Pensione donna e opzione 63 anni mobile: si cerca di rendere meno rigido il requisito anagrafico per le lavoratrici che desiderano andare in anticipo in pensione. Almeno per determinate categorie, come le invalide, le caregiver o le disoccupate. La discussione è ancora in atto. Vediamo cosa sta valutando il governo e le altre modifiche alle misure previdenziali. (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Pensione donna: riforma ancora in discussione
Il percorso verso una riforma della pensione donna è tutt’altro che concluso. Al ministero dell’Economia, infatti, sono in corso intense riunioni per definire la manovra definitiva da presentare prima al Quirinale e successivamente alle Camere. Tra gli argomenti principali:
- Focus sulle pensioni: i tecnici del governo stanno lavorando per identificare le migliori soluzioni in merito alle pensioni.
- Rivalutazioni: uno degli aspetti cruciali riguarda le rivalutazioni delle pensioni e le possibili modifiche.
- Misure di cumulo: si punta a migliorare le condizioni per agevolare il cumulo di contributi da lavori differenti.
- Aspettativa di vita: nonostante rimanga bloccato fino al 2026, ci sono delle considerazioni in corso riguardo al sistema di adeguamento all’aspettativa di vita.
Pensione anticipata per le lavoratrici
Un altro tema caldo è rappresentato dalla pensione anticipata per le lavoratrici. Ecco cosa sta emergendo:
- Stop a Opzione donna: una delle misure in discussione riguarda i requisiti per l’uscita anticipata dopo l’abolizione di Opzione donna.
- Strumento unico di pensionamento: si sta valutando la creazione di uno strumento unico per tutti i lavoratori definiti “fragili”, che comprenderebbe anche l’Ape sociale.
- Età di accesso: si prevede che l’età per accedere alla prestazione di accompagnamento alla pensione di vecchiaia sia di 63 anni (e 5 mesi, come per gli uomini). Tuttavia, è in discussione un’opzione per rendere questa soglia “mobile” in alcuni casi specifici.
- Fondo flessibilità: attraverso il funzionamento del fondo di flessibilità, l’età pensionabile potrebbe variare di uno o due anni per alcune categorie di lavoratrici.
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Quota 104 con platea ridotta, poche migliaia di uscite
Quota 104 prevede un “alleggerimento”, in determinate circostanze, dell’anzianità contributiva richiesta per le lavoratrici. Secondo le indicazioni provenienti da Palazzo Chigi:
- L’anzianità contributiva per le lavoratrici dovrebbe essere di 35 anni.
- La soluzione più probabile al momento considera l’idea di rendere parzialmente elastico solo il paletto anagrafico.
Per comprendere appieno come sarà strutturata la soglia mobile e quando entrerà effettivamente in vigore, occorrerà attendere il testo finale della legge di bilancio.
Rivalutazione delle pensioni
Uno degli aspetti delicati di queste ore riguarda la rivalutazione degli assegni pensionistici. Le nuove disposizioni prevedono:
- L’indicizzazione all’inflazione resterà al 100% per le pensioni fino a 4 volte il minimo INPS.
- Modifiche significative per le pensioni tra 4 e 5 volte il minimo: la perequazione salirà dall’85% al 90%.
- Per le pensioni della “fascia” più ricca, ovvero sopra 10 volte il minimo, si prevede una diminuzione dal 32% al 22%, con un taglio netto di 10 punti percentuali.
Se venisse riproposta la decurtazione della rivalutazione per le pensioni più alte si prevedono dei ricorsi alla Corte Costituzionale.
Da Quota 103 a Quota 104
Il passaggio da Quota 103 a Quota 104 introduce nuove specifiche:
- Quota 104 prevede 63 anni d’età e 41 anni di versamenti.
- Il meccanismo di “premi” e penalizzazioni, associato a questo canale di uscita, è ancora in fase di definizione. Tuttavia, le dichiarazioni del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, suggeriscono possibili incentivi e penalizzazioni.
- Chi sceglierà di ritardare l’uscita dal lavoro potrebbe beneficiare di un incentivo simile al bonus Maroni, che si traduce in una trattenuta contributiva del 9,19% in meno sulla busta paga del lavoratore.
Età e contributi Quota 104 e la misura unica pensioni anticipate
Quota 104 permette dunque l’uscita anticipata dal lavoro una volta raggiunti i 63 anni, ma con variazioni nell’anzianità contributiva basate sulla categoria lavorativa di appartenenza. Ecco una panoramica dettagliata:
- Uomini: 36 anni di contributi nel caso siano disoccupati, caregiver, invalidi o svolgano lavori gravosi.
