Tagli alle pensioni degli statali e aumento significativo dei costi per il riscatto degli anni di università o altri periodi che risultano non coperti da contributi. Tra le righe della manovra di Bilancio (la bozza) emergono dettagli preoccupanti per molti lavoratori. Soprattutto del pubblico impiego. Vediamo come e per chi. (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Tagli alle pensioni degli statali: categorie
Le misure previste coinvolgono diverse professioni nel settore pubblico. Queste categorie sono:
- Maestri: insegnanti dell’istruzione primaria.
- Infermieri: figure fondamentali nel mondo sanitario, garantiscono cure e assistenza ai pazienti.
- Dipendenti comunali: lavoratori che operano all’interno degli enti locali, svolgendo funzioni amministrative e organizzative.
- Medici pubblici: professionisti della salute che operano all’interno delle strutture sanitarie statali.
- Ufficiali giudiziari: figure che garantiscono il corretto svolgimento dei processi.
Queste categorie sono particolarmente colpite se hanno iniziato la loro attività lavorativa prima del 1996. La riforma prevede, infatti, un taglio significativo sulla futura pensione per questi professionisti e, parallelamente, un incremento dei costi per riscattare gli anni di università o altri periodi non coperti.
Impatto sui dipendenti
La platea potenzialmente colpita da questi cambiamenti è vasta, stimata in oltre trecentomila persone. Questo numero rappresenta circa un terzo dei dipendenti pubblici complessivi. La portata di questi tagli è notevole e avrà ripercussioni significative sulle future pensioni di queste categorie.
Il contesto legislativo
Mentre la legge di Bilancio è ancora in attesa di approvazione definitiva, l’articolo 34 della bozza attualmente in circolazione evidenzia l’entità e l’importanza di questi cambiamenti. Queste misure sono inserite all’interno di un capitolo dedicato alla previdenza, con l’obiettivo di far risparmiare allo Stato oltre un miliardo di euro.
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Cosa cambia per la pensione agli statali
I lavoratori statali sono dunque la categoria più colpite dalle nuove misure previdenziali. Ecco i principali cambiamenti:
- Adeguamento aliquote: la norma introduce un “Adeguamento delle aliquote di rendimento delle gestioni previdenziali”. Questo significa che le percentuali utilizzate per calcolare l’importo delle pensioni verranno modificate.
- Gestioni previdenziali coinvolte: le principali gestioni previdenziali interessate da questo cambiamento sono:
- Cassa per le pensioni ai dipendenti degli enti locali (Cpdel), Cassa per le pensioni dei sanitari (Cps), Cassa per le pensioni agli insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate (Cpi), Cassa per le pensioni agli ufficiali giudiziari (Cpug)
Ridotte le aliquote per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996
Vediamo cosa implica questa discussa decisione del governo:
- Destinatari del cambiamento: la revisione delle aliquote riguarda coloro che hanno una quota di pensione retributiva inferiore a 15 anni. E quindi i dipendenti che hanno iniziato la loro attività lavorativa tra il 1981 e il 1995, prima di passare al sistema contributivo.
- Novità introdotte: il vecchio criterio di calcolo, basato su una tabella delle aliquote risalente al 1965, sarà sostituito da una nuova. La differenza fondamentale tra le due tabelle sta nella base di partenza delle aliquote:
- La tabella storica iniziava da un valore positivo (0,23865) nel caso limite di zero mesi di contribuzione, arrivando a 0,375 per un periodo di 15 anni.
- La nuova tabella, invece, raggiunge lo stesso valore finale (0,375) ma parte da zero.
Il passaggio: una nuova formula per le aliquote
Il sistema previdenziale italiano si basa su un meccanismo di calcolo che prende in considerazione diverse variabili, tra cui le aliquote, che sono moltiplicate per la retribuzione pensionabile per determinare la quota di pensione spettante. Ma cosa succede con i recenti cambiamenti?
- Prima della riforma: le aliquote, in particolare per coloro che hanno iniziato la loro carriera lavorativa prima del 1996, venivano calcolate sulla base di una tabella che risale al 1965. Questa tabella era particolarmente generosa, iniziando da un valore positivo (0,23865) nel caso di zero mesi di contribuzione e raggiungendo 0,375 per un periodo di 15 anni.
