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Docente in pensione con 20 anni di contributi

Docente in pensione con 20 anni di contributi: quanto prende al mese e come si calcola l'assegno? Scoprilo in questo articolo con alcuni esempi.

di Carmine Roca

Agosto 2023

Come si calcola l’assegno di un docente in pensione con 20 anni di contributi? Scopriamolo in questo approfondimento (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Docente in pensione: in che modo?

La pensione di un docente del comparto scuola si calcola allo stesso modo dei dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni. Cambiano soltanto le decorrenze e il periodo di scadenza delle domande.

Docente in pensione: quando presentare domanda?

Prima di presentare domanda di pensione, il docente deve comunicare la cessazione dal servizio, che scatta a partire dal 1° settembre di ogni anno.

Questo vale per il personale a tempo indeterminato (insegnanti di ruolo) come:

Mentre il personale docente e il personale scolastico possono presentare richiesta l’anno precedente, per andare in pensione l’anno dopo, i dirigenti scolastici devono presentare domanda entro fine febbraio, per andare in pensione lo stesso anno.

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Docente in pensione con 20 anni di contributi: come si calcola l’assegno?

Il calcolo della pensione avviene attraverso tre diversi sistemi di calcolo, in base al periodo in cui sono stati versati i contributi.

Docente in pensione con 20 anni di contributi: esempio col sistema misto

Per calcolare l’importo dell’assegno di un docente in pensione con 20 anni di contributi, dobbiamo conoscere il periodo in cui è maturata quest’anzianità contributiva.

Prendiamo, ad esempio, un docente che ha maturato 20 anni di contributi prima e dopo il 1996 (10 anni di contributi entro il 1995 e gli altri 10 dal 1996 ad oggi).

Un docente, in termini di stipendio netto mensile, guadagna dai 1.490 euro ai 1.990 euro (a fine carriera). Diciamo che il nostro docente ha percepito una retribuzione lorda annua di 30.000 euro (1.600 euro netti di stipendio al mese), per 20 anni di lavoro.

Per calcolare la pensione col sistema misto dobbiamo individuare gli importi di due quote: la prima calcolata con le regole del sistema retributivo (l’aliquota del 2% moltiplicata per gli anni di contributi versati fino al 1995 e il risultato (20%) applicato alla retribuzione lorda annua). Con un calcolo sommario, la prima quota dovrebbe avere un valore di 6.000 euro.

La seconda quota va calcolata con le regole del contributivo. Quindi dobbiamo individuare il montante contributivo, dato dall’insieme delle quote di retribuzione accantonate annualmente dal docente.

Un lavoratore dipendente mette da parte il 33% della sua retribuzione: dunque, il 33% di 30.000 euro è 9.900 euro, moltiplicato per 10 anni di contributi ci dà come risultato 99.000 euro, il valore del montante contributivo.

Su questo importo si applica il coefficiente di trasformazione, che a 67 anni è del 5,72%. Il 5,72% di 99.000 euro è 5.663 euro.

Ora sommiamo gli importi delle due quote (6.000 euro e 5.663 euro) per avere l’importo lordo di un anno di pensione: 11.663 euro, circa 900 euro lordi al mese, intorno ai 650 euro netti al mese (a fronte di uno stipendio di 1.600 euro!).

Docente in pensione con 20 anni di contributi: esempio col sistema contributivo

Va ancora peggio a quei docenti che a 67 anni, vogliono andare in pensione con 20 anni di contributi versati esclusivamente a partire dal 1° gennaio 1996.

In questo caso dobbiamo calcolarci soltanto il montante contributivo: il 33% di 30.000 euro moltiplicato per 20 anni di contributi ci dà come risultato 198.000 euro.

Su questo valore incide il coefficiente di trasformazione del 5,72%, che trasforma il montante contributivo in pensione: 11.353 euro lordi l’anno, circa 872 euro netti al mese, intorno ai 580-600 euro netti al mese.

Docente in pensione: quali possibilità?

Un docente può accedere alla pensione di vecchiaia d’ufficio (se ha compiuto 67 anni entro il 31 agosto dell’anno in corso) o tramite domanda (se compie 67 anni entro il 31 dicembre dell’anno in corso), con un’anzianità contributiva minima di 20 anni (legge numero 214 del 2011).

Altrimenti può anticipare l’uscita a 66 anni e 7 mesi di età (entro il 31 dicembre dell’anno in corso) e con un’anzianità contributiva minima di 30 anni (al 31 agosto), come riportato dalla legge numero 205 del 27 dicembre 2017.

Ma può andare in pensione anche con la formula anticipata della legge Fornero (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini; un anno in meno per le donne), oppure con l’Ape Sociale (63 anni di età e dai 30 ai 36 anni di contributi a seconda della categoria di appartenenza) o con Opzione Donna (60 anni di età, 35 anni di contributi, con sconto anagrafico in base ai figli avuti).

Docente in pensione con 20 anni di contributi
Docente in pensione con 20 anni di contributi: in foto un docente durante una lezione.

Faq su come calcolare l’importo della pensione

Come si calcola l’importo dell’assegno pensionistico?

Per calcolare l’importo dell’assegno pensionistico, è necessario seguire alcuni passaggi. Prima di tutto, bisogna individuare la retribuzione annua del lavoratore, poi calcolare i contributi versati ogni anno. Infine, applicare il coefficiente di trasformazione al montante contributivo. Per fare un esempio, se si prende la somma delle retribuzioni annuali (RA) e si calcolano i contributi del 33%, si ottiene il montante (M). Quindi la formula sarà: M = RA x 33%.

Come si calcola la pensione netta dalla pensione lorda?

Per calcolare la pensione netta a partire dalla pensione lorda, bisogna sottrarre l’IRPEF, il Bonus IRPEF (l’ex Bonus Renzi) e le addizionali comunali e regionali. A queste sottrazioni si aggiungono poi le detrazioni spettanti, fino a ottenere il valore netto. La pensione viene erogata al pensionato in maniera netta, con un importo detassato e migliorato per le detrazioni spettanti.

Che cos’è l’IRPEF e come influisce sulla pensione?

L’IRPEF è un’imposta che viene applicata anche ai redditi da lavoro e, di conseguenza, influisce sul calcolo della pensione. L’IRPEF va a agire sulla pensione lorda, trattenendo una quota di essa per il fisco. Esistono 4 scaglioni di IRPEF applicati a seconda della fascia di reddito. Ad esempio, su un reddito di 13.000 euro, bisogna versare il 23% di IRPEF, quasi 3.000 euro all’anno.

Chi può beneficiare dell’accesso semplificato alla pensione di vecchiaia?

Tutti i cittadini che si accingono a ottenere il trattamento di vecchiaia e che non sono già pensionati, sia iscritti alla gestione pubblica che a quella privata, possono beneficiare di questo accesso semplificato.

Come sarò contattato dall’INPS per la pensione di vecchiaia?

Riceverai una comunicazione personalizzata dall’INPS contenente una domanda di pensione precompilata con tutti i dati in possesso dell’Istituto. La comunicazione verrà inviata a coloro che hanno un’età prossima a quella utile per il pensionamento di vecchiaia. Le comunicazioni verranno notificate anche sull’app “Io” e nell’area “MyINPS” del portale istituzionale dell’INPS. Inoltre, per gli utenti che hanno reso disponibile il proprio recapito cellulare, sarà trasmesso un breve messaggio di testo che informa dell’avvenuto invio della comunicazione.

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