Si può avere un secondo lavoro anche se c’è già un contratto subordinato o di collaborazione? (scopri le ultimissime notizie sul lavoro sempre aggiornate. Ricevi su WhatsApp e sul canale Telegram la rassegna stampa con le ultime novità sui concorsi e sul mondo del lavoro. Resta sempre aggiornato sulla nostra pagina Facebook e Prova il nostro tool online per la ricerca di lavoro in ogni parte d’Italia. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).
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Avere un secondo lavoro può essere una necessità per chi ha uno stipendio basso o particolari esigenze familiari. Senza escludere chi vuole farlo solo per provare a svolgere una seconda attività meno impegnativa della prima ma più vicina alle proprie aspirazioni e che può essere utile per sviluppare nuove competenze.
I casi possono essere tanti. Parliamo è ovvio di chi esclude ( fa bene) la trappola del lavoro nero (zero garanzie, anche previdenziali).
Ebbene, la risposta è sì, nessuno può impedire a un lavoratore di svolgere una seconda attività. Lo ha stabilito tra l’altro anche una direttiva dell’Ue (la numero 1152 del 2019).
Bisogna solo rispettare alcune condizioni, una in particolare: il secondo lavoro non deve essere svolto a danno del primo. Ovvero, non deve sottrarre tempo alla prima attività e non deve essere svolta in un’azienda che è diretta concorrente.
C’è anche un altro aspetto da ricordare: la legge impone che un lavoratore non può lavorare oltre un certo numero di ore.
Entriamo nel dettaglio, vediamo come funziona e cosa dispone la legge.
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Si può avere un secondo lavoro? I due limiti
Iniziamo dai limiti. E cioè dalle condizioni che rendono impossibile lo svolgimento di una seconda attività. Li abbiamo già accennati:
- i limiti di orario settimanale;
- il divieto di prestare servizio in una azienda concorrente.
Si può avere un secondo lavoro? Massimo 48 ore
Partiamo dall’orario settimanale: la legge impone che una persona non può lavorare più di 48 ore. La normativa è stata varata per garantire al lavoratore il giusto tempo di riposo.
E quindi, un doppio lavoro è possibile, ma non bisogna superare le 48 ore. In pratica non si possono avere due contratti full time (36 + 36), ma è possibile avere un tempo pieno e un tempo parziale (36 + 12) o due part time (24 + 24).
Le possibilità sono diverse, quello che conta è la somma finale delle ore lavorate che, appunto, non deve superare la soglia delle 48 ore in una settimana.
Quando si inizia una attività aggiuntiva, il lavoratore deve informare la seconda azienda del numero di ore in cui è già impegnato. In questo modo il nuovo datore di lavoro può parametrare l’impegno da richiedere al dipendente, tenendo conto del riposo giornaliero (che scatta dopo aver lavorato per 11 ore consecutive) e del riposo settimanale (un giorno ogni sette).
Si può avere un secondo lavoro? Concorrenza
Oltre al limite delle 48 ore settimanali, la legge impone anche il divieto di concorrenza. La seconda attività non può essere svolta in concorrenza con la prima. O, in ogni caso, non può essere svolta arrecando un danno alla prima azienda.
Quindi la soluzione migliore, per non incorrere in questo divieto, è quella di impegnarsi per il secondo lavoro in una attività che sia diversa rispetto alla prima.
Questa “pregiudiziale” è imposta dall’articolo 2015 del Codice civile, che infatti recita: «Il prestatore di lavoro non deve trattare affari, per conto proprio o di terzi, in concorrenza con l’imprenditore, né divulgare notizie attinenti all’organizzazione e ai metodi di produzione dell’impresa, o farne uso in modo da poter recare ad essa pregiudizi».
Insieme al rispetto della non concorrenza, e di conseguenza alla correttezza, il dipendente ha anche l’obbligo della riservatezza. Deve quindi evitare di riferire, in particolare ad altri datori di lavoro, le informazioni di cui è a conoscenza su una delle attività svolte.
Cosa si rischia se non si rispettano queste condizioni? Il licenziamento per giusta causa, che non prevede il diritto ad avere una indennità di preavviso.
Va anche peggio per chi trasgredisce l’obbligo della riservatezza: oltre al licenziamento può infatti scattare anche una possibile causa. L’articolo 622 del codice penale stabilisce infatti che «chiunque, avendo notizia, per ragione del proprio stato o ufficio, o della propria professione o arte, di un segreto, lo rivela, senza giusta causa, ovvero lo impiega a proprio o altrui profitto, è punito, se dal fatto può derivare nocumento, con la reclusione fino a un anno o con la multa da 30 a 516 euro».
