Pensione minima 2023, vediamo insieme di cosa si tratta, quali sono gli importi, a chi spetta e come richiederla. (scopri le ultime notizie e poi leggi su Telegram tutte le news sulle pensioni e sulla previdenza. Ricevi ogni giorno sul cellulare gli ultimi aggiornamenti su bonus, lavoro e finanza personale: entra nel gruppo WhatsApp, nel gruppo Telegrame nel gruppo Facebook. Scrivi su Instagram tutte le tue domande. Guarda le video guide gratuite sui bonus sul canale Youtube. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE
- Pensione minima 2023, che cos’è
- Pensione minima 2023, integrazione
- Pensione minima 2023, integrazione e limiti di reddito
- Pensione minima 2023, redditi da escludere
- Pensione minima 2023, il bonus
- Pensione minima 2023, contributi
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La pensione minima, o anche trattamento minimo, viene definita in questo modo perché al di sotto di quella soglia l’importo non consente di avere delle condizioni di vita almeno dignitose.
Da gennaio 2023 l’assegno della pensione minima è di 563,73 euro. Per i pensionati che hanno più di 75 anni l’importo è stato elevato a quasi 600 euro (597).
Bisogna fare una precisazione prima di continuare. In Italia non esiste una vera soglia minima per la pensione. Quando si parla di pensione minima il riferimento è a un determinato limite oltre il quale il titolare del trattamento previdenziale ha diritto a una integrazione.
Ma questo diritto, come vedremo, dipende comunque dal suo reddito.
Per la pensione minima non è necessario presentare una richiesta all’INPS, sarà infatti lo stesso istituto dopo aver verificato i limiti reddituali annuali, ad applicare in automatico l’integrazione.
Pensione minima 2023, che cos’è
La definizione pensione minima è stata introdotta in Italia con la legge numero 638 del 1983. Come abbiamo accennato indica il limite al di sotto del quale una persona non può avere una vita dignitosa.
E infatti per i pensionati che ricevono importi più bassi del trattamento minimo è previsto un aumento fino a raggiungere quella soglia. Questo aumento viene chiamato assegno integrativo.
La pensione minima è dunque un sostegno garantito a chi ha trattamenti pensionistici molto bassi.
Il “minimo” varia di anno in anno. Si adegua alla variazione dell’indice Istat. Un metodo per aumentare il trattamento in relazione all’inflazione e quindi al costo della vita.
Il tasso di rivalutazione che è stato applicato nel 2023 è stato del 7,3 per cento (applicato integralmente). L’importo è infatti passato da 525,38 euro a 563,73 euro (7.328,49 euro l’anno). Gli ultra 75enni hanno ricevuto un ulteriore incremento del 6,3 per cento, così è stata raggiunta una pensione molto prossima ai 600 euro.
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Pensione minima 2023, integrazione
E dunque chi ha un trattamento pensionistico inferiore a 563,73 euro può avere una integrazione per raggiungere quell’importo. La possibilità è comunque riservata solo per chi ha una pensione che almeno in parte è calcolata con il metodo contributivo (ha quindi iniziato a versare contributi prima del primo gennaio 1996). Quindi “mista”.
Il che significa che l’integrazione al minimo non spetta a chi rientra invece solo nel calcolo contributivo. Per queste persone si discute da tempo una pensione di garanzia, ma al momento siamo alle intenzioni.
Possono essere integrati al minimo questi trattamenti pensionistici:
- pensione di vecchiaia;
- pensione anticipata di anzianità;
- pensione di reversibilità;
- pensione ai superstiti.
Non rientrano tutte le prestazioni che sono invece calcolate solo con il sistema contributivo (come Opzione Donna).
Possono essere integrate fino all’importo minimo della pensione le prestazioni previdenziali dirette e indirette (come la pensione di reversibilità)
Pensione minima 2023, integrazione e limiti di reddito
L’integrazione per la pensione minima dipende anche dal reddito del pensionato. Ci spieghiamo meglio. Un single può avere diritto all’integrazione completa dell’assegno pensionistico, e quindi fino a 563,73 euro, se ha un reddito annuale che non supera 7.328,49 euro.
I pensionati non coniugati che hanno un reddito tra i 7.328,49 euro e i 14.656,98 euro, hanno invece diritto a una integrazione parziale.
Chi supera la soglia massima, 14.656,98 euro, non avrà diritto alla pensione minima.
Vediamo come funziona l’integrazione parziale. Bisogna fare un semplice calcolo.
Prendiamo il caso di un pensionato abbia un reddito di 11.700 euro e una pensione di 300 ogni mese. In totale avrà un reddito di 12.000 euro.
Per determinare l’integrazione si procede in questo modo:
si sottrae dalla soglia massima che è stata fissata dall’Inps il reddito percepito. La somma che resta dovrà essere poi divisa per le tredici mensilità.
E quindi:
- 14.656,98 – 12.000 = 2.656,98
- 2.656,98:13 = 204,38 euro.
- I 204,38 euro si andranno ad aggiungere ai 300 di pensione. Il totale sarà di 504,38 euro.
Pensione minima 2023, redditi da escludere
Ci sono dei redditi da escludere nel calcolo che serve a determinare il diritto a ricevere la pensione minima. Ecco quali:
- i redditi esenti da Irpef, come le pensioni di guerra, le rendite Inail, le pensioni di invalidità civile;
- i redditi della casa in cui si vive;
- le pensioni da integrare al minimo;
- gli arretrati soggetti a tassazione separata.
Pensione minima 2023, il bonus
Nella legge di bilancio approvata nel dicembre del 2022 è stato previsto un aumento ulteriore (oltre all’adeguamento dell’inflazione) dell’1,5 per cento per le pensioni che sono inferiori a 563,73 euro.
Nel 2024 questo incremento aggiuntivo sarà del 2,75 per cento.
Chi ha invece riceve un assegno pensionistico compreso tra 563,73 e 572,18 euro, avrà un aumento solo parziale. Bisognerà fare la differenza tra la 572,18 euro e la pensione che viene percepita.

Pensione minima 2023, contributi
La pensione minima non prevede anni di contributi versati. Ovvero, con 10, 15 o più anni di contribuzione, l’integrazione al minimo si può sempre ricevere. Ovviamente se si è titolari di una pensione e non si raggiungono le soglie minime che sono state stabilite dalla normativa.
E se non ho versato nessun contributo? In quel caso non si riceve la pensione ma l’assegno sociale.
Se hai domande sulla pensione minima, scrivici a [email protected]