Oggi vi parliamo di invalidità civile e agevolazioni per la pensione (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Invalidità civile e agevolazioni per la pensione: tabella
Ai lavoratori e alle lavoratrici invalidi/e civili, il nostro ordinamento previdenziale riconosce alcune agevolazioni pensionistiche, che riassumeremo nella tabella in basso:
AGEVOLAZIONI PENSIONISTICHE | REQUISITI |
Assegno ordinario di invalidità | Riduzione della capacità lavorativa pari o superiore a 2/3, 5 anni di contributi versati (di cui almeno 3 nel quinquennio prima della domanda) |
Pensione di inabilità lavorativa | Perdita totale e permanente della capacità lavorativa, 5 anni di contributi versati (di cui almeno 3 nel quinquennio prima della domanda) |
Pensione di vecchiaia anticipata per invalidi civili | 61 anni di età (uomini) o 56 anni di età (donne), dipendenti del settore privato, con almeno 20 anni di contributi versati e una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore all’80% |
Quota 41 precoci | 41 anni di contributi, di cui uno prima di compiere 19 anni. Occorre almeno il 74% di invalidità riconosciuta |
Ape Sociale | 63 anni di età, 30 anni di contributi versati e una percentuale di invalidità pari o superiore al 74% |
Opzione Donna | 60 anni di età (con sconti in base ai figli), 35 anni di contributi e un’invalidità pari o superiore al 74% |
Contribuzione figurativa | Ai lavoratori invalidi (dal 74% in poi), sordomuti, agli invalidi civili di guerra, invalidi di guerra e per causa di servizio spettano 2 mesi di contributi figurativi per ogni anno di lavoro svolto, fino a un massimo di 5 anni |
Assegno ordinario di invalidità e pensione di inabilità lavorativa
L’Assegno ordinario di invalidità e la pensione di inabilità lavorativa sono le prestazioni più comuni dedicate ai lavoratori con una ridotta o inesistente capacità lavorativa.
L’Assegno ordinario di invalidità è destinato ai lavoratori e alle lavoratrici a cui è stata riconosciuta una riduzione della capacità lavorativa pari ad almeno 2/3 (oltre il 67% di invalidità), mentre la pensione di inabilità lavorativa è rivolta ai lavoratori e alle lavoratrici inabili al lavoro (100% di invalidità).
Per poter richiedere l’AOI o la pensione di inabilità è necessario che il lavoratore o la lavoratrice invalido/a abbia maturato almeno 5 anni di contributi, di cui almeno 3 anni negli ultimi 5 anni prima di presentare domanda.
Entra nella community, informati e fai le tue domande su YouTube e Instagram.
Assegno ordinario di invalidità e pensione di inabilità lavorativa: differenze
L’AOI può essere rinnovato ogni 3 anni (ci si può anche rifiutare di riceverlo, se, ad esempio, non conviene economicamente). Al terzo rinnovo di fila la prestazione diventa permanente e non può più essere rifiutata dall’interessato.
A differenza della pensione di inabilità, che vieta qualsiasi forma di attività lavorativa, chi percepisce l’Assegno ordinario di invalidità può comunque continuare a lavorare cumulando il reddito da lavoro al reddito della pensione.
Solo superando determinate soglie di reddito personale annuo, si rischia una riduzione della prestazione del:
- 25%: se il reddito dovesse superare 4 volte il trattamento minimo, che per il 2023 è di 563,74 euro;
- 50%: se si supera 5 volte l’ammontare del trattamento minimo.
Il percettore dell’AOI che possiede un assegno inferiore al trattamento minimo (563,74 euro), avrà diritto all’integrazione al trattamento minimo.
Pensione di vecchiaia anticipata per invalidi civili
Una prestazione previdenziale rivolta esclusivamente ai lavoratori e alle lavoratrici invalidi/e è sicuramente la pensione di vecchiaia anticipata per invalidità civile.
La possibilità di anticipare l’uscita dal mondo del lavoro è concessa soltanto:
- ai dipendenti del settore privato;
- con una riduzione della capacità lavorativa almeno all’80%;
- con almeno 20 anni di contributi versati;
- e un’età minima di 61 anni per gli uomini e 56 anni per le donne.
La decorrenza della pensione scatta dal 1° giorno del mese successivo all’apertura della finestra “mobile” (dopo 12 mesi dalla presentazione della domanda).
Invalidità civile e agevolazioni per la pensione: tre soluzioni
Ai lavoratori e alle lavoratrici invalidi/, il nostro ordinamento previdenziale ha dedicato altre tre prestazioni pensionistiche.
Quota 41 precoci
La prima è Quota 41 per lavoratori precoci: con questa misura è possibile anticipare di 10 mesi (per le donne) o di un anno e 10 mesi (per gli uomini) l’accesso alla pensione anticipata, ma solo se almeno uno dei 41 anni di contributi richiesti sia stato versato prima di compiere 19 anni.
Inoltre, la prestazione è rivolta soltanto a determinate categorie fragili, quali:
- disoccupati;
- caregiver che da almeno 6 mesi assistono il coniuge o un familiare entro il secondo grado di parentela, con disabilità grave;
- invalidi civili con una percentuale di invalidità pari o superiore al 74%;
- lavoratori impiegati in mansioni gravose o in lavori usuranti.
