I medici di famiglia stanno diventando sempre più rari, con una riduzione di 10.000 unità negli ultimi 20 anni. (scopri le ultimissime notizie sul lavoro sempre aggiornate. Ricevi su WhatsApp e sul canale Telegram la rassegna stampa con le ultime novità sui concorsi e sul mondo del lavoro. Resta sempre aggiornato sulla nostra pagina Facebook e Prova il nostro tool online per la ricerca di lavoro in ogni parte d’Italia. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
Indice
La carenza di medici di base, che possiamo ormai definire un’emergenza, obbliga numerosi cittadini a intraprendere ricerche sempre più complesse per averne uno. Queste difficoltà si sono intensificate durante la pandemia.
Per questi ed altri motivi, risulta fondamentale attuare rapidamente una riforma dei medici di famiglia. Riforma richiesta anche dall’Unione Europea: la misura è indispensabile per il funzionamento ottimale della nuova sanità territoriale. Il provvedimento è incluso nel Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) e prevede un investimento di 7 miliardi.
Il governo ha già avviato da tempo una valutazione dell’argomento. Attualmente si intravedono due percorsi possibili:
- l’assunzione di giovani medici generalisti nelle nuove Case di comunità (una sorta di ambulatori: saranno il fulcro della sanità territoriale, dei presidi fisici che garantiranno ai cittadini l’accesso alle cure necessarie);
- il potenziamento degli studi dei medici di base con strumentazioni che possano consentire ai medici di famiglia di prescrivere anche i ricoveri, così da ridurre l’ormai storico (e preoccupante) affollamento dei pronto soccorso.
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Medici di famiglia: la crescente carenza
La decrescita del numero di medici di famiglia dovrebbe continuare almeno fino al 2025, quando – secondo le stime dell’Agenas – ne resteranno solo 36.628 (nel 2002 erano 46.000 e nel 2021, 40.000). Questi dati spiegano chiaramente il calo drastico e le difficoltà dei cittadini nel trovare un medico disponibile.
Molti medici di famiglia si vedono costretti a superare il massimale di assistiti, che per norma non dovrebbero superare quota 1.500. In alcuni casi, si è arrivati fino a 1.800 assistiti, ma spesso anche questo limite viene superato, grazie ad accordi integrativi regionali e deroghe. È il caso della Provincia Autonoma di Bolzano che ha elevato la soglia fino a 2.000.
Vediamo il dato in questa tabella:
Numero di assistiti | % di medici di famiglia |
---|---|
Più di 1.500 | 42% |
Tra 1.001 e 1.500 | 36,7% |
Tra 501 e 1.000 | 13,6% |
Tra 51 e 500 | 6,2% |
Meno di 51 | 4% |
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Medici di famiglia: le statistiche e l’analisi
Nello schema che riportiamo sotto, osserviamo in percentuale (il dato riguarda alcune Regioni) dove i medici di famiglia hanno più assistiti di quelli previsti dal massimale, quanti sono quelli che hanno conseguito la laurea da più di 27 anni, qual era la carenza nel 2022 e le stime sulla riduzione di professionisti per il 2025:
Regione | % di medici con più di 1500 pazienti | Anzianità di laurea >27 anni (%) | Stima carenza medici 2022 | Stima riduzione medici 2025 |
---|---|---|---|---|
Campania | 52,7% | 82,7% | -349 | -398 |
Lombardia | 65,4% | – | -1003 | – |
Veneto | 59,8% | – | -482 | – |
Emilia-Rom. | – | – | -320 | – |
Piemonte | – | – | -229 | – |
Sicilia | – | 82,6% | – | -542 |
Basilicata | – | 82,1% | – | – |
Molise | – | 83,2% | – | – |
Calabria | – | 88,3% | – | – |
Lazio | – | – | – | -584 |
Puglia | – | – | – | -383 |
Trento | 65,5% | – | – | – |
Bolzano | 63,7% | – | – | – |
Aosta | 58,2% | – | – | – |
Medici di famiglia: la crisi di ricambio
I dati evidenziano chiaramente la gravità di questa carenza di medici di famiglia. La tendenza è nota da tempo, ma è diventata seriamente preoccupante solo negli ultimi anni, quando il numero dei medici andati in pensione è divenuto così elevato da non poter essere compensato dai nuovi medici, sempre più insufficienti.
Medici di famiglia: i possibili cambiamenti
Ci si aspetta un lieve cambio di rotta con la formazione di nuovi medici di base, i quali potranno beneficiare delle 900 borse di studio in più all’anno approvate dal governo grazie ai fondi del Pnrr. Sono previsti poi stanziamenti ordinari, che prevedono fino al 2025 altre borse di studio, portandole da 1.879 a 2.779. Il concorso è iniziato nel marzo scorso, ma c’è il fondato sospetto che non siano stati assegnati tutti i posti disponibili.
Medici di famiglia: nuova sanità territoriale e risorse umane
Ricordiamo che con il Pnrr sono stati stanziati oltre 15 miliardi per la sanità. Circa il 50% di questi (7 miliardi) è destinato alla nuova sanità territoriale. 3 miliardi saranno utilizzati per costruire, entro il 2026, oltre 1350 Case di Comunità (che saranno fondamentali per le prime cure e diagnosi), strutture che potrebbero influire in modo significativo sulla riduzione del sovraffollamento nei pronto soccorso.
Ma non è tutto, con questi finanziamenti, dovrebbero essere costruiti anche 400 ospedali di comunità, ovvero strutture che potranno ospitare pazienti cronici, in particolare coloro che non necessitano di cure ad alta intensità (come quelle che vengono somministrate negli ospedali ordinari).
