Pensioni 2024, ci siamo: il governo ha presentato il disegno di legge di Bilancio per il prossimo anno. Se avevi immaginato novità previdenziali positive, resterai deluso. La flessibilità è stata ridotta ulteriormente. Il governo aveva promesso il superamento delle Legge Fornero: c’è stata invece una conferma su tutta la linea. Vediamo nel dettaglio. (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
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Pensioni 2024: resta Quota 103, ma è ancora più penalizzante
Per Quota 103 era già stato annunciato il de profundis e l’avvento di Quota 104 (l’ennesima “quota”). Poi il governo ha fatto marcia indietro, su insistenza della Lega, ripristinando Quota 103, ma inserendo ulteriori restrizioni. Con la formulazione attuale questa misura di pensionamento anticipato sarà presa in considerazione da poche migliaia di lavoratori, scopri perché.
Proroga di Quota 103: cosa cambia
La misura centrale per le pensioni nel 2024 è la proroga di “Quota 103”, che prevede l’uscita dal lavoro a 62 anni con 41 anni di contributi. Tuttavia, chi decide di aderire a questa opzione nel prossimo anno dovrà fare i conti con alcune novità non proprio positive:
- Calcolo pensionistico: l’intera pensione sarà ora calcolata con il sistema contributivo. Questo rappresenta un cambiamento significativo rispetto al passato, dove si utilizzava un sistema misto. Per chiarire:
- Sistema contributivo: calcola l’importo della pensione in base ai contributi effettivamente versati durante la carriera lavorativa.
- Sistema misto: prevedeva un calcolo retributivo sulle anzianità acquisite sino al 31 dicembre 1995 (o 31 dicembre 2011 se si avevano almeno 18 anni di contributi al 31.12.1995).
- Decurtazione dell’assegno: viene introdotta una doppia decurtazione per chi aderisce nel 2024. La pensione non potrà superare i 2.272€ euro lordi al mese sino al compimento dei 67 anni. Questo importo è inferiore rispetto ai 2.840€ previsti in precedenza.
- Finestre mobili: le cosiddette “finestre mobili”, ovvero il tempo di attesa tra la maturazione dei requisiti e l’effettiva percezione della pensione, subiscono una variazione. Rispetto ai tre mesi precedenti (sei per i dipendenti pubblici), l’attesa sale ora a sette mesi e addirittura a nove per i dipendenti pubblici.
Tabella riassuntiva dei cambiamenti
Caratteristica | Condizioni Precedenti | Condizioni 2024 |
---|---|---|
Sistema di calcolo | Misto | Contributivo |
Assegno massimo mensile | 2.840€ | 2.272€ |
Attesa (dipendenti privati) | 3 mesi | 7 mesi |
Attesa (dipendenti pubblici) | 6 mesi | 9 mesi |
Considerazioni finali su Quota 103
Per chi aveva già maturato i requisiti di “Quota 103″ entro il 31 dicembre 2023, le condizioni rimangono invariate e più favorevoli. In particolare, si beneficia ancora del calcolo con il sistema misto. Ciò significa che per chi era già in procinto di andare in pensione, le novità introdotte non avranno effetto.
Tuttavia, è evidente che le modifiche apportate rendono “Quota 103” meno vantaggiosa per chi avesse in programma di aderire nel 2024. La proroga, seppur prevista, arriva con condizioni più stringenti, che potrebbero influenzare la scelta di molti lavoratori.
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Opzione donna confermata: ma resta per poche
Opzione Donna è stato uno dei temi più discussi dal governo (che sembrava sul punto di accorparla in una sola prestazione con Ape sociale). In origine è stata concepita come una soluzione temporanea per garantire un accesso facilitato alla pensione per le donne. Nel corso degli anni ha subito molteplici modifiche. Con il disegno di legge di Bilancio per il 2024, il governo ha confermato Opzione Donna, ma nella versione 2023, quella più restrittiva, con l’aggiunta di un ulteriore inasprimento dei requisiti di accesso.
Chi può accedere all’Opzione Donna nel 2024?
La conferma dell’Opzione Donna nel 2024 viene accompagnata da restrizioni specifiche. Ecco chi potrà beneficiarne:
- Donne caregivers: coloro che hanno avuto a carico persone non autosufficienti;
- Donne con un grado di invalidità pari al 74%;
- Donne disoccupate.
Requisiti anagrafici e contributivi
Le donne che intendono accedere a Opzione Donna nel 2024 dovranno soddisfare i seguenti requisiti:
- Avere 61 anni di età (rispetto ai 60 anni richiesti precedentemente);
- Avere maturato almeno 35 anni di contributi al 31 dicembre 2023.
Benefici per le madri
Viene mantenuto il vantaggio per le madri:
- Riduzione di un anno del requisito contributivo per ogni figlio;
- Possibilità di riduzione massima di due anni.
Tuttavia, è fondamentale tener conto delle finestre mobili previste:
- 12 mesi per le dipendenti;
- 18 mesi per le lavoratrici autonome.
Nuova proroga per l’Ape sociale: cambiano i requisiti
L’Ape Sociale è un altro strumento importante per garantire un’uscita anticipata dal mondo del lavoro a chi ha svolto lavori particolarmente gravosi o si trova in situazioni di fragilità economica.
Durata e requisiti anagrafici
L’Ape Sociale è stata prorogata fino al 31 dicembre 2024. Tuttavia, si assiste a un innalzamento del requisito anagrafico:
- Accesso all’Ape Sociale a partire dai 63 anni e cinque mesi (rispetto ai 63 anni previsti in precedenza).
Categorie di lavoratori gravosi
Nonostante fosse previsto un ampliamento delle categorie di lavoratori gravosi riconosciute dalla legge n. 234/2021 nel biennio 2022-2023, questa modifica non verrà implementata. Ciò significa che non ci saranno ulteriori riduzioni contributive per edili e ceramisti.
Limiti di reddito e calcolo dell’assegno
Viene introdotta una nuova regola riguardo l’incumulabilità totale della prestazione:
- Non si potrà cumulare l’Ape Sociale con redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione del lavoro occasionale entro un tetto di 5.000€ annui.
Inoltre, l’assegno sarà calcolato con il sistema misto, ma con alcune restrizioni:
- Importo massimo dell’assegno fissato a 1.500 euro lorde mensili;
- Assegno privo di tredicesima;
- Nessun adeguamento dovuto all’inflazione fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia fissata a 67 anni.
In pensione a 64 anni? Ma solo per stipendi ricchi
Modifiche significative anche l’accesso alla pensione anticipata contributiva a 64 anni. Una misura che continua a essere riservata a lavoratori che hanno stipendi più elevati. Ecco un’analisi delle novità:
Contributivi puri: chi sono?
I contributivi puri sono quei lavoratori che non avevano accumulato anzianità contributiva al 31.12.1995. Questa categoria, negli anni, ha visto diverse modifiche in termini di accesso alla pensione.
- Vecchia regola: accesso alla pensione di vecchiaia a 67 anni con almeno 20 anni di contributi e senza superare 1,5 volte l’assegno sociale.
- Nuova regola: Introduzione di limiti diversificati per l’accesso alla pensione a 64 anni.
Limiti diversificati
La principale novità riguarda l’introduzione di limiti diversificati in base all’entità dell’importo maturato per la pensione e alla situazione familiare:
- Importo base: limite pari a 3 volte l’assegno sociale.
- Donne con un figlio: la soglia è di 2,8 volte l’assegno sociale.
- Donne con almeno due figli: la soglia scende a 2,6 volte l’assegno sociale.
Ulteriori restrizioni
- Massimale dell’assegno: l’assegno non potrà superare 5 volte il minimo Inps (circa 2.840€ lordi al mese) fino al raggiungimento dei 67 anni.
- Finestra mobile: introduzione di una finestra mobile di tre mesi dalla maturazione dei requisiti.
- Adeguamento alla speranza di vita: il requisito contributivo di 20 anni sarà adeguato alla speranza di vita ISTAT, oltre al requisito anagrafico.
Modifiche alla rivalutazione delle pensioni 2024
L’indicizzazione delle pensioni, ovvero la loro rivalutazione in base all’inflazione, è un altro punto centrale delle novità del 2024. Ecco le principali modifiche:
Rivalutazione piena
- Vecchia regola: rivalutazione al 100% dell’indice ISTAT fino a 4 volte il trattamento minimo.
- Nuova regola: confermata la rivalutazione piena fino a 4 volte il trattamento minimo.
Riduzione degli assegni più elevati
- Vecchia regola: gli assegni pensionistici oltre 10 volte il trattamento minimo avevano una rivalutazione del 32% dell’indice ISTAT.
- Nuova regola: nel 2024, la percentuale di rivalutazione scende al 22%.
Taglio alle pensioni degli statali
Il 2024 segna un anno significativo in termini di pensioni, soprattutto per gli statali. Il disegno di legge di Bilancio ha introdotto alcune misure che potrebbero avere un impatto significativo sui futuri pensionati, in particolare su quelli che rientrano in determinate categorie.
Gli assicurati e le casse di previdenza
Il cambiamento riguarda principalmente gli assicurati presso le ex casse di previdenza amministrate dal Tesoro. Queste casse includono:
- CPDEL
- CPI
- CPS
- CPUG
Chi è interessato: coloro che avevano meno di 15 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995 e che andranno in pensione dal 1° gennaio 2024.
