La pensione nel mese del decesso va restituita o può essere percepita, dai familiari, senza alcun problema? Scopriamolo insieme in questo articolo (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Pensione nel mese del decesso va restituita?
La pensione nel mese del decesso non deve essere restituita. Anche se il titolare dell’assegno previdenziale è deceduto nei primi giorni del mese, il pagamento avverrà lo stesso.
Il motivo risiede dietro al fatto che, al di là del giorno della morte del soggetto, la pensione risulta già pagata e calcolata. Purtroppo però non è sempre così, la normativa prevede infatti delle eccezioni.
Quando va restituita la pensione all’INPS?
L’INPS prevede delle eccezioni per le quali la pensione va restituita in caso di morte del titolare dell’assegno. È stesso l’ente che si occupa di comunicare agli eredi del de cuius (colui che è deceduto ndr) quando e per quali motivazioni l’importo ricevuto va restituito.
I casi sono vari e sono anche molto scontati. Ecco due esempi pratici.
Esempio numero 1 => se la pensione viene percepita dopo la morte del pensionato, per esempio a cavallo tra i due mesi (quello della morte del de cuius e quello seguente) ed è riferita al mese successivo, va restituita.
Esempio numero 2 => se la banca o l’istituto di credito incaricato, dopo la morte del pensionato, procede al pagamento dell’assegno in modo errato, ha il diritto a recuperare le somme versate in modo improprio.
Come riportato dal Tribunale di Novara, con la sentenza numero 52 del 8 marzo 2012, «In base alla convenzione stipulata con l’INPS, la banca è tenuta a rifondere all’Istitutole somme accreditate dopo la data di eliminazione della pensione per decesso del pensionato».
«Ciò – continua la sentenza – indipendentemente dall’incapienza del conto corrente o dalla chiusura dello stesso e a prescindere dal momento in cui l’ente previdenziale o l’Istituto di credito siano venuti a conoscenza del decesso».
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Cosa accade alla pensione quando una persona muore?
Quando un titolare di pensione INPS muore, va comunicato il decesso all’ente entro le 48 ore successive. L’Istituto nazionale di previdenza sociale può apprendere queste informazioni tramite la segnalazione del medico di famiglia, con il certificato di morte, o del Comune di residenza del defunto.
Successivamente si passa alla fase: pensione ai superstiti. Quando un titolare di pensione muore, per i suoi eredi scatta questa prestazione che si suddivide in:
- pensione indiretta => se la morte dell’assicurato avviene prima del pensionamento è necessario aver:
- accumulato 15 anni di contribuzione;
- versato 5 anni di contribuzione di cui 3 nell’ultimo quinquennio;
- pensione di reversibilità => se la morte del soggetto avviene dopo il pensionamento.
Chi può beneficiare della pensione ai superstiti
La normativa in materia prevede l’assegnazione della pensione ai superstiti ai familiari diretti o indiretti, eredi del de cuius. Esiste infatti un ordine ben definito da rispettare:
- il coniuge o l’unito civilmente;
- il coniuge separato;
- il coniuge divorziato a condizione che:
- sia titolare dell’assegno divorzile;
- non si sia sposato di nuovo;
- la data di inizio del rapporto assicurativo del defunto sia anteriore alla data della sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio
- i figli ed equiparati che possono essere:
- minorenni alla data del decesso del deceduto;
- inabili al lavoro e a carico del genitore al momento del decesso, indipendentemente dall’età;
- maggiorenni studenti che:
- sono a carico del genitore al momento del decesso;
- non lavorano o svolgono mansioni e ricevono un “piccolo reddito”;
- frequentano scuole o corsi di formazione professionale equiparabili ai corsi scolastici entro il 21esimo anno;
- maggiorenni studenti che:
- sono a carico del genitore al momento del decesso;
- non lavorano o svolgono mansioni e ricevono un “piccolo reddito”;
- frequentano l’università, nei limiti della durata legale del corso di studi e non oltre i 26 anni.
Come richiedere la pensione di reversibilità
Per ottenere la pensione di reversibilità o indiretta, devi inviare un’apposita richiesta. Per portarla a termine bisogna seguire una procedura ben definita sul portale ufficiale dell’INPS. La domanda va presentata in modalità telematica. Per farlo devi:
- collegarsi al sito dell’ente;
- accededere al portale con una delle credenziali riconosciute dalla Pubblica Amministrazione come lo SPID, la CIE o la CNS;
- utilizzare il servizio denominato “Pensione ai superstiti indiretta e di reversibilità” => lo puoi trovare direttamente inserendo nella barra di ricerca questa voce.
Qualora dovessi riscontrare delle difficoltà nella fase di invio della domanda, puoi sempre sfruttare il servizio Contact Center creato dall’INPS, oppure l’aiuto dei patronati e dei Centri di assistenza fiscale (Caf) territoriali:
- 803 164 => gratuito da rete fissa;
- 06 164 164 da rete mobile => a pagamento in base al piano tariffario collegato al tuo numero di telefono.

Faq sulla pensione in Italia
Cosa devo fare per richiedere la pensione?
Per richiedere la pensione in Italia, di solito devi presentare una domanda all’ente previdenziale competente. È consigliabile farlo con anticipo, in modo da avere tutto in regola per il momento in cui desideri andare in pensione.
Queste domande frequenti offrono una panoramica generale sul funzionamento della pensione in Italia. È importante ottenere informazioni dettagliate e personalizzate in base alla tua situazione specifica.
Posso combinare la pensione con altri redditi?
Sì, in molti casi è possibile combinare la pensione con altri redditi da lavoro o altre fonti di guadagno. Da qualche anno i tanti limiti che erano presenti nell’ordinamento italiano sono stati superati.
Tuttavia, ci potrebbero essere delle regole specifiche da considerare. È consigliabile informarsi bene su queste possibilità contattando, per esempio, un ufficio territoriale INPS oppure un libero professionista esperto in materia.
Chi ha diritto alla pensione in Italia?
La pensione in Italia è generalmente destinata a coloro che hanno lavorato e versato i contributi previdenziali durante la loro carriera lavorativa.
È importante aver pagato per un certo numero di anni i contributi, altrimenti decade il diritto a ottenere la pensione. Tuttavia esistono diversi casi specifici come:
- In pensione con 29 anni di contributi;
- In pensione con 36 anni di contributi;
- Pensione contributiva a 71 anni;
- Docente in pensione con 20 anni di contributi;
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