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In pensione con 17 anni di contributi

In pensione con 17 anni di contributi: quando è possibile e quanto si prende al mese di pensione? Ne parliamo in questo articolo.

di Carmine Roca

Giugno 2023

Quando è possibile andare in pensione con 17 anni di contributi? Scopriamolo in questo approfondimento (scopri le ultimissime notizie sulle pensioni sempre aggiornate. Ricevi su WhatsApp e sul canale Telegram la rassegna stampa con le ultime novità sui concorsi e sul mondo del lavoro. Resta sempre aggiornato sulla nostra pagina Facebook e Prova il nostro tool online per la ricerca di lavoro in ogni parte d’Italia. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

In pensione con 17 anni di contributi? È un’impresa!

Andare in pensione con 17 anni di contributi è piuttosto difficile: siamo sotto il limite contributivo minimo fissato per l’accesso alla pensione di vecchiaia (20 anni).

E già questo rischia di far saltare il banco e di costringere il lavoratore o la lavoratrice a salti mortali per garantirsi un assegno mensile.

A meno che non abbiate anni di contributi da riscattare o le possibilità economiche (e l’autorizzazione dell’INPS) per versare volontariamente 3 anni di contributi per arrivare all’anzianità contributiva minima, la pensione di vecchiaia, per voi, rimane un miraggio.

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In pensione con 17 anni di contributi: soluzioni

Non resta, dunque, che sperare di rientrare in 4 specifiche categorie di potenziali beneficiari. Le prime due sono collegate alle deroghe della legge Amato.

La prima consente l’uscita dal mondo del lavoro a 67 anni di età e con soli 15 anni di contributi versati, ma soltanto se sono maturati prima del 1992.

Parliamo, dunque, di una soluzione particolarmente remota: in pensione può andarci chi ha iniziato a lavorare nel 1975, a 19 anni di età, smettendo nel 1992 dopo aver messo assieme 17 anni di contributi, per non riprendere mai più a lavorare.

La seconda possibilità, sempre legata alla legge Amato, consente l’uscita con 15 anni di contributi a chi ha richiesto l’autorizzazione a versare contributi volontari entro la fine del 1992.

Chi non rientra in queste categorie, può provare a uscire con la pensione di vecchiaia contributiva, misura anch’essa non propriamente abbordabile, dal momento che permette l’uscita a 71 anni di età, con soli 5 anni di contributi versati, ma tutti a partire dal 1996 in poi. Anche un solo mese di contributi versato prima del 1996 non consentirebbe l’accesso alla pensione.

Se anche questo insieme ristretto di potenziali beneficiari non fa al caso vostro, allora non vi rimane che provare a rientrare tra coloro che possono sfruttare il computo presso la gestione separata, con la pensione di vecchiaia contributiva.

Il lavoratore che ha versato contributi in due o più casse o gestioni diverse, con un’anzianità contributiva di almeno 15 anni, di cui almeno 5 anni versati dal 1996 e un’anzianità contributiva inferiore a 18 anni fino al 1995, può andare in pensione con questa formula, altrettanto faticosa.

In pensione con 17 anni di contributi: quanto si prende al mese?

Come visto, andare in pensione con 17 anni di contributi può essere un’impresa. Tutto diventa più facile se gli anni di contributi sono stati versati a partire dal 1996.

In questo caso si può puntare sulla pensione di vecchiaia contributiva, una volta compiuti 71 anni di età. L’ultima ancora di salvezza per i pensionati con pochi contributi a disposizione.

Ma quanto si prende di pensione con 17 anni di contributi? In questo caso, considerando anche il calcolo dell’assegno col metodo contributivo, ci si ritroverà di fronte a pensioni misere, anche al di sotto della soglia minima di sopravvivenza fissata ogni anno dallo Stato (563,72 euro nel 2023).

Senza dimenticare che l’integrazione al minimo non spetta sulle pensioni calcolate interamente col sistema contributivo: una vera beffa per chi ha già avuto carriere discontinue e con pochi contributi versati.

