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Pensione contributiva a 71 anni

Pensione contributiva a 71 anni. Scopri cosa prevede la normativa italiana sul tema e quali sono i requisiti da rispettare

di Antonio Dello Iaco

Agosto 2023

Pensione contributiva a 71 anni. Quali sono i requisiti economici e contributivi che bisogna rispettare per ottenere il collocamento a riposo dal lavoro? Ecco cosa prevede la normativa (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Pensione contributiva a 71 anni: chi può accedere?

Di norma la pensione scatta al compimento dei 67 anni. Non tutti però, a causa dei pochi contributi versati, possono ottenere il collocamento a riposo dal lavoro a questa età.

Molti lavoratori e lavoratrici devono infatti attendere i 71 anni, quando il minimo di contributi obbligatori da versare, scende a 5 anni. Tuttavia questa possibilità non è garantita a chiunque.

La possibilità di andare in pensione a 71 anni è infatti riservata solo a:

I requisiti contributivi per andare in pensione

Per accedere alla pensione bisogna rispettare determinati requisiti. Tra i più importanti c’è il parametro contributivo. Tutti coloro che vogliono accedere al collocamento a riposo devono versare dei contributi basati sugli anni di lavoro.

Con la legge Fornero, il limite minimo è stato elevato a 20 anni per tutti i lavoratori, sia del settore pubblico, sia del settore privato. Il discorso cambia solo per coloro che svolgono lavori usuranti.

Come abbiamo già detto nel paragrafo precedente, se invece hai 71 anni di età, il requisito contributivo minimo si riduce a soli cinque anni.

Quali sono i requisiti anagrafici per andare in pensione

Oltre ai parametri contributivi, per andare in pensione è necessario rispettare alcuni requisiti anagrafici minimi.

In generale, alla pensione si accede al compimento dei 67 anni. Questo dato limite è valido in tutti i settori lavorativi. Il requisito anagrafico da rispettare aumenta periodicamente con l’incremento dell’aspettativa media di vita nazionale.

Gli aggiornamenti sull’età media nazionale, avvengono di norma ogni triennio. Il prossimo adeguamento è previsto nel 2024. L’ultimo scatto, pronosticato per il 2021, è saltato. La pandemia da Coronavirus infatti, non ha fatto aumentare le aspettative di vita medie degli Italiani.

Se poi, al compimento dei 67 anni non puoi accedere alla pensione poiché non rispetti anche il requisito legato ai contributi minimi da versare, devi purtroppo aspettare altri anni e pagare più contributi.

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Il valore minimo della pensione in Italia

In Italia esiste una pensione minima garantita alle fasce più deboli della popolazione. La prestazione, dopo la legge Fornero, è aumentata di valore.

In particolare è passata dall’essere l’1,2, ad avere un valore pari a 1,5 volte l’Assegno Sociale. Nel 2023 l’importo soglia era pari a 754,91 euro => Assegno Sociale X 1,5.

Come calcolare la pensione

Per calcolare il corretto importo della pensione che ti spetta una volta rispettati tutti i requisiti anagrafici e contributivi, devi seguire alcuni semplici passaggi.

Calcolare il montante individuale

In primis è fondamentale calcolare il montante individuale dei contributi. Questo dato è necessario per determinare l’importo della pensione.

Si calcola come la somma dei contributi di ciascun anno, rivalutato ogni anno sulla base del tasso di capitalizzazione risultante dalla variazione media quinquennale del PIL calcolata dall’ISTAT con riferimento al quinquennio precedente l’anno da rivalutare.

Come hai potuto intuire, il tasso viene stabilito dall’ISTAT ogni anno sulla base di alcuni dati oggettivi.

Calcolare il valore dell’assegno previdenziale

Per calcolare il valore dell’assegno previdenziale, bisogna partire dal montante contributivo individuale. I passaggi da seguire sono i seguenti:

Pensione contributiva a 71 anni
L’immagine rappresenta due persone che hanno sfruttato la pensione contributiva a 71 anni

L’evoluzione del sistema pensionistico italiano

Il sistema pensionistico italiano negli anni ha subito una serie di cambiamenti e di evoluzioni (ne sono previsti anche altri in futuro). Oltre alla legge Fornero, è la riforma Dini che ha rivoluzionato il sistema previdenziale.

La legge numero 335 del 1995 (nota come legge Dini ndr) ha determinato il passaggio dal regime retributivo a quello contributivo. La differenza tra i due sistemi è sostanziale ed è ben illustrata in un file del COVIP, Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione:

Faq sul tema delle pensioni

Cos’è la legge Fornero?

La legge Fornero è una riforma pensionistica introdotta in Italia nel 2011. Essa ha portato significativi cambiamenti al sistema previdenziale italiano, con l’obiettivo di affrontare i problemi legati all’invecchiamento della popolazione e al bilancio pubblico.

La riforma ha aumentato l’età pensionabile e ha introdotto nuove regole per il calcolo della pensione, in particolare per la pensione contributiva.

Quanti anni si va in pensione contributiva in Italia?

Con la legge Fornero, l’età per accedere alla pensione contributiva in Italia è stata progressivamente aumentata. Attualmente, per poter accedere alla pensione contributiva, è necessario raggiungere i 71 anni di età.

Tuttavia, è importante tenere presente che possono esserci eccezioni e agevolazioni per alcune categorie di lavoratori come, per esempio, chi ha disabilità ed è iscritto negli elenchi delle categorie protette.

Come fare per vedere la mia pensione sul fascicolo previdenziale INPS?

Per consultare la tua pensione contributiva e accedere al fascicolo previdenziale INPS, puoi seguire alcuni semplici passi. Innanzitutto, devi accedere al sito dell’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) e registrarti con le tue credenziali (SPID, CIE, CNS ndr).

Una volta effettuato l’accesso, potrai visualizzare il tuo fascicolo previdenziale e trovare tutte le informazioni relative alla tua pensione contributiva, compresi gli importi e i contributi versati nel corso della tua carriera lavorativa.

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