Partite IVA in crisi, c’è l’assegno da 800 euro per sei mesi, una misura che è più nota come ISCRO e per la quale sono previste importanti novità all’interno della bozza di Bilancio. Vediamo quali sono, come funziona questa prestazione per gli autonomi, come si accede e perché è stata allargata la platea dei beneficiari. (scopri le ultime notizie su lavoro, disoccupazione, offerte di lavoro e concorsi attivi. Ricevi le news gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Partite IVA in crisi: cos’è l’ISCRO?
L’ISCRO, ovvero l‘Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa, rappresenta una misura di supporto per i lavoratori autonomi che si trovano a fronteggiare una significativa riduzione del loro reddito. Questa indennità è paragonabile a una cassa integrazione per i liberi professionisti e le piccole partite IVA,. Offre un sostegno finanziario temporaneo nel momento di bisogno.
La novità introdotta con l’ultima bozza di Bilancio è che l’ISCRO, precedentemente sperimentata durante eventi eccezionali come la pandemia e la crisi economica derivante dal conflitto in Ucraina, diventa ora una misura strutturale del sistema di welfare italiano. Una delle principali novità è l’aumento della soglia di reddito annuo, che consente l’accesso al sostegno: da 8.145 euro a 12 mila euro. Questo ampliamento rende l’indennità accessibile a un maggior numero di professionisti in difficoltà.
come funziona questa prestazione per gli autonomi?
L’indennità ISCRO funziona attraverso una serie di step che ne definiscono l’accesso e il calcolo:
- Valutazione del reddito: per accedere all’ISCRO, il professionista deve aver dichiarato un reddito fino a un massimo di 12 mila euro annui.
- Determinazione della perdita di reddito: il lavoratore autonomo deve dimostrare una significativa riduzione del proprio reddito operativo.
- Durata del sostegno: l’indennità è prevista per un massimo di sei mesi.
- Entità dell’assegno: l’importo erogato varia tra un minimo di 250 euro e un massimo di 800 euro mensili, basandosi sul reddito e sulla perdita di lavoro dichiarata.
Perché è stata allargata la platea dei beneficiari?
L’allargamento della platea dei beneficiari si giustifica con la necessità di offrire una rete di protezione più ampia in un periodo di incertezza economica. La crisi causata dalla pandemia e dai recenti shock economici ha reso evidente l’esigenza di supportare un numero maggiore di lavoratori autonomi, spesso esclusi dalle misure tradizionali di sostegno al reddito. Con l’aumento della soglia di reddito per l’accesso, si intende quindi garantire una copertura più estesa e inclusiva.
Entra nella community, informati e fai le tue domande su YouTube e Instagram.
Come si accede all’ISCRO?
Per accedere all’ISCRO è necessario soddisfare alcuni requisiti:
- Avere una partita IVA attiva;
- Dimostrare una riduzione del reddito operativo;
- Non superare la soglia di reddito annuo di 12 mila euro;
- Essere in regola con i contributi previdenziali.
Il processo di richiesta passa attraverso la presentazione di un’apposita domanda all’INPS, l’ente preposto all’erogazione dell’indennità, che valuterà l’ammontare del sostegno sulla base dei criteri sopra elencati.
Allargata la platea dei beneficiari
Nella più recente bozza di Bilancio, è stato dunque previsto un allargamento della platea dei beneficiari. Questo ampliamento ha l’ovvio obiettivo di fornire un aiuto concreto a un maggior numero di lavoratori autonomi.
Requisiti per l’accesso all’ISCRO
Per beneficiare dell’ISCRO, i professionisti devono dunque dimostrare una perdita significativa di reddito, specificatamente una riduzione del 70% rispetto ai due anni precedenti. Questo requisito pone l’accento sulla gravità della crisi vissuta dal richiedente.
Calcolo dell’Indennità ISCRO
L’indennità ISCRO viene calcolata prendendo in considerazione il 25% dei redditi dichiarati nei due anni antecedenti. Tuttavia, l’importo dell’assegno segue dei limiti:
- Minimo: 250 euro mensili
- Massimo: 800 euro mensili
Per presentare la domanda, è necessario che la partita IVA sia stata attiva per almeno tre anni.
Quali sono i limiti da rispettare
Nell’accesso all’assegno ISCRO, ci sono delle condizioni ben precise da rispettare. Innanzitutto, è fondamentale non essere titolari di una pensione, né percepire l’assegno di inclusione. Questo per garantire che il sostegno raggiunga chi non ha altre forme di reddito o di supporto economico.
Inoltre, è necessario essere in regola con le contribuzioni obbligatorie. Questo è un criterio essenziale perché dimostra un percorso lavorativo regolare e la volontà di adempiere agli obblighi contributivi, che sono alla base dei sistemi di welfare.
Se durante l’erogazione dell’indennità la Partita IVA dovesse essere chiusa, l’erogazione dell’assegno verrebbe interrotta. Non solo, ma le mensilità già erogate e non dovute a causa della chiusura dell’attività, verrebbero recuperate dall’INPS. Questo per evitare abusi e garantire che il supporto sia fornito solo durante il periodo di effettiva necessità.
Come si finanzierà l’Iscro?