Da parte sua il datore di lavoro non può:
- impedire al dipendente di avere un altro lavoro al di fuori dell’orario che è stata concordato;
- non può ridurre la retribuzione di un dipendente solo perché svolge anche un altro lavoro.
La direttiva europea consente al datore di lavoro di limitare o impedire un secondo lavoro per il dipendente in questi particolari casi:
- quando è in pericolo la sicurezza e la salute del dipendente (per l’assenza di un adeguato riposo);
- quando c’è la necessità di garantire un servizio pubblico;
- quando c’è un conflitto di interessi con l’altra azienda per la quale il dipendente lavora.
Si può avere un secondo lavoro? Autonomo
Nei paragrafi precedenti abbiamo verificato in particolare un’attività di lavoro dipendente, quindi effettuata presso due aziende diverse.
Vediamo come funziona se la seconda attività è di lavoro autonomo. Può svolgersi in due modi:
- con la ritenuta d’acconto: per prestazioni occasionali (se non si supera il limite di 5.000 euro l’anno);
- con l’apertura di una partita Iva, nel caso si voglia avviare una professione autonoma o un’impresa.
Nel secondo caso bisogna scegliere un codice Ateco che corrisponda alla professione. È importante non agire in concorrenza con il primo lavoro. Per questo motivo è opportuno verificare:
- se il proprio contratto di lavoro consente di avviare un’attività autonoma;
- chiedere l’autorizzazione al datore di lavoro se si svolge un’attività non dissimile a quella dell’azienda dove si è dipendenti.
Anche in questo caso conta la trasparenza rispetto al primo datore di lavoro, non far coincidere gli orari di lavoro e la riservatezza.

Daf (domande e risposte)
È possibile avere un secondo lavoro?
Sì, un lavoratore può svolgere una seconda attività a condizione che non danneggi il suo primo lavoro e non infranga alcune regole chiave.
Quali sono le condizioni per un secondo lavoro?
Il secondo lavoro non deve essere svolto a danno del primo, né sottrarre tempo alla prima attività né essere svolto in un’azienda concorrente.
Esiste un limite di ore lavorative settimanali?
Sì, la legge impone un massimo di 48 ore settimanali, tra tutti i lavori che si svolgono.
Come si devono distribuire le ore tra due lavori?
Non si possono avere due contratti full time, ma è possibile avere un tempo pieno e un tempo parziale o due part time, senza superare le 48 ore totali.
Che cosa implica la regola della non concorrenza?
Un lavoratore non può svolgere il secondo lavoro in una azienda concorrente o in modo da arrecare danno alla prima azienda.
Quali rischi se violo le condizioni?
Se non si rispettano queste condizioni, potrebbe esserci un licenziamento per giusta causa, che non prevede il diritto ad avere un’indennità di preavviso. Inoltre, se si viola l’obbligo di riservatezza, oltre al licenziamento potrebbe anche essere intentata una causa. Infatti, l’articolo 622 del codice penale stabilisce che chi rivela un segreto conosciuto a causa del proprio lavoro o lo usa a proprio o altrui profitto può essere punito se da questo fatto può derivare un danno.
Il datore di lavoro può ostacolare un secondo lavoro?
No, il datore di lavoro non può impedire al dipendente di avere un altro lavoro al di fuori dell’orario concordato e non può ridurre la retribuzione di un dipendente solo perché svolge anche un altro lavoro.
Quando può il datore limitare un secondo lavoro?
La direttiva europea consente al datore di lavoro di limitare o impedire un secondo lavoro per il dipendente in questi specifici casi: quando è a rischio la sicurezza e la salute del dipendente (per mancanza di adeguato riposo), quando c’è la necessità di garantire un servizio pubblico, o quando c’è un conflitto di interessi con l’altro datore di lavoro.
È possibile un secondo lavoro autonomo?
Sì, è possibile avere un secondo lavoro in forma autonoma. Questo può avvenire tramite la ritenuta d’acconto, nel caso di prestazioni occasionali (se non si supera il limite di 5.000 euro all’anno), o tramite l’apertura di una partita Iva, nel caso si voglia iniziare una professione autonoma o un’impresa.
Cosa considerare per un secondo lavoro autonomo?
È importante non agire in concorrenza con il primo lavoro. Per questo motivo, si dovrebbe controllare se il proprio contratto di lavoro permette di iniziare un’attività autonoma e, se necessario, chiedere l’autorizzazione al datore di lavoro. Altre considerazioni importanti sono la trasparenza verso il primo datore di lavoro, non far coincidere gli orari di lavoro e rispettare l’obbligo di riservatezza.
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