In questo approfondimento vedremo insieme a quanto ammonta la pensione minima Albania e se è possibile, per un lavoratore albanese vissuto in Italia, percepire una pensione nel proprio Paese di origine (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Pensione minima Albania: a quanto ammonta?
In Albania, l’ultimo aumento delle pensioni minime risale al 2002, quando l’allora governo decise di incrementare gli importi dei trattamenti al minimo, del 10%.
Le pensioni minime in Albania sono circa 550.000 e, dopo l’entrata in vigore della riforma, non possono avere un importo inferiore a 10.000 Lek, circa 82 euro al mese.
Inoltre i pensionati albanesi ricevono dal governo un sussidio di pochi euro (5 o 6 euro) per l’acquisto di generi di prima necessità, come il pane, o per il pagamento di bollette di energia elettrica.
Parliamo, dunque, di cifre bassissime, ma che permettono, in ogni caso, la sopravvivenza, grazie al costo della vita particolarmente basso: un chilo di pane costa intorno ai 50 centesimi di euro, un biglietto dell’autobus circa 10 centesimi di euro e per l’acquisto di un appartamento, il costo a metro quadro non supera i 300 euro.
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Pensionati in Albania: perché conviene?
Negli ultimi anni, l’Albania è divenuta una delle mete turistiche più ricercate dagli italiani. Ma non solo: è anche uno dei Paesi preferiti dai pensionati italiani, per il suo regime fiscale particolarmente favorevole.
Le tasse in Albania si pagano soltanto sui redditi guadagnati nel Paese.
La detassazione è stata introdotta il 23 gennaio 2020 dalla commissione parlamentare per l’economia per le finanze del governo albanese e spetta:
- a tutti i cittadini albanesi residenti all’estero;
- a tutti i cittadini dell’UE che si trasferiranno in Albania con regolare permesso di soggiorno.
Questo, però, non significa che un pensionato italiano, residente in Albania, percepisca una pensione completamente esente da tassazione. Il pensionato italiano che si trasferisce in Albania continuerà a percepire la pensione maturata in Italia, tassata dal Fisco italiano, ma non da quello albanese.
In conclusione, i pensionati italiani, residenti in Albania, possono evitare la doppia imposizione fiscale (italiana e albanese).
Pensione dei rimpatriati: come funziona in Albania?
Per quanto riguarda i cittadini albanesi che hanno vissuto e lavorato in Italia, questi avranno la possibilità di usufruire di pensioni in relazione ai contributi versati.
Parliamo della pensione dei rimpatriati, riconosciuta dalla legge italiana per i Paesi con i quali non sono stati sottoscritti accordi bilaterali, in quanto a protezione sociale.
La legge italiana spiega che, “in caso di rimpatrio definitivo i lavoratori extracomunitari con contratto di lavoro non stagionale mantengono i diritti pensionistici maturati in Italia e possono usufruire di questi diritti anche se non vi è alcun accordo bilaterale tra l’Italia e il loro paese d’origine”.
A seconda se la pensione viene calcolata per i contributi versati prima e dopo il 1996, si differenziano due casi:
- se i lavoratori rimpatriati sono stati assunti dopo il 1° gennaio del 1996, al compimento dell’età prefissata (67 anni) possono percepire la pensione in base ai contributi versati, anche se sono inferiore ai 20 anni richiesti (percepiranno soltanto quanto hanno versato di contributi);
- se i lavoratori rimpatriati sono stati assunti prima del 1° gennaio 1996, al compimento dell’età prefissata (67 anni) possono ricevere la pensione in base al sistema contributi-stipendio solo se hanno raggiunto i 20 anni di contributi richiesti.
Per la legge italiana, i rimpatriati che hanno lavorato in Italia prima del 1996 percepiscono la pensione minima come se vivessero ancora in Italia.
La pensione da rimpatriato si ottiene con un’anzianità contributiva minima di 5 anni, se si è stati assunti a partire dal 1° gennaio 1996.
Faq sulla pensione in Albania e in Europa
Perché i pensionati italiani si trasferiscono in Albania?
L’Albania, assieme alla Grecia, alle Isole Canarie, al Portogallo, è tra le mete più ambite dai pensionati italiani. Lo stipendio medio di un lavoratore albanese si aggira sui 250-300 euro al mese, significa che, conti alla mano, con una pensione netta di 1.000 euro al mese, in Albania si può vivere come se si percepisse il doppio dell’assegno. A favorire il trasferimento in Albania è pure la lingua. Inoltre, i costi dei viaggi sono alla portata: circa 135 euro per i voli aerei, intorno ai 100 euro (più altri 100 euro per il posto auto) per i viaggi in traghetto.
Quanti soldi servono per vivere bene in Grecia?
Per vivere bene in Grecia, il costo della vita può variare a seconda delle tue esigenze e del luogo in cui decidi di stabilirti. In genere, le città più grandi come Atene o Salonicco possono essere più costose rispetto alle località più piccole o meno conosciute. Una buona stima per un pensionato potrebbe essere di circa 1500 euro al mese. Tieni presente che questo importo può includere alloggio, cibo, spese di trasporto e altre necessità quotidiane. Ricorda sempre di verificare come funzionano le varie tutele per i cittadini con disabilità in Grecia, se scegli di trasferirti lì e se puoi continuare a percepire i sussidi ottenuti in Italia.
Perché il Portogallo è un’opzione popolare tra i pensionati italiani?
Il Portogallo è un’opzione popolare tra i pensionati italiani perché ha introdotto una legge per i residenti non abituali che prevede dieci anni di esenzione dalle tasse per coloro che trascorrono almeno 183 giorni in un anno in Portogallo. Inoltre, l’assistenza sanitaria è gratuita, le strutture ospedaliere sono tra le migliori in Europa, e la lingua portoghese è relativamente facile da comprendere e imparare. Inoltre, il clima mite del Portogallo è un grande vantaggio, soprattutto per chi proviene da luoghi freddi e umidi.
Cosa devono fare i pensionati italiani che risiedono all’estero per continuare a ricevere l’assegno mensile?
I pensionati italiani che risiedono all’estero possono continuare a percepire l’assegno mensile. Tuttavia, ogni anno, l’INPS procede con l’accertamento dell’esistenza in vita per prevenire possibili truffe. Se l’attestazione di esistenza in vita non viene restituita entro la data stabilita, il pensionato deve recarsi di persona presso un’agenzia della Western Union per ricevere l’assegno del mese successivo in contanti.
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