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Pensione da vedova: quanto spetta

Pensione da vedova: a chi spetta e in che misura? Ecco alcuni esempi per comprenderlo meglio.

di Carmine Roca

Agosto 2023

In questo approfondimento vi parleremo della pensione da vedova: chi può riceverla e quanto spetta? (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Cos’è la pensione da vedova?

Diciamo subito che la pensione da vedova altro non è che la pensione di reversibilità, la prestazione erogata dall’INPS ai familiari superstiti del pensionato deceduto.

Il vedovo o la vedova hanno sempre diritto alla reversibilità.

La prestazione è un diritto del:

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Pensione da vedova: a chi altri spetta?

In loro assenza, se mancanti o deceduti, la pensione di reversibilità spetta ai figli, ai genitori, ai fratelli o alle sorelle e ai nipoti, in percentuali diverse, così ripartite:

Le aliquote di reversibilità sono così stabilite:

Pensione da vedova: percentuali per i coniugi

Come visto in apertura, la pensione da vedova spetta al coniuge del pensionato deceduto. Ma in quale misura?

La percentuale della pensione di reversibilità varia a seconda delle situazioni. Al coniuge senza figli a carico, spetta il 60% dell’assegno pensionistico percepito dal marito: ad esempio, se la pensione del marito era di 1.000 euro, la vedova riceverà dall’INPS 600 euro al mese.

Le cose cambiano se sono presenti e fiscalmente a carico:

Pensione da vedova: esempi di percentuali e importi

La vedova con un figlio a carico ha diritto all’80% di reversibilità (ad esempio, 800 euro al mese con una pensione di 1.000 euro).

Ma se i figli a carico sono più di due, la vedova ha diritto al 100% di reversibilità al mese, dunque all’intero importo dell’assegno previdenziale percepito dal marito.  

Pensione da vedova: quando si applicano le riduzioni?

La pensione di reversibilità è compatibile con la pensione di vecchiaia e le altre forme di pensione diretta e con i redditi da lavoro.

Significa che la vedova può tranquillamente percepire una sua pensione, maturata sugli anni di contributi versati, oppure di invalidità, se riconosciuta invalida civile, oppure prestare un’attività lavorativa.

Attenzione, però: esistono dei limiti oltre i quali la prestazione subisce delle riduzioni del:

Pensione da vedova: esempi di riduzioni

Facciamo degli esempi: una vedova, con un reddito personale di 25.000 euro, riceverà una pensione di reversibilità “tagliata” del 25%.

Dunque, se la pensione del marito era di 1.000 euro, anziché 600 euro al mese (il 60%), la vedova avrebbe diritto a una reversibilità di 450 euro, ovvero 150 euro in meno (il 25% di 600 euro).

Se, invece, la vedova percepisce un reddito di 35.000 euro, anziché 600 euro al mese di reversibilità, prenderebbe 360 euro al mese, ovvero 240 euro in meno (il 40% di 600 euro).

Infine, se la vedova ha un reddito personale di 38.000 euro annui, anziché 600 euro al mese di reversibilità avrebbe diritto a 300 euro al mese, ovvero 300 euro in meno (il 50% di 600 euro).

Ricordiamo, però, che la decurtazione dell’importo non si applica se la vedova ha un reddito inferiore a 21.985,86 euro o se ha a carico figli minorenni, studenti o inabili a carico.

Pensione da vedova
Pensione da vedova: in foto una signora vedova ammira la foto del marito.

Faq sulla pensione di reversibilità

Come si richiede la pensione di reversibilità?

Per ottenere la pensione di reversibilità, bisogna inviare una richiesta all’INPS dopo la morte del defunto. Questo può essere fatto online, tramite il Contact Center INPS, o rivolgendosi a un CAF o un patronato del territorio. La domanda deve essere inviata entro dieci anni dalla morte del titolare del trattamento.

Come si può evitare il taglio sulla pensione di reversibilità?

L’INPS, con la circolare numero 234 del 1995, ha previsto una clausola di salvaguardia per i redditi superiori ai limiti indicati. Per la comunicazione dei redditi, l’interessato dovrà inviare il modello 730 oppure il modello RED.

Come avviene il calcolo della pensione di reversibilità al coniuge divorziato?

Il calcolo della pensione di reversibilità al coniuge divorziato avviene in base all’importo della prestazione percepita dal coniuge in vita. Si tiene conto della durata del matrimonio e del periodo in cui la pensione è stata versata. È importante considerare che il periodo di separazione legale rientra nell’arco temporale del matrimonio, che si considera concluso solo dopo la sentenza di divorzio.

Come si calcola la pensione di reversibilità al coniuge divorziato e al coniuge superstite?

In presenza del coniuge superstite, la pensione di reversibilità viene ripartita in quote e spetta sia al coniuge che all’ex coniuge. La Cassazione ha definito i criteri di ripartizione delle quote, prendendo in considerazione la durata dei rispettivi matrimoni, la durata delle convivenze prematrimoniali, le condizioni economiche dei due soggetti e l’entità dell’assegno divorzile.

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