Oggi vi parliamo della compatibilità tra invalidità civile e lavoro dipendente: quali prestazioni si possono cumulare al reddito da lavoro e quali no? (scopri le ultime notizie su lavoro, disoccupazione, offerte di lavoro e concorsi attivi. Ricevi le news gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Compatibilità tra invalidità civile e lavoro dipendente
A partire dal 21 dicembre 2021 (legge numero 215) e, in seguito, dal messaggio dell’INPS del 28 dicembre 2021, è nuovamente possibile cumulare il reddito da pensione con il reddito derivante dallo svolgimento di un’attività lavorativa.
Una conquista per i lavoratori disabili, titolari dell’assegno mensile di assistenza per invalidi parziali (dal 74 al 99% di invalidità riconosciuta), che possono, così, migliorare le proprie condizioni economiche, considerati i bassissimi importi delle pensioni di invalidità.
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Differenze tra invalidità civile e invalidità lavorativa
Molto spesso ci si confonde tra invalidità civile e invalidità lavorativa e questo mette in dubbio anche la comprensione della compatibilità tra invalidità civile e lavoro dipendente.
L’invalidità civile è riconosciuta a prescindere o meno dello svolgimento di un attività lavorativa. Si tratta di una prestazione di tipo assistenziale, quindi non richiede il soddisfacimento di un requisito contributivo, ma solo del requisito sanitario.
L’inabilità lavorativa, invece, è collegata a una posizione lavorativa, viene erogata a chi ha almeno 5 anni di contributi versati (di cui almeno 3 negli ultimi 5 anni prima della domanda) e ha subito una riduzione della capacità lavorativa, a causa di patologie o menomazioni.
Mentre le prestazioni di invalidità civile sono compatibili con il lavoro, la pensione di inabilità lavorativa, erogata agli inabili al lavoro assoluti e permanenti, non è compatibile con una prestazione lavorativa. Invece, l’Assegno ordinario di invalidità, che rientra tra le prestazioni di inabilità lavorativa, può essere cumulato ai redditi da lavoro.
Compatibilità tra invalidità civile e lavoro dipendente: limiti di reddito
La legge, però, prevede che il diritto alla prestazione di invalidità venga riconosciuto anche se l’interessato svolga un’attività lavorativa, a patto che il suo reddito annuale non superi il limite di reddito previsto.
Limite di reddito per l’assegno mensile di assistenza
Nel 2023, l’importo dell’assegno mensile di assistenza (invalidità compresa tra il 74 e il 99%) è di 313,91 euro al mese (più la tredicesima, non spetta la quattordicesima), mentre il limite di reddito annuo personale è di 5.391,88 euro. Oltre questa soglia, non si ha diritto alla prestazione INPS.
Ricordiamo anche che, l’assegno non è compatibile con le prestazioni dirette di invalidità, ma può essere percepita assieme a una prestazione di tipo previdenziale non di invalidità, come la pensione di vecchiaia, la pensione anticipata o la pensione di reversibilità, a patto che si rientri nel limite massimo di reddito annuo.
Limite di reddito per la pensione di invalidità civile
La pensione di invalidità (o inabilità) civile (da non confondersi con la pensione di inabilità lavorativa) spetta agli invalidi civili di età compresa tra i 18 e i 67 anni, a cui è stata riconosciuta la totale inabilità lavorativa.
Questo significa che chi percepisce la pensione di invalidità non può lavorare? No, è il contrario.
La prestazione di tipo assistenziale è compatibile con lo svolgimento di attività lavorativa, a condizione che il reddito annuo comprensivo del reddito da lavoro non superi una soglia massima, che nel 2023 è fissata a 17.920 euro.
L’importo della pensione di invalidità, aggiornato al 2023, è di 313,91 euro al mese. È prevista la tredicesima, ma non la quattordicesima mensilità.
Chi percepisce la pensione di invalidità può percepire pure prestazioni di tipo previdenziale (pensione di vecchiaia, anticipate o di reversibilità) e l’indennità di accompagnamento, che spetta in caso di non autosufficienza dell’invalido.
Come si calcola il reddito?
Nel calcolo del reddito rientrano tutti i redditi di qualsiasi natura calcolati ai fini IRPEF (al netto degli oneri deducibili e delle ritenute fiscali).
Non vengono calcolati:
- l’importo stesso della prestazione di invalidità;
- le rendite Inail;
- le pensioni di guerra;
- l’indennità di accompagnamento;
- i redditi assoggettabili ad imposta sostitutiva dell’IRPEF;
- il reddito della casa di abitazione.
Compatibilità tra invalidità civile e lavoro dipendente: altre prestazioni
Non ci sono divieti neppure per i ciechi civili e per i sordomuti. La legge consente loro di percepire una pensione e di lavorare (non a caso, tra le categorie protette per il collocamento mirato ci sono pure le persone non vedenti o sordomute).
I ciechi assoluti percepiscono una pensione di 313,91 euro al mese (se ricoverati) o di 339,48 euro al mese (non ricoverati), per 13 mensilità (reddito annuo personale 17.920 euro).
Ai ciechi civili assoluti spetta pure un’indennità di accompagnamento di 959,21 euro al mese.
Ai ciechi civili parziali spetta una pensione di 313,91 euro al mese (a prescindere dal ricovero), per 13 mensilità (reddito personale annuo di 17.920 euro).
Ai sordomuti, ricoverati e non ricoverati, percettori di sola pensione e di indennità di comunicazione, spetta 313,91 euro di pensione di invalidità al mese, per 13 mensilità, con un reddito annuo non superiore a 17.920 euro.

Faq sulle agevolazioni per lavoratori disabili
Quali sono i diritti dei lavoratori disabili?
I diritti dei lavoratori disabili includono la tutela per le persone disabili assunte dalle liste delle categorie protette, coloro che hanno una disabilità sopraggiunta in corso di lavoro e i lavoratori titolari di Legge 104. Le tutele comprendono l’accesso al collocamento mirato, limiti al licenziamento, la scelta della sede di lavoro, le agevolazioni per le assunzioni, adattamenti organizzativi e il non trasferimento di sede, tra gli altri.
Cosa succede se le aziende non rispettano gli obblighi di assunzione dei lavoratori disabili?
Se le aziende non rispettano gli obblighi di assunzione dei lavoratori disabili, sono perseguibili con sanzioni amministrative previste dall’articolo 15 comma 1 della legge 68/99. Le sanzioni vengono applicate nei casi di ritardato invio del prospetto informativo al Centro per l’impiego e in caso di ritardo oltre 60 giorni nell’obbligo di assunzione di lavoratori disabili.
Quali sono i diritti dei lavoratori con sopraggiunta disabilità?
I lavoratori con una disabilità sopraggiunta in corso di servizio godono di diritti particolari. Questi includono il divieto di licenziamento per idoneità fisica sopravvenuta e la possibilità di adattamenti organizzativi nei luoghi di lavoro. Prima di procedere con il licenziamento, il datore di lavoro deve verificare se le precedenti mansioni possono essere svolte nonostante la disabilità, o se esistono altre mansioni in azienda a cui il lavoratore può essere destinato.
Quali sono i diritti dei lavoratori con Legge 104?
I lavoratori con Legge 104 hanno diritto a scegliere la sede di lavoro all’atto dell’assunzione, a non essere trasferiti di sede senza il proprio consenso, a un congedo straordinario retribuito per un massimo di due anni, al rifiuto del lavoro notturno, domenicale o festivo, e a tre giorni al mese di permesso retribuito per le cure del disabile. Questi diritti sono estesi anche ai familiari dei portatori di handicap.
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