Nel 2024 invariata l’età per la pensione. Non sono previsti gli adeguamenti dell’età pensionabile alla speranza di vita ISTAT almeno sino al 31 dicembre 2026. Si tratta di una buona notizia per chi si appresta o è vicino alla pensione di vecchiaia. Il limite anagrafico resterà a 67 anni. La soglia rimane immutata anche per le pensioni anticipate. (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Nel 2024 invariata l’età per la pensione: 67 anni
Il previsto incremento della «speranza di vita» non avrà dunque luogo il 1° gennaio 2025, lasciando quindi invariata l’età per la pensione di vecchiaia e per l’assegno sociale.
Il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze:
Il 18 luglio 2023, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha emesso un Decreto, pubblicato successivamente nella Gazzetta Ufficiale (G.U. 243/2023). Questo decreto ha certificato una variazione Istat negativa della speranza di vita, con una diminuzione di 0,11 di anno (corrispondente a un mese). Questa variazione è stata calcolata confrontando la media dei valori registrati negli anni 2021 e 2022 con quella degli anni 2019 e 2020.
Storia degli adeguamenti alla speranza di vita:
Nel corso degli anni, sono stati effettuati vari adeguamenti alla speranza di vita. Ecco un elenco:
- 1° gennaio 2013: aumento di 3 mesi
- 1° gennaio 2016: aumento di 4 mesi
- 1° gennaio 2019: aumento di 5 mesi
- 1° gennaio 2021 e 1° gennaio 2023: nessun adeguamento
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Nessun aumento dal 2019
Dal 2019 in poi, non si sono registrati ulteriori aumenti nell’età pensionabile. Ma cosa implica questa notizia per i lavoratori?
Certificazione fino al 31 dicembre 2026:
La notizia certifica che, almeno fino al 31 dicembre 2026, non verranno introdotti incrementi degli altri requisiti anagrafici e contributivi per il pensionamento. In altre parole, per la pensione di vecchiaia, si dovrà soddisfare un requisito anagrafico di 67 anni (accompagnato da almeno 20 anni di contributi).
Dettagli per categorie specifiche:
- Lavoratori gravosi: coloro che hanno almeno 30 anni di contributi (se non viene stravolta, come sembra, l’attuale Ape sociale) e che hanno ottenuto uno sconto di cinque mesi sull’età pensionabile (grazie alla sospensione dell’ultimo adeguamento del 1° gennaio 2019) avranno un’età pensionabile di 66 anni e 7 mesi fino al 2026.
- Contributivi puri: sino al 2026, i lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dopo 31 dicembre 1995 potranno andare in pensione a 64 anni (con 20 anni di contribuzione effettiva) oppure a 71 anni (con 5 anni di contribuzione effettiva).
- Assegno sociale: la decisione di non adeguare il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia comporta anche la mancanza di cambiamenti nei requisiti per l’assegno sociale, che resterà quindi a 67 anni fino al 2026.
Cosa cambia per la pensione anticipata: un’analisi dettagliata
Il contesto: il Dl n. 4/2019
Prima di addentrarci nelle specificità del 2024, è utile fare un rapido excursus sulle normative precedenti che hanno inciso sulla pensione anticipata. Con il Dl n. 4/2019, era stata già introdotta un’esenzione dall’applicazione degli adeguamenti alla speranza di vita, e questa esenzione è stata estesa fino al 31 dicembre 2026.
Requisiti contributivi: nessuna variazione
Per chi sta considerando la pensione anticipata, i requisiti contributivi non subiranno modifiche:
- Uomini: 42 anni e 10 mesi di contributi
- Donne: 41 anni e 10 mesi di contributi
- Lavoratori precoci: 41 anni di contributi
La finestra mobile
Un aspetto importante da considerare è la cosiddetta “finestra mobile” introdotta nel 2019. Questo meccanismo prevede un intervallo di tre mesi dalla maturazione dei requisiti contributivi per poter accedere alla pensione anticipata.
