 771 punti;
- Bergamo con 756 punti;
- Vicenza con 743 punti;
- Lecco e Treviso con 739 punti;
- Modena con 731 punti;
- Como con 729 punti;
- Brescia con 728 punti;
- Monza e Brianza con 725 punti;
- Lodi e Verona con 724 punti.
Queste sono invece le province dove la condizione dei giovani è più difficile:
- Isernia con 413 punti;
- Foggia con 410 punti;
- Vibo Valentia e Siracusa con 404 punti;
- Taranto con 402 punti;
- Campobasso con 393 punti;
- Crotone con 391 punti;
- Agrigento con 388 punti;
- Sassari con 386 punti;
- Caltanissetta (in fondo alla classifica) con 338 punti.
Giovani, record di inattivi: il dato positivo
C’è però un dato sempre nel rapporto di Confartigianato che segnala di contro una certa vivacità dei giovani. L’Italia è infatti al secondo posto nell’Unione Europea e dietro solo alla Francia, per numero di imprenditori e lavoratori autonomi con meno di 35 anni.
Un dato positivo che deriva però da una causa negativa: ovvero la popolazione tra 29 e 35 anni è diminuita in Italia dello 0,9 per cento, mentre è cresciuta dello 0,9 per cento in Francia.
Comunque, nel 2022 le imprese guidate da un under 35 in Italia erano 522.000, l’8,7 per cento del totale. Di queste 123.082 (il 23,6 per cento) sono artigiane.
Questo il dato per Regione delle imprese artigiane gestite da giovani:
- Lombardia: 23.380 imprese;
- Piemonte: 12.210 imprese;
- Emilia Romagna: 10.616;
- Veneto: 10.437;
- Lazio: 9.920;
- Campania: 8.418;
- Toscana: 8.298: Sicilia con 7.335.
Giovani, record di inattivi: imprese per provincia
Queste sono le province dove è più significativa la vocazione artigiana dei giovani:
- Reggio Emilia: con il 43,8 per cento di imprese gestite da under 35;
- Lecco e Trieste: con 41,3 per cento;
- Pordenone con 39,3 per cento;
- Bergamo con 38,5 per cento;
- Varese con 37,9 per cento;
- Como con 37,8 per cento;
- Bolzano con 36,8 per cento;
- Savona con 36,1 per cento;
- Aosta con 35,9 per cento;
- Imperia e Mantova con 35,5 per cento;
- Verbania con 35,1 per cento;
- Gorizia con 35 per cento;
- Forlì – Cesena con 34,9 per cento.
Giovani, record di inattivi: i lavori che spariscono
I lavori che stanno sparendo a velocità più rapida sono quelli impiegatizi o legati alle attività di segreteria. Come i bancari allo sportello, gli impiegati delle Poste, i cassieri, i bigliettai.
Il declino è costante e sarà sempre più accentuato anche per i lavori che prevedono come mansione l’inserimento dei dati, ma anche tutte le attività legate alla burocrazia.
Queste operazioni saranno completamente automatizzate nel giro di qualche anno.

Giovani, record di inattivi: i settori che crescono
Una crescita occupazione è prevista invece per questi tre settori:
- e-commerce;
- istruzione;
- agricoltura.
Nelle scuole e nelle università si prevede una crescita del 10 per cento della forza lavoro.
Salirà anche il fabbisogno di professionisti del settore agricolo, soprattutto gli operatori di macchine agricole (più 30 per cento della domanda).
Saranno ovviamente in aumento esponenziale anche i lavori abilitati dal digitale (e-commerce, esperti di marketing e strategia digitale).
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