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Pensioni minime a 670 euro

Pensioni minime a 670 euro: il governo ci pensa e potrebbe approvare portare alla soglia dei 700 euro gli assegni minimi INPS. Vediamo in che modo e cosa si pensa di fare con le altre misure. Probabile una stretta sulla rivalutazione degli assegni pensionistici che superano una determinata soglia.

di Redazione

Agosto 2023

Pensioni minime a 670 euro, l’obiettivo è possibile nonostante il governo abbia serie difficoltà a trovare i fondi necessari per finanziare provvedimenti significativi sul fronte della previdenza. Vediamo perché la misura potrebbe essere approvata nella prossima legge di Bilancio. (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Pensioni minime: la promessa dei 1.000 euro

Come ricorderai, nell’ultima campagna elettorale Forza Italia (e in particolare Silvio Berlusconi) ha promesso che le pensioni minime sarebbero state aumentate a 1.000 euro.

Quell’obiettivo è oggettivamente impossibile. Almeno per ora e con la situazione economica che il Paese sta attraversando. Gli esponenti di Forza Italia ne sono consapevoli e hanno deciso di ridurre l’obiettivo, l’intenzione è quella di portare le pensioni minime vicino ai 700 euro, intorno ai 650/670 euro.

Bisognerà convincere il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ritiene complicati gli interventi sulla previdenza, soprattutto se non si riesce a invertire l’andamento demografico, ovvero se non si ferma il costante calo delle nascite e di conseguenza dei lavoratori attivi.

Nonostante tutto un incremento delle pensioni minime 2024 è molto probabile. Vediamo perché.

Pensioni minime nell’ultima legge di Bilancio

Nell’ultima legge di Bilancio, quella approvata nel dicembre del 2022, è stato previsto fino al 2024 un aumento degli assegni che non superano il minimo INPS.

Un aumento determinato in questo modo:

per i pensionati con assegno minimo e con un’età superiore a 75 anni, aumento del 6,4% (più rivalutazione) che ha portato l’importo a quasi 600 euro (599,82 euro).

Vedi in questo post come si richiede la pensione minima nel 2023.

L’aumento della pensione minima negli ultimi anni

Vediamo in questa tabella come è cambiato l’importo delle pensioni minime negli ultimi anni:

AnnoImporto mensile (€)Importo annuo (€)
2024572,207.438,6
2023563,747.328,62
2022524.346.816,42
2021515,586.702,54
2020515,586.702,54
2019513,016.669,13
2018507,426.596,46
2017501,896.524,57
2016501,896.524,57
2015501,896.524,57
2014500,886.511,44
2013495,436.440,59
2012481,006.253,00
2011468,356.088,55
2010460,975.992,61
2009457,765.950,88
2008443,565.766,28
2007436,145.669,82
2006427,585.558,84
2005420,435.465,59
2004412,185.358,34
2003402,125.227,56
2002392,695.104,97

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Cosa ci aspetta nel 2024?

Per il 2024, ci si aspetta un ulteriore adeguamento delle pensioni. La previsione è un incremento dell’ordine del 5,5%. Questi scatti dovrebbero portare l’importo delle pensioni minime a 600 euro.

Se a questo si aggiunge l’incremento temporaneo previsto per il prossimo anno, potremmo raggiungere una cifra vicina ai 615 euro mensili. E da qui, l’obiettivo proposto da Forza Italia di portare la pensione minima a 670 euro sembra alla portata.

La Situazione delle altre pensioni

Le pensioni minime non sono l’unico tema caldo. Altre componenti della maggioranza desiderano dare un segnale forte sui temi già discussi durante la campagna elettorale.

Quota 103 e Ape Sociale

Due misure sono al centro del dibattito in queste ore:

Puoi vedere su Thewam.net come dovrebbe funzionare l’Ape sociale allargata.

Opzione donna: futuro incerto

Opzione donna ha subito diversi cambiamenti nel corso degli anni. Nel 2023, questa era disponibile solo per categorie specifiche come lavoratrici disabili o quelle che assistevano parenti stretti con handicap grave. La proposta per il 2024 potrebbe vedere una ritorno alla formula originaria, dando la possibilità di pensionamento anticipato a tutte le lavoratrici con 35 anni di contributi e aumentando il limite anagrafico. Ma è anche possibile l’accorpamento con l’Ape sociale.

Rivalutazione ridotta nel 2024?

Uno degli aspetti cruciali per le pensioni minime nel 2024 riguarda la rivalutazione. Se le risorse dovessero rivelarsi insufficienti, il governo potrebbe considerare una modifica della “scaletta” di rivalutazione. Questo significherebbe una percentuale di adeguamento decrescente, particolarmente rilevante per le pensioni più alte.