Ecco come funziona:
- Maturazione dei requisiti: una volta raggiunti i requisiti contributivi, si apre la “finestra”;
- Attesa di tre mesi: durante questo periodo non è possibile accedere alla pensione;
- Accesso alla pensione: al termine dei tre mesi, è possibile iniziare a percepire la pensione anticipata.
Categorie speciali: notturni e usuranti
Per i lavoratori in categorie speciali come notturni e usuranti, il contesto rimane invariato anche per il 2024:
- Accesso alla pensione con le vecchie quote come previsto dal Dlgs 67/2011
- Sospensione degli adeguamenti alla speranza di vita fino al 2026
Categoria | Quote Pensione | Adeguamenti Sospesi |
---|---|---|
Lavoratori notturni | Come da Dlgs 67/2011 | Fino al 2026 |
Lavoratori usuranti | Come da Dlgs 67/2011 | Fino al 2026 |
Concludendo, se ti stai avvicinando all’età della pensione anticipata o sei già in quella fascia, le novità legislative non apportano cambiamenti sostanziali ai requisiti e alle condizioni che erano già state fissate. La strada per la pensione anticipata nel 2024 rimane quindi essenzialmente invariata.
Come funzionano gli adeguamenti alla speranza di vita
Gli adeguamenti alla speranza di vita rappresentano un elemento importante nel determinare l’età pensionabile. Questi adeguamenti hanno l’obiettivo di tenere il passo con l’incremento della vita media della popolazione. Tuttavia, ci sono molti aspetti da considerare.
La legge originaria: Decreto Legislativo 78/2010
Il punto di partenza è il Dl 78/2010, convertito con legge 122/2010. Questo decreto ha introdotto dal 1° gennaio 2013 il progressivo innalzamento dei requisiti per l’accesso alla pensione. Lo scopo è quello di neutralizzare gli effetti dell’allungamento della vita media della popolazione.
Riforma Fornero e altri aggiustamenti
In seguito, la Riforma Fornero (legge n. 214/2011) ha ulteriormente consolidato questo sistema di aggiustamento. Secondo l’art. 24, comma 12, della legge, gli adeguamenti alla speranza di vita trovano applicazione per tutti i requisiti anagrafici e contributivi previsti dalla legge stessa.
Chi è interessato dagli adeguamenti?
Gli adeguamenti interessano una vasta gamma di prestazioni erogate dalla previdenza pubblica obbligatoria, tra cui:
- Pensione di vecchiaia
- Pensione anticipata
- Lavoratori derogati dalla Legge Fornero
- Comparto difesa e sicurezza
- Lavori usuranti
- Assegno sociale
Eccezioni agli adeguamenti
Va notato che questi adeguamenti alla speranza di vita non trovano applicazione nei confronti degli enti previdenziali privatizzati, come le casse professionali, in quanto tali enti non risultano destinatari né della Riforma del 2010 né della Legge Fornero. Un’eccezione è l’Inpgi per i giornalisti.
Tabella riassuntiva degli adeguamenti
Anno | Età Pensionabile Uomini | Età Pensionabile Donne | Note |
---|---|---|---|
2021 | 67 anni | 67 anni | Prima degli adeguamenti |
2023 | 67 anni | 67 anni | Adeguamenti sospesi |
2024 | 67 anni | 67 anni | Adeguamenti sospesi |
2026 | 67 anni | 67 anni | Adeguamenti sospesi fino a questa data |
Conclusione sul funzionamento degli adeguamenti
Per riassumere, gli adeguamenti alla speranza di vita sono meccanismi normativi che mirano a equilibrare il sistema pensionistico con la crescente longevità della popolazione. Tuttavia, come certificato dal Decreto del Ministero dell’Economia 2023, questi adeguamenti sono stati sospesi almeno fino al 31 dicembre 2026.
In questo modo, si offre una certa stabilità e prevedibilità per chi sta pianificando la pensione nei prossimi anni, ma si apre anche una finestra di riflessione su come gestire la sostenibilità del sistema pensionistico a lungo termine.
