La ricongiunzione per la pensione costerà di meno al contribuente, la disposizione è nel decreto lavoro. (scopri tutti gli annunci e le offerte di lavoro sempre aggiornati. Ricevi su WhatsApp e sul canale Telegram la rassegna stampa con le ultime novità sui concorsi e sul mondo del lavoro. Resta sempre aggiornato sulla nostra pagina Facebook e Prova il nostro tool online per la ricerca di lavoro in ogni parte d’Italia. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
INDICE
- La ricongiunzione per la pensione: cos’è
- La ricongiunzione per la pensione: com’era
- La ricongiunzione per la pensione: com’è ora
- La ricongiunzione per la pensione: totalizzazione
- La ricongiunzione per la pensione: cumulo
Ci sono diversi strumenti previdenziali che possono facilitare l’accesso anticipato alla pensione. Uno di questi è la ricongiunzione, che consente di ottenere, da contribuzioni diverse, una sola pensione (che in genere ha un importo più elevato rispetto a quella che si otterrebbe con il cumulo delle singole importi maturati in più gestioni previdenziali).
Ma la ricongiunzione è onerosa per il contribuente. Con la norma prevista nel decreto Lavoro la spesa per i cittadini si riduce in modo sostanziale. Vediamo perché.
Potresti essere interessato a sapere come comportarsi se da pensionato si riceve una offerta di lavoro a chiamata dall’ex datore di lavoro; c’è un post sulla circolare INPS che dispone il divieto di licenziamento e Naspi per i papà in congedo; abbiamo infine verificato come si diventa bancario e quanto si guadagna.
La ricongiunzione per la pensione: cos’è
I lavoratori che hanno periodi di contribuzione accreditati in diverse gestioni previdenziali obbligatorie (sono incluse le casse professionali, con l’esclusione della gestione separata dell’INPS), possono utilizzare lo strumento della ricongiunzione per unirli tutti in una sola gestione e intascare quindi una sola prestazione pensionistica.
La ricongiunzione può essere attivata solo su richiesta della persona interessata o dei suoi superstiti. Deve comprendere tutti i periodi di contribuzione (quindi sia obbligatoria, sia figurativa, sia volontaria) che il lavoratore ha maturato in almeno due diverse di forme previdenziali. Questi periodi, però, non devono essere già stati utilizzati per raggiungere i requisiti necessari per la liquidazione di una pensione diretta.
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La ricongiunzione per la pensione: com’era
Con la modifica apportata alla legge numero 29 del 1979, dal primo luglio del 2010, pesa a carico del contribuente il 50 per cento della somma che risulta dalla differenza tra la riserva matematica (che si calcola utilizzando una serie di criteri e tabelle ed è indispensabile per garantire la copertura contributiva del periodo da ricongiungere) e le somme versata dalla gestione (o da più gestioni) assicurative.
Il pagamento di questa differenza può essere effettuato, su richiesta, in un numero di rate mensili che non può essere superiore alla metà delle mensilità corrispondenti alla ricongiunzione, con una maggiorazione di interesse annuo del 4,50 per cento.
Per dire: se il periodo da ricongiungere era di 24 mesi, le rate mensili devono essere saldate in un periodo non superiore ai 12 mesi, versando un interesse sulla somma complessiva del 4,50 per cento.
La spesa a carico dei contribuenti viene determinato in base a criteri che sono stati precisati dall’articolo 2 (commi da 3 a 5) del decreto legislativo numero 184 del 30 aprile 1997.
In pratica le stesse regole applicate al riscatto dei periodi di studio universitario e dispongono che il costo sia determinato in base al sistema retributivo o contributivo a seconda della collocazione temporale dei periodi da riscattare (prima o dopo il 31 dicembre 1995).
La ricongiunzione per la pensione: com’è ora
Nella bozza del decreto Lavoro è stato deciso di modificare il meccanismo che regola le ricongiunzioni e in particolare il tasso di rendimento previsto sui contributi. Verrà infatti allineato a quello riconosciuto dal sistema contributivo (che si determina con la media quinquennale del Pil) e non resta quindi fisso all’attuale 4,5 per cento.
Si tratta di uno sconto non irrilevante. Per i periodi interessati dalla ricongiunzione e che ricadono negli anni in cui si applica il sistema retributivo. è stato previsto che le somme trasferite costituiscano la riserva matematica sulla quale poi calcolare l’incremento della prestazione riconosciuta.
Non saranno aggiunti altri costi per la gestione ricevente e in questo modo si supera la norma attuale che obbliga il contribuente interessato a pagare anche la differenza (che con questo nuovo criterio verrebbe azzerata).
La ricongiunzione per la pensione: totalizzazione
Ci sono altri due meccanismi che consentono di raggruppare delle contribuzioni versate a istituti previdenziali diversi: la totalizzazione e il cumulo. Entrambe queste soluzioni sono gratuite e quindi meno onerose della ricongiunzione.
La totalizzazione contributiva è un istituto particolarmente adatto ai lavoratori che hanno avuto delle carriere discontinue e versato gli accrediti contributivi in gestioni previdenziali diverse.
I lavoratori possono valorizzare e unificare questi periodi lavorativi non coincidenti in modo gratuito, grazie al decreto legislativo numero 42 del 2006. In questo modo avranno la possibilità di ricevere un assegno pensionistico che somma i trattamenti di ciascun ente di previdenza (inclusa in questo caso, oltre a tutte le casse, anche i contributi versati dalla gestione separata INPS).
La totalizzazione può essere utilizzata dai lavoratori dipendenti e autonomi, dagli iscritti alla gestione separata, dai sacerdoti e dai ministri di culto diversi dalla religione cattolica (autorizzati dal ministero dell’Interno), dai liberi professionisti e dagli iscritti alle forme assicurative sostitutive ed esclusive dell’assicurazione generale obbligatoria (questo presuppone l’inclusione anche dei dipendenti pubblici).

La ricongiunzione per la pensione: cumulo
L’altra possibilità di ricomporre periodi contributivi versati in diverse gestioni previdenziali è offerta, a partire dal 2017, dal cumulo. Un’altra strada che consente di conseguire i requisiti contributivi necessari per la pensione di vecchiaia o anticipata senza la necessità di ricorrere alla ricongiunzione onerosa.
Il cumulo è dunque la terza strada possibile (e gratuita) per valorizzare la contribuzione mista, quasi sempre originata da carriere lavorative discontinue, e ottenere una sola pensione. In questo caso l’assegno pensionistico sarà liquidato seguendo le regole di calcolo che sono previste per ciascun fondo e sulla base delle retribuzioni di riferimento.
Possono aderire al cumulo tutti i lavoratori che risultano iscritti a due o più forme di assicurazione obbligatoria per invalidità, vecchiaia e superstiti dei lavoratori dipendenti, autonomi e dagli iscritti alla gestione separata dell’Inps, dagli iscritti alle forme sostitutive ed esclusive e infine dagli iscritti alle casse professionali.