A partire dal 1° gennaio 2024, verrà applicato un contributo dello 0,35% sui redditi da lavoro autonomo. Questo contributo servirà a finanziare l’indennità, dimostrando un sistema di solidarietà tra lavoratori autonomi.
Per ottenere l’aiuto, il processo è semplice: basta fare domanda all’INPS, dimostrando di avere i requisiti menzionati. L’INPS, seguendo la normativa, dovrà poi corrispondere l’ISCRO dal giorno successivo alla presentazione della domanda.
La relazione tecnica allegata alla manovra stima che nel primo anno di applicazione della misura, circa 4.500 persone dovrebbero richiedere questo beneficio, indicando un concreto bisogno di supporto nel settore autonomo.
Per i lavoratori autonomi è stata introdotta nella bozza della legge di Bilancio anche un’altra misura, il concordato preventivo biennale. Vediamo di cosa si tratta.
Il concordato preventivo biennale per le Partite IVA
Introduzione al concordato preventivo biennale
Il concordato preventivo biennale rappresenta un’innovazione significativa per il mondo delle partite IVA. Questo meccanismo permette una pianificazione fiscale anticipata, consentendo ai contribuenti di stabilire con l’Agenzia delle Entrate gli obblighi tributari per i successivi due anni.
Come funziona il concordato preventivo
Il concordato preventivo si basa su un accordo tra il contribuente e l’Agenzia delle Entrate. I passaggi previsti sono i seguenti:
- Ricezione della proposta di adesione dall’Agenzia delle Entrate entro aprile 2024;
- Possibilità per i contribuenti di aderire entro luglio 2024;
- Per gli anni successivi, la scadenza per aderire sarà entro giugno.
A chi è Rivolto il concordato
Il concordato preventivo biennale è aperto a tutti i contribuenti che possiedono una partita IVA e che svolgono attività d’impresa, arti o professioni. È accessibile sia ai contribuenti in regime forfettario sia a quelli che si avvalgono degli indici sintetici di affidabilità.
Vantaggi del concordato preventivo
I vantaggi di tale accordo sono molteplici:
- Certezza sulle imposte da versare per i successivi due anni;
- Pianificazione finanziaria più accurata e meno rischiosa;
- Riduzione del carico amministrativo e delle incertezze legate alle dichiarazioni dei redditi.
Condizioni per il concordato
Per accedere al concordato preventivo, i contribuenti dovranno:
- Essere in regola con i pagamenti delle imposte precedenti;
- Non avere pendenti contenziosi tributari significativi;
- Presentare una dichiarazione di reddito conforme ai requisiti richiesti dall’Agenzia delle Entrate.

FAQ (domande e risposte)
Cosa offre la ISCRO alle Partite IVA in crisi?
La ISCRO (Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa) offre un sostegno economico alle partite IVA e professionisti in difficoltà finanziaria. Il supporto consiste in un assegno mensile che varia tra i 250 e gli 800 euro, erogato per un periodo di sei mesi dall’INPS. Questo aiuto è paragonabile a una cassa integrazione per i lavoratori autonomi che hanno subito una significativa perdita di reddito.
Quali sono le novità della bozza di Bilancio per l’ISCRO?
La bozza di Bilancio ha introdotto importanti novità per l’ISCRO:
- La soglia di reddito per accedere all’ISCRO è stata innalzata a 12 mila euro annui, rispetto al precedente limite di 8.145 euro.
- Per accedere all’ISCRO è ora richiesta una perdita di reddito del 70% rispetto ai due anni precedenti.
- L’ISCRO diventerà una misura strutturale, non più solamente sperimentale come negli anni passati.
Come si calcola l’indennità ISCRO per gli autonomi?
L’indennità ISCRO si calcola come il 25% dei redditi dichiarati dal professionista o dalla partita IVA nei due anni precedenti all’anno della richiesta. Questo calcolo è soggetto a due limiti: non può superare gli 800 euro al mese e non può essere inferiore ai 250 euro al mese.
Quali requisiti sono necessari per accedere all’ISCRO?
Per accedere all’ISCRO, è necessario:
- Avere una partita IVA attiva da almeno tre anni.
- Non essere titolari di pensione né beneficiari dell’assegno di inclusione.
- Essere in regola con i contributi obbligatori.
- Dimostrare una perdita di reddito di almeno il 70% rispetto ai due anni precedenti.
Come verrà finanziata l’indennità ISCRO dal 2024?
Dal 1 gennaio 2024, il finanziamento dell’ISCRO sarà assicurato da un contributo dello 0,35% sui redditi da lavoro autonomo. Questo contributo sarà prelevato per sostenere il fondo da cui verranno erogate le indennità.
Che cos’è il concordato preventivo biennale per le Partite IVA?
Il concordato preventivo biennale è una nuova misura fiscale che permette ai contribuenti con partita IVA di accordarsi preventivamente con l’Agenzia delle Entrate sui redditi per i successivi due anni. Questo accordo è aperto sia a chi paga le imposte in regime forfettario sia a chi utilizza gli indici sintetici di affidabilità fiscale. L’adesione a questa proposta può essere effettuata entro luglio 2024 per il primo anno e successivamente entro giugno degli anni seguenti.
Ecco i 5 articoli sul lavoro preferiti dagli utenti: