Pensioni 2024, ormai è chiaro: nel prossimo anno sono stati inaspriti i requisiti per la pensione e le condizioni di uscita dal lavoro sono tornate alla legge Fornero, se non peggio. Vediamo in questa disamina complessiva cosa deve aspettarsi chi si appresta al pensionamento. Questa guida è utile anche per chi è distante da quel giorno: meglio sapere prima quello che ti aspetta. (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Pensioni 2024, cosa succede
In questo post esamineremo dunque lo scenario di tutte le misure previdenziali che saranno attive nel 2024. Dalla pensione di vecchiaia a Quota 103, dall’Ape Sociale a Opzione donna, dall’inasprimento dei limiti per la pensione contributiva a 64 anni ai tagli disposti per una serie di dipendenti pubblici, medici compresi, che hanno annunciato lo sciopero il 5 dicembre.
Il quadro non è rassicurante. Il governo aveva promesso più flessibilità in uscita e agevolazioni per donne e giovani. È andata diversamente. Ha inciso la situazione economica. Ma nessuno si aspettava che l’esecutivo decidesse di far cassa proprio sulle pensioni. Vediamo nel dettaglio.
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Pensione di vecchiaia: requisiti e adeguamenti
Per accedere alla pensione di vecchiaia nel 2024, è necessario avere raggiunto i 67 anni di età e aver versato almeno 20 anni di contributi. Questa configurazione, nota come quota 87, rimane dunque stabile, ma si prevede un incremento dell’età pensionabile nel 2025. Ed è questa la novità.
Cosa accade nel 2025:
- Età anagrafica prevista per la pensione di vecchiaia: aumento a 67 anni e 2 o 3 mesi.
- Pensione di vecchiaia anticipata: 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne, senza adeguamenti legati all’aspettativa di vita fino al 2024.
Questi cambiamenti si inseriscono in un contesto di rivalutazione legato all’aspettativa di vita, un parametro che influenza l’età pensionabile. Per riassumere:
- Età anagrafica: stabile a 67 anni per il 2024.
- Contributi minimi: 20 anni per accedere alla pensione di vecchiaia.
- Adeguamenti futuri: Possibili incrementi dal 2025.
Pensione di vecchiaia anticipata
La pensione anticipata è una possibilità di uscita per i lavoratori che hanno accumulato un significativo monte contributi. Ecco i dettagli:
- Uomini: pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi.
- Donne: pensione anticipata con 41 anni e 10 mesi di contributi.
- Adeguamenti: nessun ulteriore adeguamento previsto fino al 2024.
Quota 103: le modifiche in arrivo
Cosa cambia dal 2024
Quota 103, introdotta in sostituzione della precedente Quota 102 del governo Draghi e operativa dal primo gennaio 2023, subirà delle modifiche a partire dal 2024. I criteri di età e contribuzione rimangono invariati, ovvero sarà possibile andare in pensione anticipata con 62 anni di età e 41 anni di contributi. Ma le condizioni si inaspriscono notevolmente:
- Calcolo dell’intera pensione: il metodo sarà interamente contributivo anche per chi, fino a fine 2023, beneficia del calcolo retributivo per i periodi lavorati prima dell’1/1/1996.
- Assegno pensionistico: non potrà superare quattro volte il trattamento minimo INPS (2.272€ lordi al mese) fino al compimento dei 67 anni. Al momento, il limite è fissato a cinque volte tale importo.
- Finestre mobili: il periodo di attesa tra il raggiungimento dei requisiti e l’effettiva pensione passa da tre a sette mesi per i dipendenti privati e da sei a nove mesi per i dipendenti pubblici.
- Divieto di lavoro: chi sceglie la Quota 103 non potrà cumulare redditi da lavoro con la pensione fino ai 67 anni di età.
Le implicazioni per i lavoratori
Queste nuove condizioni rappresentano un notevole svantaggio per i lavoratori, che vedranno una riduzione dell’assegno e un periodo di attesa più lungo. Inoltre, la parte di contributi che il lavoratore continuerà a versare, pur venendo inserita in busta paga, non incrementerà la pensione futura e sarà soggetta a tasse IRPEF.
