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In pensione con 35 anni di contributi

In pensione con 35 anni di contributi: ecco tutte le soluzioni possibili e come si calcola l'importo dell'assegno mensile.

di Carmine Roca

Giugno 2023

Come si va in pensione con 35 anni di contributi? Vediamolo insieme in questo approfondimento (scopri le ultimissime notizie sulle pensioni sempre aggiornate. Ricevi su WhatsApp e sul canale Telegram la rassegna stampa con le ultime novità sui concorsi e sul mondo del lavoro. Resta sempre aggiornato sulla nostra pagina Facebook e Prova il nostro tool online per la ricerca di lavoro in ogni parte d’Italia. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

In pensione con 35 anni di contributi: quando è possibile?

Sono diverse le possibilità a disposizione dei lavoratori e delle lavoratrici che vogliono andare in pensione con 35 anni di contributi.

Questa anzianità contributiva rappresenta un po’ uno spartiacque tra le formule anticipate e la pensione di vecchiaia.

In pensione con 35 anni di contributi si può andare con:

Dunque, parliamo di una buona gamma di soluzioni per chi ha compiuto 67 anni e per chi, con un’età inferiore, vuole anticipare l’uscita dal mondo del lavoro: in questo caso, le possibilità sono legate al soddisfacimento di particolari condizioni lavorative o sanitarie, come vedremo a breve.

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In pensione con 35 anni di contributi: pensione di vecchiaia

Andare in pensione con 35 anni di contributi è sicuramente possibile una volta compiuti 67 anni: per la pensione di vecchiaia, infatti, “bastano” 20 anni di contributi.

Volendo calcolare l’assegno mensile di un lavoratore in pensione con 35 anni di contributi, potremmo prendere come esempio un impiegato di 67 anni, con 15 anni di contributi versati fino al 1995 e 20 anni versati dal 1996 ad oggi, con una retribuzione lorda annua di 28.000 euro.

Utilizzeremo il sistema misto, individuando due quote: la prima calcolata col sistema retributivo (l’aliquota del 2% moltiplicata per gli anni di contributi maturati fino al 1995 e il risultato (30%) applicato sulle ultime retribuzioni percepite). Il valore della prima quota potrebbe aggirarsi sui 9.000 euro.

La seconda quota la calcoleremo col metodo contributivo, attraverso il montante contributivo, che è l’insieme delle quote di retribuzione accantonate dal lavoratore dal 1996 ad oggi (il 33% per i dipendenti). Il 33% di 28.000 euro è 9.240 euro, per 20 anni di contributi è pari a 184.800 euro, l’importo del montante contributivo.

Su questo valore agisce il coefficiente di trasformazione, che trasforma il montante in quota di pensione: a 67 anni, il coefficiente è del 5,723%. Il 5,723% di 184.800 euro è 10.577 euro, l’importo della seconda quota.

Ora sommiamo le due quote (9.000 euro e 10.577 euro) per avere l’importo lordo di un anno di pensione: 19.577 euro, circa 1.500 euro lordi al mese, intorno ai 1.100 euro netti al mese.

Con una retribuzione lorda annua di 25.000 euro, potrebbe maturare una pensione netta mensile di poco inferiore ai 1.000 euro, mentre con uno stipendio lordo annuo di 22.000 euro, verrà fuori una pensione di 850 euro netti al mese.

In pensione con 35 anni di contributi: Opzione Donna

Come visto in apertura, con 35 anni di contributi si può andare in pensione anche con Opzione Donna.

Dal 1° gennaio 2023, la misura è accessibile soltanto alle donne lavoratrici che hanno compiuto 60 anni di età e versato 35 anni di contributi, se appartenenti a queste categorie: licenziate, dipendenti di aziende in crisi, caregiver che da almeno 6 mesi assistono coniuge o familiari con disabilità gravi e invalide civile, con una percentuale minima di riduzione della capacità lavorativa al 74%.