Gli effetti
Il sistema di adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita è stato introdotto, come accennato, per garantire la sostenibilità del sistema previdenziale. Questi adeguamenti hanno visto la loro prima applicazione nel 2013 e sono stati rivisti ogni tre anni. Ecco un elenco degli adeguamenti precedenti:
- 2013: Aumento di 3 mesi (Decreto 6 dicembre 2011)
- 2016: Aumento di 4 mesi (Decreto 16 dicembre 2014)
- 2019: Aumento di 5 mesi (Decreto 5 dicembre 2017)
Nel 2021 e 2023, tuttavia, il meccanismo di adeguamento è stato sospeso a causa del rallentamento della speranza di vita.
Anno | Aumento | Leggi e Decreti |
---|---|---|
2013 | 3 mesi | Decreto 6 dicembre 2011 |
2016 | 4 mesi | Decreto 16 dicembre 2014 |
2019 | 5 mesi | Decreto 5 dicembre 2017 |
2021 | Sospeso | Decreto 5 novembre 2019 |
2023 | Sospeso | Decreto 27 ottobre 2021 |
Dal 2021 gli adeguamenti hanno assunto una cadenza biennale, seguendo gli anni: 2021, 2023, 2025 e così via.
Sospensione degli adeguamenti
Il Decreto del 18 luglio 2023 ha confermato la sospensione degli adeguamenti fino al 31 dicembre 2026. Questa misura è stata di fatto confermata per i lavoratori impiegati in attività gravose o usuranti. Ecco alcuni punti chiave:
- L’articolo 1, co. 206 della legge 232/2016 esclude l’applicazione degli adeguamenti per i lavori usuranti e i lavoratori notturni.
- L’articolo 1, co. 146 e ss. della legge 205/2017 offre una dispensa simile, ma aggiunge alcune categorie professionali.
In pratica, questi lavoratori possono accedere alla pensione con criteri meno rigidi, come età più bassa e anni di contributi inferiori.
Adeguamenti già sospesi dal 2019
L’intervento più recente è delineato negli articoli 15 e 17 del DL 4/2019, che ha sospeso retroattivamente l’adeguamento iniziato dal 1° gennaio 2019 e i successivi tre adeguamenti previsti per gli anni 2021, 2023 e 2025. Questa sospensione vale per tutti i lavoratori, non solo per quelli in mansioni gravose o usuranti. Questo significa che fino al 31 dicembre 2026, l’età per accedere alla pensione anticipata rimarrà invariata.

FAQ (domande e risposte)
L’età pensionabile cambierà nel 2024?
No, l’età pensionabile non cambierà nel 2024. Resta fissata a 67 anni, come attualmente in vigore. Non sono previsti adeguamenti dell’età pensionabile alla speranza di vita ISTAT almeno fino al 31 dicembre 2026.
A quanti anni si va in pensione nel 2024?
Nel 2024, l’età per andare in pensione rimane invariata a 67 anni.
Il Decreto del 18 luglio 2023 modifica l’età pensionabile?
Il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 18 luglio 2023 non modifica l’età pensionabile. Al contrario, certifica che l’età pensionabile rimarrà invariata a 67 anni almeno fino al 31 dicembre 2026.
Cosa certifica il Decreto del Ministero dell’Economia 2023?
Il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 18 luglio 2023 certifica una variazione Istat negativa della speranza di vita (-0,11 di anno, pari ad un mese), registrata dalla popolazione residente all’età di 65 anni. Tuttavia, per legge, l’adeguamento dei requisiti per il pensionamento non può essere negativo, quindi il decreto “cristallizza” gli attuali requisiti per altri due anni.
Ci sono stati adeguamenti alla speranza di vita nel 2021 e 2023?
No, non ci sono stati adeguamenti alla speranza di vita nel 2021 e nel 2023. Gli adeguamenti sono stati nulli per questi anni, come certificato dai decreti e dalle circolari Inps pertinenti.
Gli adeguamenti alla speranza di vita influenzano l’Ape sociale 2024?
Il testo non fornisce informazioni dirette sull’Ape sociale nel 2024, ma dal momento che l’età pensionabile e i requisiti anagrafici e contributivi rimangono invariati almeno fino al 31 dicembre 2026, è ragionevole supporre che anche l’Ape sociale non subirà modifiche dovute ad adeguamenti alla speranza di vita per il 2024.
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