Strategie consigliate
Per chi ha la possibilità, potrebbe risultare più conveniente optare per l’uscita con 42 anni e 10 mesi di contributi se maschio, e un anno in meno per le donne, senza limiti di età e solo tre mesi di finestra mobile, senza ricalcolo contributivo e senza il divieto di cumulo di redditi.
Condizioni attuali e quelle del 2024
Chi ha maturato i requisiti di Quota 103 entro il 31 dicembre 2023, potrà richiedere la pensione nel 2024 mantenendo le condizioni più favorevoli previste dalla normativa attuale. La stessa opzione è valida per chi ha raggiunto i requisiti di Quota 100 e Quota 102 nei termini previsti.
Opzione Donna 2024
Opzione donna nel 2024 resta molto selettiva. Questo schema di pensionamento anticipato, che sembrava sul punto di essere soppresso, impone limiti più stretti in termini di età e contributi.
Chi può accedere a Opzione Donna?
Solo alcune categorie di lavoratrici potranno accedere a questa opzione:
- Lavoratrici licenziate o in aziende in crisi
- Donne con disabilità pari o oltre il 74%
- Donne che assistono persone disabili conviventi
L’Impatto dei figli sull’età pensionabile
L’età pensionabile con opzione donna varia a seconda del numero di figli:
- Senza figli: 61 anni
- Con un figlio: 60 anni
- Con due o più figli: 59 anni
Calcolo della pensione e finestre mobili
Il calcolo della pensione con Opzione donna si basa interamente sul metodo contributivo, con una riduzione significativa dell’assegno.
Ape Sociale 2024
Cosa cambia con l’Ape Sociale nel 2024
L’Ape Sociale è uno degli strumenti introdotti per consentire un’uscita anticipata dal mondo del lavoro a determinate categorie di lavoratori. Nel 2024, però, è stato imposto un inasprimento dei requisiti:
- Età minima: l’età per accedere all’Ape Sociale aumenta a 63 anni e 5 mesi, rispetto ai precedenti 63 anni.
- Contributi: si richiedono almeno 30 anni di contributi versati.
Categorie di lavoratori e requisiti specifici
- Lavoratori disoccupati:
- Età: 63 anni e 5 mesi.
- Contributi: 30 anni.
- Condizioni: cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa, risoluzione consensuale, o dipendenti di aziende in crisi.
- Persone con disabilità:
- Età: 63 anni.
- Contributi: 30 anni.
- Condizioni: disabilità pari o oltre il 74% e riconosciuti invalidi civili.
- Caregiver persone con disabilità grave:
- Età: 63 anni.
- Contributi: 30 anni.
- Condizioni: assistenza per almeno 6 mesi a persone disabili conviventi, con disabilità grave secondo la legge 104/1992, sia di primo o secondo grado di parentela (solo per over 70).
- Lavoratori che svolgono mansioni gravose:
- Età: 63 anni.
- Contributi: 36 anni.
- Condizioni: svolgimento di una o più delle professioni gravose per almeno sei anni negli ultimi sette, o sette anni negli ultimi dieci.
Limitazioni e condizioni
- Incumulabilità: nel 2024, la prestazione non sarà cumulabile con redditi di lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione del lavoro occasionale fino a un massimo di 5.000€ annui.
- Assegno: l’importo è calcolato con il sistema misto, con un massimo di 1.500 euro lorde mensili, senza tredicesima e senza adeguamenti per l’inflazione fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia fissata a 67 anni.
Pensioni 2024: tagli ai dipendenti pubblici
Il nuovo scenario previdenziale
A partire dal 1° gennaio 2024, i lavoratori statali si troveranno di fronte a una brutta e inattesa sorpresa per il calcolo delle proprie pensioni. La legge di bilancio ha introdotto nuove disposizioni che prevedono una riduzione delle prestazioni maturate fino al 31 dicembre 1995 per gli assicurati presso le casse di previdenza gestite in passato dal Tesoro e ora dall’INPS.