Nel 2023, era stato introdotto un meccanismo che riduceva le percentuali di rivalutazione per le pensioni superiori di 4 volte al trattamento minimo. Questo meccanismo sarà utilizzato anche per l’adeguamento nel 2024. Di fronte a scenari come il caro prezzi e il caro mutui, potrebbe essere necessaria una rivalutazione ancora più contenuta.

Inflazione e rivalutazione nel 2024

Per il 2024, l’inflazione prevista si attesta al 5,7%. Ma è probabile che questa stima venga rivista al rialzo. In questo contesto, il governo potrebbe affrontare spese significative nella legge di Bilancio, costringendo ad ulteriori tagli per risparmiare risorse da destinare ad altre aree.

Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha sottolineato che è ancora presto per fare previsioni. Una cosa è però chiara: una riduzione delle percentuali di rivalutazione sarà considerata solo se strettamente necessaria.

Ridurre la rivalutazione è costituzionale?

La questione della rivalutazione delle pensioni minime non riguarda solo l’aspetto economico, ma anche quello legale. Infatti, alcuni sostengono che i tagli all’indicizzazione delle pensioni potrebbero essere incostituzionali.

Nel 2020, una sentenza della Corte Costituzionale ha messo in discussione la legittimità di revisioni delle fasce di rivalutazione.

Solo nel 2022, durante il governo Draghi, si è avuta una rivalutazione piena in linea con la legge n. 448 del 1998. Di fronte a queste circostanze, l’Uil pensioni intende presentare cause pilota, sperando in un giudizio favorevole da parte della Consulta.

Concludendo, se da un lato le novità sul fronte delle pensioni minime sono attese con ansia, dall’altro lato il governo deve muoversi con prudenza, considerando sia gli aspetti economici che quelli legali.

Pensioni minime a 670 euro: ok del governo
Nella foto una pensionata che sorride.

FAQ (domande e risposte)

Qual è l’importo della pensione minima nel 2023?

L’importo della pensione minima nel 2023 per i percettori sotto i 75 anni è di 572,20 euro, mentre per i pensionati con un’età superiore a 75 anni è quasi 600 euro (599,82 euro).

A quanto potrebbe arrivare la pensione minima nel 2024?

Nel 2024, tenendo conto dell’inflazione e di vari altri incrementi, l’importo delle pensioni minime potrebbe arrivare intorno ai 615 euro mensili. Tuttavia, Forza Italia sta esercitando pressioni per portare questo valore più vicino ai 700 euro. Una mediazione potrebbe concludersi con un valore compreso tra 650 e 670 euro, anche se raggiungere i 700 euro costerebbe circa 400 milioni nel 2024.

Come potrebbe cambiare Opzione donna?

Opzione donna, che permetteva alle donne di andare in pensione a 58-59 anni con 35 anni di contributi in cambio di un assegno calcolato con il sistema contributivo, è attualmente in bilico. Nel 2023, questa misura era stata limitata a categorie specifiche come lavoratrici disabili, quelle che assistono un parente con handicap grave, o quelle licenziate o dipendenti di imprese in crisi. Una parte della maggioranza e i sindacati vorrebbero tornare alla formula originale di Opzione donna.

Cosa si farà con Ape sociale e Quota 103?

Ci sono proposte per andare oltre la semplice riproposizione di Quota 103 (uscita dal lavoro con 62 anni di età e 41 di contributi) e introdurre una quota 41, che permetterebbe la pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età.

Potrebbe essere incluso un meccanismo rafforzato dell’Ape sociale, un assegno ponte per alcune categorie a partire dai 63 anni. Potrebbero anche esserci modifiche per estendere l’Ape sociale ad altre attività lavorative considerate “faticose”.

Come saranno rivalutate le pensioni nel 2024?

Nel 2024 ci sarà una rivalutazione parziale delle pensioni. Si prevede una stretta alla rivalutazione, con tagli alle percentuali per gli assegni che superano di 4 volte il trattamento minimo. Questo meccanismo, introdotto nel 2023, sarà utilizzato anche nel 2024.

L’inflazione prevista per il 2024 è del 5,7%, ma potrebbe essere rivista al rialzo. Sebbene ci possa essere un ulteriore taglio per contenere le risorse, ci sono preoccupazioni sulla sua costituzionalità. Nel passato, i tagli all’indicizzazione delle pensioni sono stati considerati potenzialmente incostituzionali e ci potrebbero essere ulteriori sfide giuridiche a queste riduzioni.

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