- Donne: 35 anni di contributi. Questa misura è spesso chiamata “Opzione Donna Mobile 2024” o “Ape Sociale Mobile Donne”.
- Maggioranza dei lavoratori: 41 anni di contributi, rappresentando la classica Quota 104.
Il tetto massimo
Quota 104 introduce anche (come per Quota 103) un tetto massimo per l’assegno previdenziale. Questo significa che l’importo erogato non potrà superare un valore pari a cinque volte l’assegno minimo, che per il 2023 è stato fissato a 2.818,70 euro. Questo limite dovrà essere osservato fino a quando non saranno raggiunti i requisiti per la pensione di vecchiaia, ovvero 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi versati.
Come deve essere calcolata Quota 104
Per quanto riguarda il calcolo di Quota 104, ci sono specifiche regole da seguire:
- Fino al 31 dicembre 1995, l’assegno pensionistico viene calcolato con il sistema retributivo, basandosi sullo stipendio.
- A partire dal 1° gennaio 1996, con l’introduzione del sistema contributivo, l’assegno previdenziale è basato esclusivamente sui contributi versati.
Coloro che decidono di andare in pensione con Quota 104 tra i 63 e i 67 anni riceveranno, come abbiamo accennato, ma è meglio ribadirlo, un assegno pensionistico inferiore a 2.818,70 euro lordi al mese, anche se i contributi versati avrebbero permesso un importo più elevato. Tuttavia, una volta raggiunti i 67 anni, l’importo erogato corrisponderà a quello effettivamente dovuto.

FAQ (domande e risposte)
Cosa cambia con “Pensione donna”?
La “pensione donna” con l’opzione 63 anni mobile è un tentativo di rendere meno rigido il requisito anagrafico per le lavoratrici che desiderano andare in anticipo in pensione. Questo cambiamento dovrebbe essere introdotto per determinate categorie di lavoratrici, come le invalide, le caregiver e le disoccupate. La discussione su questi cambiamenti è ancora in corso e si sta valutando come poter agevolare ulteriormente l’uscita anticipata delle lavoratrici dal mondo del lavoro.
Quali categorie potrebbero avere l’età pensionabile flessibile?
Le categorie che potrebbero beneficiare di una età pensionabile flessibile sono principalmente le donne invalide, le caregiver e le disoccupate. Inoltre, c’è l’idea di creare uno strumento unico di pensionamento per tutti i lavoratori definiti “fragili”, che includerà anche l’Ape sociale.
Come influenzerà Quota 104 l’uscita anticipata?
Con l’introduzione di Quota 104, ci sarà la possibilità per i lavoratori di uscire anticipatamente dal lavoro al compimento dei 63 anni. Tuttavia, l’anzianità contributiva richiesta varierà in base alla categoria lavorativa di appartenenza. Ad esempio, gli uomini che rientrano in categorie come disoccupati, caregiver, invalidi o che svolgono lavori gravosi avranno bisogno di 36 anni di contributi. Le donne avranno bisogno di 35 anni di contributi.
A chi si rivolge la “Opzione Donna Mobile 2024”?
L’Opzione Donna Mobile 2024, o anche conosciuta come Ape Sociale Mobile Donne, si rivolge specificamente alle donne e prevede un requisito di 35 anni di contribuzione. Questa opzione è stata introdotta per agevolare l’uscita anticipata delle lavoratrici dal mondo del lavoro.
Quali bonus saranno introdotti nel 2024?
Dal 2024, verrà istituito un fondo dedicato per la pensione e verranno introdotti alcuni bonus con l’obiettivo di incentivare il prolungamento della vita lavorativa. Similmente al bonus Maroni, uno di questi bonus permetterà di mantenere nella busta paga del lavoratore la trattenuta contributiva del 9,19%.
Come viene calcolata Quota 104?
Per il calcolo della Quota 104, le regole stabiliscono che fino al 31 dicembre 1995, l’assegno pensionistico venga calcolato con il sistema retributivo, basandosi sullo stipendio. Dall’1° gennaio 1996, con l’introduzione del sistema contributivo, l’assegno previdenziale viene calcolato esclusivamente sui contributi versati. Chi decide di andare in pensione con Quota 104 tra i 63 e i 67 anni riceverà un assegno inferiore a 2.818,70 euro lordi al mese, ma una volta raggiunti i 67 anni, l’importo sarà corretto e basato sui contributi effettivamente versati.
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