Come calcolare gli anni di contributi per la pensione? Le operazioni da svolgere sono semplici ma prevedono un alto numero di variabili: bisogna fare molta attenzione (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Come calcolare gli anni di contributi per la pensione
Per andare in pensione è necessario raggiungere una soglia minima di contributi versati. Questo limite varia da persona a persona e, soprattutto, può cambiare molto a seconda del tipo di trattamento previdenziale di cui un soggetto beneficia.
La regola basilare è che maggiori sono gli anni e le cifre di contributi versati e più alto sarà l’importo della pensione. Per calcolare quanti contributi hai versato, bisogna:
- moltiplicare la propria aliquota contributiva per il proprio reddito annuo lordo;
- dividere per 100.
Questa operazione, che sembra molto semplice, tiene conto però di un alto numero di variabili e altri fattori. È pertanto consigliabile affidarsi a un libero professionista esperto in materia.
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Pensione e contributi versati: le tante variabili
Come dicevamo nel paragrafo precedente, esistono tante variabili che ci accompagnano nel calcolo dei contributi versati utili all’ottenimento della pensione. Vediamole insieme:
- il tipo di lavoro svolto => l’appartenenza alla cassa previdenziale INPS o meno;
- la modalità temporale usata per il calcolo dei contributi => il metodo infatti varia in base la lavoro che svolgi e può essere usata come misura:
- le settimane, per i lavoratori di aziende private;
- gli anni, le settimane e i giorni, per i lavoratori del comparto pubblico;
- i mesi, per gli artigiani e i commercianti;
- le singole giornate di lavoro, per gli sportivi professionisti e per gli agricoltori.
- la tipologia di contributi => possono essere:
- figurativi, sono validi ai fini previdenziali ma con alcune eccezioni. Riguardano i periodi in cui, per motivi come il congedo per malattia, per maternità o anche la disoccupazione, non è possibile lavorare;
- effettivi, si riferiscono a un periodo in cui il lavoratore è regolarmente impiegato.
- l’eventuale riscatto dei contributi => in caso dovessi scegliere di riscattare gli anni di laurea così come gli anni svolti da militare, potrebbe variare il metodo di calcolo usato per determinare l’importo e l’anno del tuo pensionamento.
Contributi effettivi e figurativi: che confusione!
Come abbiamo riportato nel paragrafo precedente, la differenza tra contributi figuativi ed effettivi è una variabile importante per il calcolo della pensione.
I primi (contributi figurativi) rappresentano i giorni di non lavoro del cittadino. È il caso di:
- assenza per malattia;
- congedo di maternità;
- congedo di paternità;
- motivi di infortunio;
- disoccupazione.
Questi sono regolarmente riconosciuti dall’INPS, senza il versamento di alcun onere nelle casse dell’ente.
I contributi effettivi sono poi quelli più sostanziosi e importanti, anche per l’accesso a una vasta serie di sussidi e agevolazioni pensionistiche. Questi fanno riferimento ai giorni di lavoro svolto.
Vengono versati dal datore di lavoro, in caso di impiego come dipendente, mentre se ne occupa il lavoratore stesso, se è autonomo.
Senza contributi effettivi niente pensione
È logico che senza aver maturato anni di contributi effettivi, andare in pensione risulterà molto complesso.
Ci sono poi delle misure che richiedono in modo specifico il possesso di un determinato numero di anni di contributi effettivi. È il caso di:
Per accedere a queste tre tipolgie di pensione anticipata bisogna possedere 35 anni di contributi effettivi.
Bisogna fare attenzione nel calcolo del raggiungimento di questa soglia. La normativa prevede infatti che, in modo tassativo, non si debba tener conto dei contributi figurativi.
L’estratto conto dell’INPS
Gli iscritti alla gestione previdenziale INPS, tramite l’estratto conto, possono reperire informazioni molto importanti sulla loro situazione pensionistica. All’interno del documento è possibile consultare:
- il periodo => sono presenti le date di quando hai maturato i vari contributi;
- il tipo di contribuzione => specifica che tipo di contribuzione hai maturato;
- i contributi utili alla pensione => vengono iindicati in settimane;
- il reddito sul quale sono stati calcolati;
- chi è il datore di lavoro che ha versato i contributi.
In genere i contributi figurativi che non sono utili al raggiungimento dei 35 anni di contributi effettivi, sono riportati con la nota “3”.
Per capire quanti anni di contributi effettivi sono stati versati, bisogna:
- sommare le settimane di contributi presenti nell’estratto conto contributivo;
- sottrarre le settimane rappresentate nella nota 3;
- dividere il numero di settimane ottenuto per 52.
I contributi segnalati con”nota 3″ ritornano utili una volta raggiunta la soglia dei 35 anni di contributi effettivi versati.

Faq sul tema delle pensioni
Cos’è la pensione sociale e a chi è destinata?
La pensione sociale è una forma di sostegno economico erogata dall’Inps (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) a favore delle persone anziane e in situazioni di disagio economico.
Questa tipologia di pensione è destinata a coloro che non hanno un’adeguata copertura previdenziale o che hanno contribuito per un numero limitato di anni, risultando quindi svantaggiati nel ricevere altre forme di pensione più elevate.
I beneficiari della pensione sociale sono solitamente anziani con un basso reddito o persone in condizioni di indigenza che non possono sostenersi autonomamente.
Per accedere alla pensione sociale, è necessario soddisfare determinati requisiti di età e reddito. L’importo della pensione sociale è stabilito in base a specifici criteri e può variare a seconda delle diverse situazioni personali.
Cos’è la pensione minima e a chi è destinata?
La pensione minima è una prestazione sociale erogata dall’Inps (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) per garantire un sostegno economico a coloro che hanno contribuito per un numero limitato di anni o che hanno redditi particolarmente bassi.
È destinata a persone con una situazione economica precaria e che non hanno diritto ad altre forme di pensione più elevate.
Cos’è la pensione di invalidità e a chi è destinata?
La pensione di invalidità è una prestazione erogata dall’Inps a favore di coloro che hanno subito una riduzione permanente della capacità lavorativa a causa di un’invalidità.
È dedicata a persone che, a seguito di malattie o infortuni, non sono più in grado di svolgere attività lavorative a pieno regime. Per beneficiare di questa pensione, è necessario soddisfare specifici requisiti medici e di contribuzione.
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