Categorie Interessate
I lavoratori più colpiti da questa riforma sono quelli con meno di 15 anni di contribuzione alla fine del 1995, compresi:
- Dipendenti degli enti locali (CPDEL)
- Insegnanti (CPI)
- Operatori sanitari (CPS)
- Ufficiali giudiziari (CPUG)
Impatto sulle prestazioni
I calcoli effettuati dalla CGIL suggeriscono che ci sarà una riduzione notevole dell’assegno pensionistico annuale, che potrebbe oscillare tra il 5% e il 25%. Ciò equivarrebbe a una perdita di oltre 4.320 euro l’anno per chi ha una retribuzione lorda di 30.000 euro, fino a quasi 7.390 euro per chi percepisce 50.000 euro.
Profili di incostituzionalità
La misura, che è ex post e senza applicazione del principio del pro-rata, solleva dubbi sulla sua costituzionalità. Alcuni membri del governo hanno già segnalato la possibilità di apportare modifiche per evitare un esodo di professionisti, come i circa 3.800 medici coinvolti, prima della fine dell’anno.
Dal 2025 inaspriti i requisiti
Dal 2025, i lavoratori italiani dovranno fare i conti con nuove regole per l’accesso alla pensione. Vediamo in dettaglio cosa comporta questo cambiamento:
- Età e contributi: l’età pensionabile per l”uscita anticipata è legata ai contributi versati. Gli uomini dovranno raggiungere i 42 anni e 10 mesi di contribuzione, le donne 41 anni e 10 mesi.
- Adeguamento alla speranza di vita: un’ulteriore complicazione emerge dall’adeguamento all’aspettativa di vita che potrebbe portare a superare i 43 anni di contribuzione.
La contraddizione del sistema
La nuova normativa pensionistica presenta una contraddizione evidente: da un lato, chi arriva a 67 anni di età con soli 20 anni di contributi potrà godere di una pensione spesso sostenuta da soldi pubblici; dall’altro, chi ha versato contributi per oltre 42 anni potrebbe trovarsi nell’impossibilità di accedere alla prestazione pensionistica. Si crea così una distorsione del sistema che necessita di attente valutazioni e possibili correzioni.
Riscatto dei vuoti contributivi
Il riscatto dei vuoti contributivi rappresenta una delle novità per le pensioni 2024. Ecco cosa occorre sapere per chi è classificato come “contributivo puro”, ossia coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1° gennaio 1996.
Il biennio 2024-2025 introduce la possibilità di riscattare fino a cinque anni di periodi non coperti da contribuzione. Questo riscatto è calcolato secondo il sistema contributivo, che varia a seconda della categoria lavorativa:
- Per i lavoratori dipendenti: l’onere del riscatto equivale al 33% del proprio imponibile.
- Per i lavoratori autonomi: in media il 24%.
- Per chi è iscritto alla gestione separata INPS: il 25.72%, calcolato sulla retribuzione percepita nei dodici mesi precedenti la domanda.
Come funziona il riscatto
- Si calcola l’onere del riscatto basandosi sulla categoria lavorativa e sull’aliquota contributiva in vigore.
- Questo onere è detraibile al 50% dai redditi per l’anno di versamento e i successivi quattro anni.
- Il pagamento può avvenire in un’unica soluzione o essere rateizzato fino a 120 rate mensili, con importi non inferiori a 30 euro.
- In caso di rateizzazione, non sono previsti interessi.
- Per i lavoratori del settore privato, il costo del riscatto può essere coperto dal datore di lavoro attraverso i premi di produzione.
Il riscatto dei vuoti contributivi permette di anticipare l’età pensionabile fino a un massimo di 5 anni, rispetto ai 42 anni e 10 mesi richiesti (41 anni e 10 mesi per le donne) e rispetto ai 20 anni per la pensione di vecchiaia.
Chi può approfittare del riscatto
Il riscatto è un’opzione disponibile esclusivamente per i “contributivi puri”. Non è applicabile ai lavoratori che rientrano nelle categorie dei “retributivi” o dei “misti”. Inoltre, è importante monitorare eventuali conferme o modifiche che riguardano la norma sul riscatto della laurea: potrebbe subire variazioni nelle modalità di calcolo e nei requisiti.
In conclusione, il riscatto dei vuoti contributivi è uno strumento flessibile che può fornire ai lavoratori un’opportunità per integrare il proprio montante contributivo, con l’obiettivo di raggiungere prima la pensione o migliorarne l’importo. Ma, è essenziale valutare attentamente i costi e i benefici prima di procedere con il riscatto, considerando anche l’impatto fiscale e la propria situazione lavorativa e previdenziale futura.
Pensione contributiva a 64 anni: quasi impossibile
La riforma delle pensioni 2024 ha introdotto nuove regole che rendono particolarmente arduo il cammino verso il pensionamento anticipato. Per i lavoratori che hanno iniziato la loro attività dopo il primo gennaio 1996, le modifiche ai requisiti previsti dalla riforma Fornero segnano un netto inasprimento.
Vecchi requisiti per la pensione anticipata:
- Età: è richiesto avere almeno 64 anni.
- Anni di contributi: sono necessari almeno 20 anni di versamenti.
- Importo minimo della pensione: deve essere pari a 2,8 volte l’assegno sociale, che corrisponde a circa 1.350 euro mensili. Se l’importo non raggiunge questa soglia, si deve attendere i 67 anni, adeguati all’aspettativa di vita.
- Requisiti per la pensione di vecchiaia: a 67 anni, la pensione deve essere almeno 1,5 volte l’assegno sociale. In caso contrario, si deve continuare a lavorare fino a raggiungere l’importo richiesto o fino a un massimo di 71 anni.
Queste condizioni già mettono in evidenza un aspetto: il sistema pensionistico tenda a favorire chi ha avuto una continuità lavorativa e contributiva e punisce, invece, chi ha avuto percorsi più frammentati o salari più bassi. Le misure appaiono ancora più severe se si pensa che i primi lavoratori interamente contributivi andranno in pensione solo tra il 2030 e il 2032.
Modifiche alla legge di Bilancio:
- Inasprimento dei requisiti: dal 2024, si potrà accedere alla pensione anticipata solo con un assegno di almeno 3 volte il valore dell’assegno sociale.
- Assegno pensionistico: il tetto massimo è fissato a 5 volte il minimo INPS fino al raggiungimento dei 67 anni.
- Finestra mobile: introdotta una finestra mobile di tre mesi dopo il raggiungimento dei requisiti, non contemplata dalla legge Fornero.
- Adeguamento alla speranza di vita: il requisito contributivo di 20 anni verrà adeguato in base ai dati dell’Istat.
Rivalutazione delle pensioni, ancora un taglio
Per finanziare l’incremento delle pensioni più basse e una parte della decontribuzione, previsti per il 2024 con un costo di circa 15 miliardi, la legge di bilancio ha apportato diverse modifiche restrittive. Si inaspriscono le penalizzazioni introdotte l’anno scorso sulla rivalutazione delle pensioni in risposta all’inflazione.
Modifica alla Legge Base del 1998 per il 2024:
- La legge del 1998 prevedeva una rivalutazione:
- Al 100% per i trattamenti fino a 4 volte il minimo INPS.
- Al 90% per i trattamenti da 4 a 5 volte il minimo.
- Al 75% per le pensioni oltre 5 volte il minimo.
- La rivalutazione era calcolata per scaglioni (es. una pensione pari a 8 volte il minimo veniva rivalutata al 100% fino a 4 volte, poi al 90% tra 4 e 5 volte e il resto al 75%).
- Con le nuove norme, la rivalutazione viene applicata al valore più basso sull’intero importo (es. una pensione pari a 8 volte il minimo verrà rivalutata interamente al 37% dell’inflazione).
Importi minimi provvisori e rivalutazioni per il 2024:
- Importo minimo pensione 2023: 563,74 euro, cresciuto del 7,3% rispetto al 2022.
- Aumento dell’1,5% per le pensioni minime: 572,20 euro.
- Aumento del 6,4% per gli over 75: 599,82 euro.
Rivalutazione pensioni 2024:
- 100% per trattamenti fino a 4 volte il minimo INPS.
- 85% per trattamenti fino a 5 volte il minimo INPS.
- 53% per trattamenti fino a 6 volte il minimo INPS.
- 47% per trattamenti fino a 8 volte il minimo INPS.
- 37% per trattamenti fino a 10 volte il minimo INPS.
- 22% per trattamenti superiori a 10 volte il minimo INPS (era del 33% nel 2023).
Esempio di impatto sulle pensioni:
- Con un’inflazione del 8,1% nel 2022 e del 5,8% nel 2023, un pensionato con una prestazione pari a 10 volte il minimo INPS subirà una perdita significativa del potere d’acquisto.
- La pensione, anziché essere rivalutata del 13,9% previsto dall’inflazione cumulativa, sarà rivalutata solo del 22% dell’inflazione (3,058% reale).
- Questo significa una perdita annuale di 7.944,3 euro (611,1 euro al mese per 13 mensilità).
- Se il pensionato vivrà altri 10 anni con un’inflazione annua del 2%, la perdita accumulata supererà i 100.000 euro.

FAQ (domande e risposte)
Cosa cambia nelle pensioni nel 2024?
Nel 2024, i requisiti per la pensione si inaspriscono, ritornando quasi alla legge Fornero. L’età per la pensione di vecchiaia sarà di 67 anni con almeno 20 anni di contribuzione. Per la pensione anticipata, viene introdotta Quota 103, che consente di andare in pensione a 62 anni con 41 anni di contributi, ma con delle condizioni più rigide rispetto al passato.
Quali sono i requisiti per la pensione di vecchiaia nel 2024?
I requisiti per la pensione di vecchiaia nel 2024 sono un’età minima di 67 anni e almeno 20 anni di contribuzione. Per la pensione anticipata, è possibile uscire con 42 anni e 10 mesi di contributi se maschi, 41 anni e 10 mesi se donne, senza adeguamenti legati all’aspettativa di vita.
Come influisce Quota 103 sulle pensioni nel 2024?
Quota 103 cambia le regole della pensione anticipata: richiede 62 anni di età e 41 anni di contributi, con un pensionamento calcolato interamente con il metodo contributivo e limitazioni sull’importo dell’assegno pensionistico fino al raggiungimento dei 67 anni. Inoltre, aumentano le “finestre mobili”, ovvero il tempo tra la maturazione dei requisiti e l’erogazione della pensione.
Opzione donna 2024: quali nuove restrizioni ci sono?
Nel 2024, l’Opzione donna diventa più restrittiva. Potranno accedere solo alcune categorie di lavoratrici con requisiti specifici, come essere licenziate o avere una disabilità certificata. L’età minima sale a 61 anni con 35 anni di contributi, con possibilità di riduzione per chi ha figli.
Pensioni 2024: quali sono le previsioni per le età pensionabili?
Le previsioni per le età pensionabili nel 2024 rimangono fisse a 67 anni per la pensione di vecchiaia. Tuttavia, nel 2025 è probabile un incremento di 2 o 3 mesi. Per la pensione anticipata, l’età rimane a 62 anni con Quota 103, con possibilità di uscita a 42 anni e 10 mesi di contributi senza limiti di età.
Come le misure previdenziali 2024 influenzano i lavoratori?
Le misure previdenziali del 2024 influenzano i lavoratori inasprendo le condizioni di uscita, con maggiori restrizioni e minori benefici. Le opzioni per la pensione anticipata sono più limitate e meno vantaggiose, con l’eccezione di chi matura i requisiti entro il 2023, che potrà ancora beneficiare delle condizioni più favorevoli.
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