Tutte iniziative lodevoli che potrebbero alleviare la pressione sul sistema sanitario nazionale. Ma c’è un problema, lo stesso che affligge i medici di base: dove trovare il personale sufficiente per far funzionare tutto? Non mancano solo i medici, infatti, ma c’è anche una grave carenza di infermieri.
Si ipotizza di far lavorare in queste strutture i medici di famiglia. Il governo precedente, quello presieduto da Mario Draghi, aveva immaginato di vincolare i medici di famiglia, per un determinato numero di ore, all’interno delle nuove strutture. Tuttavia, dopo la caduta del governo, l’ipotesi è stata esclusa dall’esecutivo Meloni.
Si sta ora cercando di seguire una strada diversa: permettere ai giovani medici generalisti di essere assunti come dipendenti (chi vuole può restare in convenzione). Potranno lavorare nelle Case di comunità o all’interno dei loro studi (come avviene attualmente).
Medici di famiglia: un’altra proposta
Sul tavolo del governo c’è un’altra proposta: trasformare i medici di famiglia in un filtro importante per il pronto soccorso. Per attuare questa riforma, sarà però necessario istituire un percorso accademico ad hoc, trasformando quindi l’attuale corso di formazione post laurea in Medicina generale (che dura tre anni ed è gestito dalle Regioni) in una specializzazione universitaria, che dovrebbe durare 4 anni.
Con la modifica del modello di formazione, il medico di famiglia potrebbe anche prescrivere il ricovero del paziente (se necessario), evitando così ai cittadini le estenuanti attese al pronto soccorso prima di accedere al reparto.
Una sperimentazione di questo tipo è già iniziata in Lombardia, con il Codice blu. Ma c’è un problema: i medici di base dovrebbero avere la possibilità di effettuare esami diagnostici completi. Negli studi non ci sono le strumentazioni necessarie. Le Regioni avevano previsto stanziamenti specifici nel 2019, ma quattro anni dopo non sono ancora state avviate le procedure.

Faq (domande e risposte)
Quanti medici di famiglia mancano in Italia?
Secondo un rapporto del 2022, l’Italia sperimenta una carenza di circa 9.000 medici di famiglia. Questa situazione preoccupante è dovuta a vari fattori, tra cui l’invecchiamento della popolazione medica e l’insufficiente ingresso di nuovi medici nel campo della medicina generale.
Cosa sta facendo il governo per risolvere la carenza di medici di famiglia?
Per affrontare la crisi dei medici di famiglia, il governo italiano sta attuando una riforma del sistema sanitario e prevede investimenti significativi. Tra questi, ci sono 7 miliardi di euro provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), che saranno destinati a questa problematica.
Quanti assistiti ha un medico di famiglia in media?
La situazione è molto variabile, ma i dati evidenziano che circa il 42% dei medici di famiglia ha più di 1.500 assistiti. Inoltre, il 36,7% dei medici ha tra 1.001 e 1.500 assistiti. Questa situazione sottolinea l’eccessiva pressione sui medici di famiglia.
Quali sono le proposte per risolvere l’affollamento nei pronto soccorso?
Una delle proposte è quella di rafforzare il ruolo del medico di famiglia come filtro per il pronto soccorso. Ciò significherebbe che i medici di famiglia avrebbero la capacità di prescrivere ricoveri, contribuendo a ridurre l’affollamento nei pronto soccorso.
Cosa sono le Case di Comunità?
Le Case di Comunità sono una parte integrante della riforma del sistema sanitario. Queste strutture, previste dal Pnrr, si proporranno come fulcro della sanità territoriale, fornendo assistenza sanitaria ai cittadini. Saranno un punto di riferimento per l’assistenza primaria, comprese le prime cure e diagnosi.
Perché la carenza di medici di famiglia è un problema?
La carenza di medici di famiglia rappresenta un problema serio poiché può portare a una copertura sanitaria insufficiente per i cittadini. L’elevato numero di assistiti per medico può comportare una minore attenzione e un minor tempo dedicato a ciascun paziente. Inoltre, l’aumento del carico di lavoro per i medici rimanenti può influire negativamente sulla qualità dell’assistenza sanitaria.
Cosa indica la riduzione del numero di medici di famiglia?
La diminuzione del numero di medici di famiglia rispecchia un problema più ampio di accessibilità ai servizi di assistenza sanitaria primaria. Questo calo può portare a carichi di lavoro più elevati per i medici di famiglia rimasti, potenzialmente riducendo la qualità dell’assistenza fornita ai pazienti. Inoltre, può comportare difficoltà per i cittadini nel trovare un medico di famiglia disponibile, soprattutto in alcune aree con una maggiore carenza.
Qual è la percentuale di medici di famiglia che hanno più di 1.500 assistiti?
Secondo i dati riportati nell’articolo, il 42% dei medici di famiglia ha più di 1.500 assistiti.
Quali sono i possibili cambiamenti previsti per il sistema dei medici di famiglia?
Il governo italiano sta valutando due possibili soluzioni. La prima riguarda l’assunzione di giovani medici generalisti nelle nuove Case di comunità, diventando il perno della sanità territoriale e consentendo ai cittadini di accedere ai servizi di assistenza sanitaria. La seconda proposta è il potenziamento degli studi medici di base con strumentazioni che possano consentire ai medici di famiglia di prescrivere anche i ricoveri, riducendo così l’affollamento dei pronto soccorso.
Quali sono le previsioni sulla riduzione del numero di medici di famiglia per il 2025?
L’Agenas stima che nel 2025 ci saranno solo 36.628 medici di famiglia, in netta diminuzione rispetto ai 46.000 del 2002 e ai 40.000 del 2021. Questo calo rispecchia le crescenti difficoltà per i cittadini nell’individuare un medico di famiglia disponibile.
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