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Secondo lavoro statali: è possibile?

Secondo lavoro statali, è possibile e quando? Quali sono le norme, le regole, i divieti e le eccezioni che regolano un eventuale doppio lavoro per un dipendente pubblico. La questione è articolata. In questo post verifichiamo tutti i dettagli.

di Redazione

Settembre 2023

Secondo lavoro statali, se e quando è possibile, quali sono le norme che regolano questa possibilità e quali le eccezioni. In questo post verifichiamo nel dettaglio quando un dipendente pubblico può avviare una seconda attività. (scopri le ultime notizie su lavoro, disoccupazione, offerte di lavoro e concorsi attivi. Ricevi le news gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Normativa sul secondo lavoro statali

Ti sei mai chiesto se è possibile avere due lavori allo stesso tempo? Ebbene, per i dipendenti privati la questione è spesso più semplice. Tuttavia, per gli impiegati statali, ci sono alcune specifiche regole da rispettare. Diamo un’occhiata a queste normative.

Quali sono i pro e i contro del dipendente pubblico.

Regolamentazione dell’articolo 53

Il secondo lavoro dipendenti pubblici è regolato principalmente dall’articolo 53 del decreto legislativo 165 del 2001. Questo articolo stabilisce che un impiegato statale “non può svolgere incarichi retribuiti” se questi non sono stati autorizzati dall’ente di appartenenza. L’ente stesso dovrà verificare che non ci siano potenziali conflitti di interesse.

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Divieti e eccezioni per il secondo lavoro statali

I dipendenti pubblici hanno delle restrizioni ben precise riguardo al doppio lavoro. Ma come in ogni regola, esistono delle eccezioni.

In questo post verifichiamo cosa va un impiegato comunale.

Le limitazioni chiare

In generale, è chiaro: gli impiegati statali non possono avere un secondo lavoro. Questa regola è stata ribadita anche da varie sentenze legali. Chi trasgredisce potrebbe persino rischiare il licenziamento.

Le eccezioni alla regola

Ma non tutto è nero su bianco. Esistono circostanze in cui un secondo lavoro per gli statali potrebbe essere permesso. Questo significa che, in alcuni casi, l’impiegato pubblico può percepire un altro stipendio oltre a quello principale. Ma serve l’autorizzazione dell’amministrazione.

Quali sono i pro e i contro del lavoro come impiegato comunale.

Divieti

Se sei un dipendente pubblico, è fondamentale conoscere i divieti imposti dalla normativa italiana sul secondo lavoro.

Incarichi al di fuori dell’amministrazione

Un dipendente pubblico non ha il permesso di svolgere incarichi retribuiti al di fuori dell’amministrazione di appartenenza. Questo perché si vuole evitare che l’imparzialità del dipendente venga compromessa. Ogni impiegato statale deve dare la priorità al suo ruolo principale, evitando possibili conflitti di interesse.

Ruoli in società lucrative

Accettare cariche in società con scopo di lucro è proibito. Immagina un dipendente comunale che entra nel consiglio di amministrazione di una società di smaltimento rifiuti. Questo potrebbe creare un conflitto di interessi e mettere a rischio l’obiettività delle decisioni del dipendente.

Attività commerciali e industriali

Qualsiasi attività di natura commerciale o industriale è off-limits per un impiegato statale. Il rischio è che si possa essere tentati di trascurare le responsabilità principali del lavoro pubblico, distratti da opportunità economiche esterne.

Lavoro per datori privati

Un dipendente pubblico deve evitare di lavorare per datori di lavoro privati. Questo per assicurare che la sua imparzialità e diligenza nel ruolo pubblico non venga compromessa.

Il doppio lavoro autorizzato

Se un dipendente statale vuole un altro lavoro, deve chiedere l’autorizzazione. Ecco le situazioni in cui potrebbe ottenerla:

  1. Collaborazioni editoriali: come scrivere per giornali o riviste, a patto che non diventi un impegno principale.
  2. Diritti d’autore: sfruttare economicamente le proprie creazioni o invenzioni.
  3. Partecipazione a eventi: come convegni o seminari, soprattutto se non viene pagato o riceve solo un rimborso spese.
  4. Incarichi rimborsati: quando riceve solo un rimborso delle spese.
  5. Incarichi speciali: quando il dipendente è in aspettativa o ha ruoli specifici come cariche politiche.
  6. Ruoli sindacali: incarichi conferiti dalle organizzazioni sindacali.
  7. Formazione e ricerca: attività didattiche o di ricerca per dipendenti statali.
  8. Cura di interessi personali: senza conflitti d’interesse.
  9. Volontariato: lavorare gratuitamente per associazioni o cooperative senza scopo di lucro.

Altre attività che non richiedono l’autorizzazione ma solo una comunicazione sono:

Alcune attività non richiedono né autorizzazione né comunicazione, come doveri ufficiali. Altre attività, anche se non specificate, sono accettabili se non sono pagate o sono legate ai diritti del cittadino.

È importante gestire correttamente le richieste di autorizzazione. Sarebbe utile affidarsi a un esperto, specialmente all’inizio, per evitare errori. Ad esempio, gli ingegneri che lavorano per lo stato e hanno una partita IVA devono assicurarsi che le loro attività extra non contrastino con il loro lavoro principale.

Ricordiamo che per gli impiegati statali sono previsti premi per chi si aggiorna.

Dipendenti pubblici e prestazione occasionale

La prestazione occasionale nel pubblico impiego

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il dipendente pubblico non ha la possibilità di svolgere prestazioni occasionali. Ma cos’è esattamente una prestazione occasionale? Si tratta di un’attività lavorativa che non ha una continuità, è sporadica e, di norma, non prevede un rapporto di subordinazione con chi commissiona il lavoro.

Per un libero professionista o un lavoratore autonomo, la prestazione occasionale è una pratica comune, utilizzata per realizzare piccoli lavori senza l’obbligo di un contratto formale. Tuttavia, per un dipendente pubblico, le regole sono diverse e più rigide: non può svolgere queste prestazioni per evitare potenziali conflitti di interesse o situazioni in cui la sua imparzialità potrebbe essere compromessa.

Sanzioni per non aver rispettato le regole

Conseguenze di un secondo lavoro non autorizzato

Le sanzioni per i dipendenti pubblici che non rispettano le norme sul secondo lavoro sono severe. Alcune delle potenziali sanzioni includono:

  1. Diffida: questo è il primo step. Una volta scoperto il secondo lavoro, al dipendente viene inviata una lettera formale in cui viene richiesto di cessare l’attività non autorizzata.
  2. Multa: se il dipendente continua l’attività nonostante la diffida, può essere soggetto a una sanzione economica.
  3. Sospensione: questo è un ulteriore step. Il dipendente potrebbe essere sospeso dal lavoro per un determinato periodo.
  4. Licenziamento per giusta causa: questa è la sanzione più grave. Se il dipendente ignora tutte le precedenti comunicazioni e avvertenze, l’ente pubblico potrebbe decidere di licenziarlo.

Avere liquidità extra come dipendente

Alternative per maggiori entrate

Data la rigidità delle regole per i dipendenti pubblici, potrebbero cercare alternative per avere un reddito extra. Una delle opzioni più sicure e legali è la cessione del quinto.

La cessione del quinto è un prestito destinato ai dipendenti (sia pubblici che privati) che viene rimborsato direttamente dallo stipendio del lavoratore. Questa soluzione prevede rate fisse e tassi di interesse competitivi.

Su Thewam.net si spiega come è possibile avere la doppia cessione del quinto.

Vantaggi della cessione del quinto per un dipendente pubblico:

  1. Facilità di ottenimento: Generalmente, le banche vedono i dipendenti pubblici come clienti affidabili e sono quindi più inclini ad erogare prestiti.
  2. Tassi d’interesse competitivi: Essendo trattenuti direttamente dallo stipendio, i tassi d’interesse sono spesso più bassi rispetto ad altre forme di prestito.
  3. Rate fisse: Ciò significa che l’importo da rimborsare ogni mese rimane invariato per tutta la durata del prestito, senza brutte sorprese.

Concludendo, mentre il secondo lavoro presenta delle limitazioni per i dipendenti pubblici, esistono alternative legali e sicure per avere una liquidità extra.

Secondo lavoro statali: è possibile?
Nella foto un impiegato statale visibilmente confuso rispetto alla possibilità di un secondo lavoro.

FAQ (domande e risposte)

Il secondo lavoro è sempre permesso per gli statali?

No, il secondo lavoro non è sempre permesso per i dipendenti pubblici. In linea generale, ai dipendenti pubblici è proibito avere un doppio lavoro. Esistono, tuttavia, alcune eccezioni in cui, sotto determinate condizioni, un dipendente pubblico può svolgere una seconda attività lavorativa.

Qual è la normativa sul doppio lavoro per dipendenti pubblici?

La normativa che regola il doppio lavoro per i dipendenti pubblici è l’articolo 53 del decreto legislativo 165 del 2001. Secondo questo articolo, i dipendenti pubblici “non possono svolgere incarichi retribuiti che non siano stati conferiti o previamente autorizzati dall’amministrazione di appartenenza”.

Cosa proibisce l’articolo 53 del decreto legislativo 165/2001 agli statali?

L’articolo 53 del decreto legislativo 165/2001 stabilisce che i dipendenti pubblici non possono:

Quando un dipendente pubblico può avere un secondo lavoro autorizzato?

Esistono dei casi specifici in cui il dipendente pubblico può avere un secondo lavoro, previa autorizzazione. Alcuni esempi includono la collaborazione a giornali o riviste, l’utilizzo economico di opere dell’ingegno o invenzioni industriali, la partecipazione a convegni o seminari, e altre attività dettagliate nel testo, purché non siano in conflitto con l’attività principale o generino conflitti d’interesse.

Quali sanzioni rischiano gli statali con un secondo lavoro non autorizzato?

I dipendenti pubblici che non rispettano i divieti sul secondo lavoro rischiano varie sanzioni. Queste possono iniziare con una diffida, che avverte il dipendente della violazione. Se il dipendente non interrompe la seconda attività entro quindici giorni dalla notifica, può essere licenziato per giusta causa. Sebbene possa evitare il licenziamento rispettando la diffida, il dipendente rischia comunque sanzioni disciplinari come multe o sospensioni dal servizio.

È possibile per uno statale chiedere una cessione del quinto per extra liquidità?

Sì, è possibile per un dipendente pubblico richiedere una cessione del quinto. Si tratta di un prestito che viene rimborsato direttamente dallo stipendio del lavoratore e offre vantaggi come tempi ridotti, tassi d’interesse convenienti e poche garanzie richieste. Questa opzione rappresenta una soluzione per i dipendenti pubblici che cercano extra liquidità senza violare le norme sul doppio lavoro.

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