Ha diritto a uno sconto anagrafico (ma non contributivo) la lavoratrice che ha avuto un figlio (l’età di uscita s’abbassa 59 anni) e la lavoratrice che ha avuto 2 o più figli (l’età di uscita s’abbassa a 58 anni).

Confermato il ricalcolo dell’assegno con il metodo contributivo, piuttosto penalizzante per le lavoratrici che hanno maturato parecchi anni di contributi prima del 1996.

Ad esempio, una lavoratrice di 60 anni di età, con 35 anni di contributi e una retribuzione lorda annua di 28.000 euro, percepirebbe una pensione lorda annua di 14.925 euro, circa 800 euro netti al mese.

In pensione con 35 anni di contributi: Ape Sociale

In pensione con 35 anni di contributi è possibile andarci anche con l’Ape Sociale, l’anticipo pensionistico che spetta a lavoratori e lavoratrici appartenenti a determinate categorie tutelate dallo Stato, in possesso di 30, 32 o 36 anni di contributi, al compimento dei 63 anni di età.

Con 35 anni di contributi versati possono andare in pensione i disoccupati, i caregiver che da almeno 6 mesi assistono il coniuge o un familiare con disabilità grave, gli invalidi civili con almeno il 74% di invalidità riconosciuta, i lavoratori edili e i ceramisti e le lavoratrici donne impiegate in mansioni gravose, con almeno un figlio avuto (35 anni di contributi, anziché i 36 anni previsti).

Non potranno andare in pensione con 35 anni di contributi i lavoratori gravosi, per i quali l’accesso è consentito soltanto con 36 anni di contributi versati.

L’importo dell’assegno mensile è pari al valore della pensione maturata al momento della presentazione della domanda, ma non può superare i 1.500 euro lordi al mese.

In pensione con 35 anni di contributi
In pensione con 35 anni di contributi: in foto una coppia in pensione.

In pensione con 35 anni di contributi: pensione per lavori usuranti

L’ultima possibilità per andare in pensione con 35 anni di contributi è la pensione per lavori usuranti.

Si parte da un minimo di 61 anni e 7 mesi, con 35 anni di contributi (lavoratori dipendenti).

La pensione per lavori usuranti segue lo schema delle quote:

Se il lavoratore ha effettuato dai 72 ai 77 turni di notte in un anno di lavoro (da non confondere con l’anno solare), potrà andare in pensione con 62 anni e 7 mesi di età se dipendente (quota 98,7) o con 63 anni e 7 mesi di età se lavoratore autonomo (quota 99,7).

Se il lavoratore ha effettuato dai 64 ai 71 turni di notte in un anno di lavoro, potrà andare in pensione con 63 anni e 7 mesi di età (quota 99,7) se dipendente oppure con 64 anni e 7 mesi di età (quota 100,7) se lavoratore autonomo.

Faq su andare in pensione con 35 anni di contributi

In pensione con 35 anni di contributi: quando è possibile?

Le possibilità di andare in pensione con 35 anni di contributi includono la pensione di vecchiaia, Opzione Donna, l’Ape Sociale e la pensione per lavori usuranti.

Quali sono i requisiti per accedere all’Opzione Donna con 35 anni di contributi?

Per accedere all’Opzione Donna con 35 anni di contributi, le donne devono aver compiuto 60 anni e appartenere a queste categorie: licenziate, dipendenti di aziende in crisi, caregiver, invalide civili al 74%.

Come funziona l’Ape Sociale per andare in pensione con 35 anni di contributi?

L’Ape Sociale permette di andare in pensione con 35 anni di contributi ed è rivolto a lavoratori e lavoratrici di determinate categorie protette dallo Stato.

Quali sono i requisiti per ottenere la pensione per lavori usuranti con 35 anni di contributi?

Per ottenere la pensione per lavori usuranti con 35 anni di contributi, i lavoratori dipendenti devono avere un’età minima di 61 anni e 7 mesi, mentre i lavoratori autonomi devono avere almeno 62 anni e 7 mesi. Si applicano anche quote diverse se si è svolto un numero specifico di turni di notte durante l’anno lavorativo.

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