Ape Sociale
C’è poi l’Ape Sociale, l’anticipo pensionistico che accompagna lavoratori e lavoratrici all’età pensionabile (67 anni) a partire dai 63 anni di età.
Questa prestazione è rivolta agli invalidi civili con una percentuale di invalidità pari o superiore al 74%, con 30 anni di contributi versati.
Con la stessa anzianità contributiva possono accedere all’Ape Sociale anche disoccupati e caregiver, mentre i lavoratori edili e i ceramisti avranno bisogno di 32 anni di contributi versati e i lavoratori gravosi di almeno 36 anni di contributi versati.
Per le donne, l’Ape Sociale spetta con una riduzione dell’anzianità contributiva di uno o due anni: le lavoratrici invalide con un figlio, possono accedervi con 29 anni di contributi, mentre le lavoratrici invalide con due o più figli avuti, hanno diritto all’Ape Sociale con soli 28 anni di contributi.
Ricordiamo che l’importo dell’Ape Sociale è calcolato in base al valore dell’assegno pensionistico maturato al momento della presentazione della domanda, ma comunque non può essere superiore a 1.500 euro lordi al mese.
Opzione Donna
L’ultima possibilità concessa dal nostro ordinamento ai lavoratori e alle lavoratrici invalidi/e è Opzione Donna.
Oggetto di un restyling contestato con l’ultima legge di bilancio, nel 2023 Opzione Donna è rivolta alle lavoratrici di 60 anni, con 35 anni di contributi versati, che appartengono a queste categorie:
- licenziate o dipendenti di aziende in crisi;
- caregiver;
- invalide civili con una percentuale minima del 74%.
E’ prevista una riduzione dell’età anagrafica a 59 anni, se la lavoratrice ha avuto un figlio e a 58 anni, se la lavoratrice ha avuto due o più figli.
Contribuzione figurativa per lavoratori invalidi
Sempre ai lavoratori e alle lavoratrici invalidi/e, la legge numero 388 del 2000 riconosce 2 mesi di contributi figurativi per ogni anno di lavoro svolto, fino a un massimo di 5 anni di contributi figurativi.
L’agevolazione è rivolta:
- ai lavoratori sordomuti;
- agli invalidi civili con un’invalidità superiore al 74 per cento;
- agli invalidi di guerra, civili di guerra e gli invalidi per causa di servizio nel rapporto di pubblico impiego con le Amministrazioni statali o gli Enti locali, con invalidità ascritta alle prime quattro categorie della tabella A allegata al testo unico delle norme in materia di pensioni di guerra (decreto del Presidente della Repubblica numero 915 del 1978).
La contribuzione figurativa va richiesta al momento in cui si presenta domanda per la pensione; è utile sia ai fini del diritto alla pensione che alla misura dell’assegno, se la pensione è calcolata col sistema retributivo. Mentre risulta utile solo ai fini del diritto alla pensione per le anzianità soggette al calcolo contributivo.

Faq sulle agevolazioni per i lavoratori disabili
Quali sono i diritti dei lavoratori disabili?
I diritti dei lavoratori disabili includono la tutela per le persone disabili assunte dalle liste delle categorie protette, coloro che hanno una disabilità sopraggiunta in corso di lavoro e i lavoratori titolari di Legge 104. Le tutele comprendono l’accesso al collocamento mirato, limiti al licenziamento, la scelta della sede di lavoro, le agevolazioni per le assunzioni, adattamenti organizzativi e il non trasferimento di sede, tra gli altri.
Quali sono i diritti dei lavoratori con sopraggiunta disabilità?
I lavoratori con una disabilità sopraggiunta in corso di servizio godono di diritti particolari. Questi includono il divieto di licenziamento per idoneità fisica sopravvenuta e la possibilità di adattamenti organizzativi nei luoghi di lavoro. Prima di procedere con il licenziamento, il datore di lavoro deve verificare se le precedenti mansioni possono essere svolte nonostante la disabilità, o se esistono altre mansioni in azienda a cui il lavoratore può essere destinato.
Cosa fare se si diventa invalidi durante l’occupazione lavorativa?
Se una persona diventa invalida mentre è occupata lavorativamente, è importante seguire alcuni passaggi. Prima di tutto, bisogna presentare domanda per invalidità civile all’INPS per ottenere il riconoscimento dell’invalidità. Inoltre, è consigliabile informare il datore di lavoro della nuova condizione.
Bisogna informare il datore di lavoro in caso di riconoscimento di invalidità civile?
Non è obbligatorio, ma è bene comunicare al datore di lavoro il riconoscimento dell’invalidità civile. Questo aiuta a garantire che si ricevano le tutele e i diritti che la legge prevede per i lavoratori invalidi.
Un lavoratore invalido è obbligato a fare straordinari?
No, un lavoratore invalido non è obbligato a fare straordinari. La legge prevede specifiche tutele per questi lavoratori, e fare straordinari può essere considerato un onere eccessivo. Se un lavoratore invalido si trova in una situazione in cui gli vengono richiesti straordinari, dovrebbe discuterne con il suo datore di lavoro o consultare un consulente del lavoro.
Ecco gli articoli preferiti dagli utenti sulle pensioni: