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Smart working e settimana corta

L'Italia punta su smart working e settimana corta per ridurre le emissioni e risparmiare energia. La strategia delineata nelle 445 pagine del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima che il governo ha presentato alla Commissione Ue. Cosa cambia per i lavoratori.

di Redazione

Luglio 2023

L’Italia punta forte su smart working e settimana corta, misure necessarie per raggiungere l’obiettivo europeo sulla riduzione delle emissioni. (scopri le ultimissime notizie sul lavoro sempre aggiornate. Ricevi su WhatsApp e sul canale Telegram la rassegna stampa con le ultime novità sui concorsi e sul mondo del lavoro. Resta sempre aggiornato sulla nostra pagina Facebook e Prova il nostro tool online per la ricerca di lavoro in ogni parte d’Italia. Per continuare a leggere l’articolo da telefonino tocca su «Continua a leggere» dopo l’immagine di seguito).

La sola introduzione sempre più massiccia delle auto elettriche, in sostituzione di quelle alimentate con benzina, diesel o metano, evidentemente non basta: bisogna ridurre anche gli spostamenti quotidiani delle persone.

Nel Piano nazionale integrato per l’energia e il clima dell’Italia, l’esecutivo ha inserito una strategia decisa che mira alla diffusione sempre più consistente dello smart working e alla riduzione dei giorni lavorativi settimanali, riducendoli a 4.

Su questo argomento potrebbe interessarti un articolo che spiega qual è e come funziona il primo contratto ufficiale in Italia; c’è un post che analizza anche quante siano le possibilità che questa modalità di lavoro si sviluppi in Italia.

Una nuova settimana lavorativa

Il Piano è stato illustrato in un documento di 445 pagine. È stato presentato alla Commissione europea dal ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Frattin.

Non siamo ancora alla versione definitiva, ci vorrà un anno per arrivarci, ma le linee guida proposte dal governo sono chiare.

L’esecutivo deve affrontare una sfida precisa: tagliare in modo drastico le emissioni e produrre, allo stesso tempo, un notevole risparmio energetico.

Queste misure riguarderanno soprattutto i cosiddetti “settori non Ets”, ovvero trasporti ed edilizia.

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Trasporti ed edilizia: gli obiettivi europei

L’Europa ha stabilito per i “settori non ETS” la riduzione delle emissioni del 43,7% rispetto ai livelli del 2005. Tuttavia, il panorama italiano attuale prevede che al 2030 questi settori potranno ridurre le emissioni di 98 milioni di tonnellate di CO2, corrispondenti al 28,6% del taglio rispetto al 2005. L’obiettivo del 43,7% appare così irraggiungibile.

Il nuovo Piano italiano prende atto di questo scenario. Si legge nel testo: «Sarà necessario avviare subito una significativa riduzione delle emissioni pari a oltre il 30% rispetto ai livelli del 2021, da conseguirsi prevalentemente nei settori trasporti, civile e agricoltura».

Trasporti, smart working e settimana corta

Il Piano propone di «incentivare misure volte a trasferire gli spostamenti dall’uso privato a quello pubblico». Non si parla solo di potenziamento dei bus o dei tram, ma anche di car sharing (veicoli condivisi con altri cittadini) o car pooling (l’uso condiviso di automobili tra un gruppo di persone). 

È prevista, inoltre, la «progressiva diffusione di mezzi con consumi energetici ridotti», come le auto elettriche.

Ma tutto questo non sarà sufficiente. Il Piano del governo precisa che sarà necessario «ridurre la necessità di spostamento con politiche a favore dello smart working e valutare la riduzione delle giornate lavorative a parità di ore lavorate».

Ovvero due strategie di risparmio energetico che sono già state adottate consuccesso da molte aziende italiane. Ma che ora, secondo i criteri del Piano per l’energia diventano punti base da cui partire.

Cosa dicono i sindacati sulla settimana corta

La CGIL è stata tra le prime a sollevare la questione della settimana lavorativa corta in Italia. Il suo segretario, Maurizio Landini, ha affermato in un’intervista che il Paese dovrebbe seriamente considerare questa opzione organizzativa.

Cosa dicono gli industriali sulla settimana corta

Non solo i sindacati, ma anche gli industriali si stanno aprendo alla discussione sulla settimana corta. Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha dichiarato di essere favorevole al dialogo su questa nuova modalità di lavoro, senza comunque tralasciare gli avvertimenti sui possibili rischi per l’occupabilità e l’occupazione in Italia.

Il governo su smart working e settimana corta

Prima ancora che venisse elaborato il piano per l’ambiente e l’energia, anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, non ha escluso la possibilità di una settimana lavorativa corta, combinata con lo smart working. Ha messo, però, in evidenza eventuali ostacoli, soprattutto valutando l’attuale panorama industriale italiano. La prevalenza di imprese che potrebbero adottare questo modello è nettamente al Nord, e questo potrebbe portare a una maggiore migrazione interna e facendo quindi crescere ancora lo squilibrio tra Sud e Nord.

Le aziende che sperimentano settimana corta e smart working

Mentre si attendono decisioni istituzionali, alcune aziende italiane hanno già iniziato a sperimentare autonomamente la settimana lavorativa corta e lo smart working. Intesa Sanpaolo e Lavazza sono tra queste.

Nel 2023, Intesa Sanpaolo ha dato il via a una nuova era: la banca ha introdotto la settimana corta e un’evoluzione dello smart working, cambiando il concetto di lavoro flessibile.

Smart working avanzato: fino a 120 giorni di flessibilità all’anno

Intesa Sanpaolo sta trasformando il concetto di smart working. La banca ha proposto fino a 120 giorni all’anno di lavoro flessibile, senza limiti mensili. Offrirà un buono pasto di 4,50 euro al giorno, in considerazione delle spese sostenute lavorando da casa.

La banca ha anche introdotto i quattro giorni di lavoro settimanali da nove ore ciascuno, mantenendo la stessa retribuzione. Questa modalità è stata offerta su base volontaria e rispetto alle esigenze tecniche, organizzative e produttive della banca.

In pratica i dipendenti di Intesa Sanpaolo accedono volontariamente a queste nuove proposte di organizzazione del lavoro. La banca ha avviato un periodo di sperimentazione in circa 200 filiali.

Valorizzare il personale e competitività dell’impresa

Con 74.000 persone, Intesa Sanpaolo è il primo datore di lavoro privato in Italia. Il nuovo modello di lavoro dimostra l’importanza che l’azienda attribuisce alla valorizzazione del personale e al benessere dei dipendenti. Questa trasformazione porterà Intesa Sanpaolo in una posizione competitiva per affrontare le sfide future, in particolare la transizione verso i servizi digitali.

Smart working e settimana corta: crescita e sfide in Italia

Nel 2019, il lavoro da casa ha coinvolto solo il 14,6% dei lavoratori nell’Unione Europea, con una distribuzione molto variegata tra i diversi paesi. 

Le percentuali sono alte nei Paesi Bassi, dove la pratica del telelavoro è già radicata, siamo al 37,2%. Con la pandemia da Covid, ci sono stati drastici cambiamenti. Secondo le rilevazioni del 2022 dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, l’adozione del lavoro agile in Italia ha visto un incremento sostanziale passando dal 58% al 91% nelle grandi aziende e dal 12% al 48% nelle PMI.

Nonostante un leggero calo rispetto al 2021, questo rappresenta un notevole progresso rispetto al 2019 quando la percentuale di lavoratori che lavorava da casa era inferiore alla media europea.

In Europa la percentuale di lavoratori impegnati da casa è cresciuta in modo importante soprattutto nei Paesi dove questa modalità era già diffusa: Irlanda, Lussemburgo, Belgio, Finlandia, Danimarca, Francia, Estonia, Malta e Portogallo.

La distribuzione dello smart working

La quota di lavoratori italiani che svolgono almeno una parte del loro lavoro da remoto è del 14,9%, con la potenzialità di raggiungere quasi il 40%

Nonostante l’incremento significativo nel 2020, la percentuale di lavoratori che lavorano da casa rimane ancora minoritaria. La distribuzione dello smart working varia a seconda del tipo di professione: dal 25% per le professioni intellettuali ed esecutive al 2% per quelle non qualificate. La capacità manageriale di adottare nuovi modelli di organizzazione del lavoro attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie digitali svolge un ruolo chiave in questa differenziazione.

Nuovi modelli di organizzazione del lavoro

Con la crescente adozione dello smart working, è necessario un cambio di paradigma nell’organizzazione del lavoro. L’economista Stefano Zamagni sostiene che il «lavoro agile non è altro che il superamento del metodo taylorista». 

Invece di un sistema basato sulla gerarchia, le aziende moderne devono adottare un modello olocratico, basato sulla fiducia, in cui tutti i dipendenti contribuiscono al processo decisionale e alla programmazione. Questo approccio è sostenuto da Hrcoffee, che sviluppa software per il People Management e People Analytics.

La settimana corta: un interesse crescente

Parallelamente all’aumento del lavoro a distanza, c’è stato anche un crescente interesse per la settimana lavorativa di quattro giorni. Alcuni Paesi, come la Spagna, stanno sperimentando con l’idea di ridurre le ore di lavoro settimanali, mantenendo però lo stesso stipendio. Questo è visto come un modo per migliorare la qualità della vita dei lavoratori, aumentare la produttività e contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico.

La settimana corta è il futuro del lavoro?

Nonostante solo il 5,9% degli italiani attualmente goda del beneficio di una settimana lavorativa più corta, la popolarità di questo modello sta crescendo. Secondo un’indagine condotta da Adp Research Institute, oltre la metà degli italiani sarebbe disposta a passare ad una settimana lavorativa di quattro giorni, lavorando dieci ore al giorno per ottenere un migliore equilibrio tra vita professionale e privata. L’equilibrio tra lavoro e vita privata è decisivo.

Smart working e settimana corta: il piano del governo
Smart working e settimana corta: il piano del governo

Faq (domande e risposte)

Cosa punta a fare l’Italia con smart working e settimana corta?

L’Italia punta a ridurre le emissioni e a risparmiare energia adottando misure come lo smart working e la settimana di lavoro di quattro giorni.

Cosa sono i “settori non ETS”?

I “settori non ETS” sono settori non inclusi nel sistema di scambio di quote di emissione, come i trasporti e l’edilizia.

Qual è l’obiettivo europeo per la riduzione delle emissioni?

L’obiettivo europeo per i “settori non ETS” è ridurre le emissioni del 43,7% rispetto ai livelli del 2005.

Che misure propone il Piano italiano per ridurre gli spostamenti privati?

Il Piano propone di incentivare misure come l’uso di mezzi pubblici, il car sharing, il car pooling, e l’adozione di veicoli a basso consumo energetico.

Qual è l’opinione della CGIL sulla settimana corta?

La CGIL ha sollevato la questione della settimana lavorativa corta, suggerendo che l’Italia dovrebbe considerare seriamente questa opzione organizzativa.

Come Intesa Sanpaolo sta sperimentando il “smart working e settimana corta”?

Intesa Sanpaolo ha introdotto fino a 120 giorni all’anno di lavoro flessibile, con una settimana lavorativa di quattro giorni di nove ore ciascuno.

Cosa prevede il cambio di paradigma nell’organizzazione del lavoro con lo smart working?

Il cambio di paradigma prevede il superamento del metodo taylorista, con un modello olocratico basato sulla fiducia, in cui tutti i dipendenti contribuiscono al processo decisionale e alla programmazione.

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