Cosa cambia nella rendita pensionistica
Gli effetti delle nuove misure possono essere riassunti come segue:
- Abolizione delle aliquote correnti: le aliquote di rendimento precedentemente stabilite dalla legge n. 965/1965 e dalla legge n. 16/1986 verranno sostituite.
- Introduzione di nuovi coefficienti: questi coefficienti saranno meno generosi rispetto ai precedenti, e potrebbero influire in modo significativo sulla rendita pensionistica di molti assicurati.
- Rischio di incostituzionalità: la nuova misura potrebbe violare il principio del pro rata, il che potrebbe portare a ulteriori complicazioni legali in futuro.
- Nessuna modifica per i pensionati attuali: coloro che sono già in pensione non subiranno alcun cambiamento nelle loro rendite.
Riscatto semplificato vuoti contributivi
Il riscatto semplificato dei vuoti contributivi rappresenta una delle poche novità positive introdotte nel 2024.
Cos’è il riscatto semplificato
Si tratta di una misura che permette ai lavoratori di “riempire” periodi in cui non hanno versato contributi previdenziali. Questo può essere particolarmente utile per coloro che hanno avuto interruzioni nella loro carriera lavorativa.
Dettagli della nuova misura
- Periodo di riscatto: dopo una pausa nella sperimentazione tra il 2019 e il 2021, la misura viene ripristinata per il biennio 2024-2025.
- Chi può beneficiarne: solo gli assicurati che non avevano alcun anzianità assicurativa al 31 dicembre 1995 possono beneficiare di questa misura.
- Limiti al riscatto: si possono riscattare i vuoti contributivi tra un periodo e l’altro, ma con un limite massimo di cinque anni.
- Altre novità: è stata prorogata per il 2024 l’ISCRO, l’indennità di discontinuità reddituale ed operativa, che sarà particolarmente utile per le partite IVA.

FAQ (Domande e risposte)
Cosa cambia per le pensioni 2024?
Per l’anno 2024, il governo ha presentato il disegno di legge di Bilancio che conferma molte delle misure previdenziali attuali, ma con alcune modifiche. Contrariamente alle aspettative di novità positive, la flessibilità previdenziale è stata ridotta ulteriormente. Nonostante ci fossero promesse di superamento della Legge Fornero, la situazione rimane in gran parte invariata.
Quali sono le novità su “Quota 103” per il 2024?
“Quota 103” verrà prorogata di un anno, ma chi aderirà nel 2024 vedrà l’assegno decurtato due volte. L’intera pensione sarà calcolata con il sistema contributivo e non più con il sistema misto. La misura dell’assegno non potrà superare i 2.272€ euro lordi al mese sino al compimento dei 67 anni. Inoltre, il tempo di attesa tra la maturazione dei requisiti e la percezione del primo rateo pensionistico aumenta a sette mesi per la maggior parte delle persone e a nove mesi per i dipendenti pubblici.
Cosa significa per l’Opzione Donna nel 2024?
L’Opzione Donna viene riconfermata, ma con alcune restrizioni. Sarà disponibile solo per caregivers, invalidi al 74% e disoccupate, a condizione che abbiano raggiunto 61 anni e 35 anni di contributi al 31 dicembre 2023. Le finestre mobili sono di 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le lavoratrici autonome.
Come sono stati aggiornati i requisiti dell’Ape sociale?
L’Ape Sociale viene prorogata fino al 31 dicembre 2024, ma il requisito anagrafico aumenta a 63 anni e cinque mesi. Non ci sarà un ampliamento delle categorie di lavoratori gravosi riconosciute nel biennio 2022-2023. Inoltre, è stata introdotta una regola di incumulabilità totale della prestazione con i redditi di lavoro, ad eccezione del lavoro occasionale entro un massimo di 5.000€ annui.
Chi può andare in pensione a 64 anni nel 2024?
I soggetti “contributivi puri”, ovvero coloro che non hanno anzianità al 31 dicembre 1995, potranno andare in pensione a 64 anni se hanno almeno 20 anni di contributi. Tuttavia, sono state introdotte diverse restrizioni. Per esempio, l’assegno non potrà superare 5 volte il minimo Inps sino al raggiungimento dei 67 anni, e ci sarà una finestra mobile di tre mesi dalla maturazione dei requisiti.
Ci sono modifiche all’indicizzazione per le pensioni 2024?
Sono state apportate alcune modifiche all’indicizzazione. Viene confermata la rivalutazione piena sino a 4 volte il trattamento minimo. Tuttavia, per quelli tra 4 e 5 volte, la rivalutazione sarà parziale.
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