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Pensione con 15 anni di contributi 2023

In pensione con 15 anni di contributi: quali sono le possibilità nel 2023? Ne parliamo in questo approfondimento.

di Carmine Roca

Maggio 2023

In pensione con 15 anni di contributi: è possibile? (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegram e nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

Indice

In pensione con 15 anni di contributi: è possibile?

Si può andare in pensione con 15 anni di contributi? La risposta è affermativa: sì, è possibile.

In presenza di determinati requisiti (molto stringenti) è consentito accedere alla pensione di vecchiaia con 5 anni di anticipo, rispetto ai 20 anni di contributi previsti (al compimento dei 67 anni di età).

Ci riferiamo non solo al contratto di espansione, appena prorogato fino al 31 dicembre 2025, ma anche alle deroghe previste dalla Legge Amato.

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In pensione con 15 anni di contributi: Legge Amato

Iniziamo dalla Legge Amato. La riforma prende il nome dell’allora presidente del consiglio e dal decreto legislativo numero 503 del 1992, che dispose un graduale innalzamento dell’età pensionabile.

Furono introdotte tre deroghe.

In pensione con 15 anni di contributi: prima deroga Legge Amato

La prima deroga prevede due condizioni:

Parliamo, dunque, di un’ipotesi molto remota: si può andare in pensione con 15 anni di contributi con la prima deroga Amato solo se sono stati versati 15 anni di contributi entro il 1992.

Chi può andare in pensione? Ad esempio un lavoratore nato nel 1956, che ha compiuto 67 anni nel 2023, ha iniziato a lavorare a 22 anni maturando un’anzianità contributiva di 15 anni entro il 1992 e dopo i 37 anni di età non ha più versato contributi (condizione imprescindibile, poiché anche un solo contributo versato dopo il 1992 non darebbe accesso alla prima deroga Amato).

In pensione con 15 anni di contributi: seconda deroga Legge Amato

La seconda deroga della Legge Amato consente l’uscita con 15 anni di contributi ai lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all’AGO dell’INPS e agli iscritti ex Inpals (sono esclusi i lavoratori ex Inpdap ed ex Ipost) che hanno versato contributi prima del 31 dicembre 1992.

La deroga è accessibile a coloro che hanno versato contributi entro il 1992, ma non è negata a chi ha maturato contributi dal 1993 in poi.

In pensione con 15 anni di contributi: terza deroga Legge Amato

La terza e ultima deroga della Legge Amato è la più fattibile sul piano anagrafico.

I requisiti sono:

La terza deroga è accessibile soltanto ai lavoratori dipendenti iscritti all’AGO o a un fondo sostitutivo.

Ad esempio, può sfruttare la terza deroga chi ha 15 anni di contributi, di cui 10 maturati senza aver lavorato interamente. Se il primo contributo è stato versato almeno 25 anni prima della maturazione del requisito anagrafico (a 42 anni), si ha diritto alla pensione con 15 anni di contributi.

In pensione con 15 anni di contributi
In pensione con 15 anni di contributi: in foto un uomo legge un documento seduto sul divano.

In pensione con 15 anni di contributi: contratto di espansione

Oltre alle tre deroghe della Legge Amato, c’è un’altra possibilità che permette di andare in pensione con 15 anni di contributi.

Parliamo del contratto di espansione, da poco prorogato fino al 2025 (Decreto Lavoro). La misura consente il prepensionamento fino a 5 anni di anticipo rispetto ai 67 anni previsti per la pensione di vecchiaia.

Il contratto di espansione può essere sfruttato dai dipendenti di grandi aziende (almeno 50 lavoratori), in seguito ad accordi aziendali (quindi non su base individuale).

Chi entro 5 anni compirà 67 anni e maturerà 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia, potrà accedere al contratto di espansione.

La possibilità è aperta anche a chi entro 5 anni raggiungerà un’anzianità contributiva tale da poter accedere alla pensione anticipata ordinaria (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini; un anno in meno per le donne).

Nei 5 anni che lo separano dalla pensione anticipata o dalla pensione di vecchiaia, il lavoratore riceverà mensilmente un’indennità versata dall’INPS, ma a carico del datore di lavoro.

Il contratto di espansione rientra nell’idea di favorire il ricambio generazionale e la riconversione produttiva delle imprese. Ogni tre lavoratori usciti con il contratto di espansione è prevista l’assunzione di almeno un nuovo dipendente.