Per fare un esempio, prendiamo un lavoratore dipendente di 71 anni, con 17 anni di contributi e una retribuzione di 26.000 euro lordi annui.

Per calcolare il suo assegno dovremo individuare il montante contributivo, ovvero l’insieme delle quote di retribuzione lorda annua accantonate dal 1996 in poi: per ogni anno di lavoro si accantona il 33%.

Dunque, il 33% di 26.000 euro è 8.580 euro, moltiplicato per 17 anni di contributi ci dà come risultato: 145.860 euro, l’importo del montante contributivo.

Su questo valore incide il coefficiente di trasformazione, che trasforma il montante contributivo in pensione: a 71 anni, il coefficiente è del 6,655%. Il 6,655% di 145.860 euro è 9.707 euro, l’importo lordo di un anno di pensione, circa 747 euro lordi al mese, intorno ai 500 euro netti al mese.

Con una retribuzione di 24.000 euro lordi annui maturerà una pensione di 8.960 euro lordi l’anno, circa 450 euro netti al mese, mentre con 22.000 euro lordi di retribuzione annua spetta una pensione di 400 euro netti al mese.

In pensione con 17 anni di contributi
In pensione con 17 anni di contributi: in foto una coppia di coniugi legge un giornale.

Faq su come andare in pensione con 17 anni di contributi

Quando posso andare in pensione con 17 anni di contributi?

Andare in pensione con 17 anni di contributi non è semplice. Siamo sotto il limite di 20 anni, necessario per la pensione di vecchiaia. Puoi accedere a questo tipo di pensione solo se hai anni di contributi da riscattare o se hai le possibilità economiche per versare volontariamente 3 anni di contributi.

Ci sono soluzioni per andare in pensione con 17 anni di contributi?

Sì, ci sono 4 categorie specifiche di lavoratori che possono andare in pensione con 17 anni di contributi. Due di queste riguardano le deroghe della legge Amato. La prima permette di andare in pensione a 67 anni se i contributi sono stati versati prima del 1992. La seconda riguarda chi ha richiesto di versare contributi volontari entro la fine del 1992. Altri possono accedere alla pensione di vecchiaia contributiva a 71 anni se tutti i contributi sono stati versati dopo il 1996. Infine, chi ha versato contributi in due o più casse o gestioni diverse può accedere alla pensione di vecchiaia contributiva.

Quanto posso prendere al mese se vado in pensione con 17 anni di contributi?

Andare in pensione con 17 anni di contributi non ti darà una pensione generosa. Se i contributi sono stati versati dal 1996 in poi, la pensione di vecchiaia contributiva è un’opzione, ma il risultato sarà comunque sotto la soglia minima di sopravvivenza (563,72 euro nel 2023). Ad esempio, un lavoratore dipendente di 71 anni, con 17 anni di contributi e una retribuzione di 26.000 euro lordi annui, avrà una pensione di circa 500 euro netti al mese.

Posso beneficiare dell’integrazione al minimo se vado in pensione con 17 anni di contributi?

No, l’integrazione al minimo non è disponibile per le pensioni calcolate interamente con il sistema contributivo. Questo è un problema per chi ha avuto carriere discontinue e con pochi contributi versati.

Come si calcola l’assegno pensionistico se vado in pensione con 17 anni di contributi?

Il calcolo dell’assegno pensionistico si basa sul montante contributivo, che è l’insieme delle quote di retribuzione lorda annua risparmiate dal 1996 in poi. Per ogni anno di lavoro, si accumula il 33% della retribuzione. Questo montante viene poi moltiplicato per un coefficiente di trasformazione per determinare l’importo dell’assegno. Ad esempio, un lavoratore dipendente di 71 anni con 17 anni di contributi e una retribuzione di 26.000 euro lordi annui avrà un montante contributivo di 145.860 euro, che si traduce in una pensione di circa 747 euro lordi al mese, o circa 500 euro netti al mese.

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