- Dopo la riforma: la nuova legge prevede la sostituzione di questa tabella con una nuova, inserita come allegato alla legge di Bilancio. La differenza sostanziale è l’assenza del valore iniziale positivo, partendo da zero. Questo significa che, in pratica, chi ha lavorato per un breve periodo prima del ’96 vedrà una quota di pensione significativamente ridotta.
Questo cambio di aliquote ha un impatto tangibile. Secondo alcune simulazioni realizzate dal sindacato Confsal-Unsa, con una base pensionabile ipotetica di 30 mila euro, il taglio sul trattamento futuro potrebbe partire da oltre 7 mila euro l’anno per ridursi a quasi zero per chi si avvicina ai 15 anni di attività nel periodo preso in considerazione.
Il calcolo dei riscatti: quanto costerà “recuperare” gli anni di università?
Un altro aspetto cruciale della riforma riguarda il riscatto degli anni di università. Questo meccanismo consente ai lavoratori di “acquistare” anni di contributi corrispondendo una somma all’ente previdenziale.
- Prima della riforma: gli anni di università potevano essere riscattati a un costo relativamente contenuto.
- Dopo la riforma: le stesse aliquote introdotte per il calcolo delle pensioni verranno utilizzate anche per calcolare l’onere dei riscatti dal 2024. Questo significa che riscattare, ad esempio, quattro anni di università potrebbe costare fino a 66 mila euro, un aumento significativo rispetto ai precedenti 19 mila euro.
Il segretario generale di Confsal-Unsa, Massimo Battaglia, ha espresso preoccupazione per questa norma, chiedendo al governo di ritirarla. La riforma, infatti, introduce riduzioni ben più vistose di quelle previste per chi sceglierà la Quota 104 nel prossimo anno.

FAQ (domande e risposte)
Cosa prevedono i tagli alle future pensioni?
I tagli alle future pensioni indicano una riduzione significativa nella futura pensione di specifiche categorie di lavoratori, in particolare per coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1996. Questo taglio impatta direttamente maestri, infermieri, dipendenti comunali, medici pubblici e ufficiali giudiziari. In parallelo, si evidenzia un aumento considerevole dei costi per il riscatto degli anni di università o altri periodi che non risultano coperti da contributi.
Chi sarà influenzato dai tagli alle pensioni?
I principali influenzati dai tagli alle pensioni sono coloro che hanno iniziato la loro carriera lavorativa prima del 1996. Le categorie più colpite comprendono maestri, infermieri, dipendenti comunali, medici pubblici e ufficiali giudiziari. Si stima che questa riforma potrebbe impattare oltre trecentomila persone, che rappresentano circa un terzo dei dipendenti pubblici complessivi.
Qual è l’impatto dell’articolo 34 della bozza?
L’articolo 34 della bozza di legge di Bilancio evidenzia cambiamenti significativi nel panorama previdenziale italiano. Questo articolo fa emergere un tentativo di risparmio per lo Stato di oltre un miliardo di euro attraverso varie misure, tra cui i tagli alle pensioni. Questo ha generato reazioni diverse nel panorama politico, con alcune forze, come la Lega guidata da Matteo Salvini, che spingono per modifiche, in particolare riguardo al meccanismo di Quota 104.
Come cambiano le aliquote per chi ha iniziato prima del 1996?
Per coloro che hanno iniziato a lavorare tra il 1981 e il 1995 e che quindi lasciano il servizio con una quota di pensione retributiva inferiore a 15 anni, ci sarà un cambiamento nelle aliquote. In particolare, la tabella delle aliquote del 1965 verrà sostituita da una nuova tabella allegata alla legge di Bilancio. La differenza fondamentale tra le due tabelle è nel valore iniziale: mentre la tabella precedente iniziava da un valore positivo (0,23865), la nuova inizia da zero.
In che modo variano i riscatti dal 2024?
Dal 2024, le aliquote utilizzate per determinare i tagli alle pensioni saranno le stesse utilizzate per calcolare l’onere dei riscatti degli anni di università. Ciò significa un aumento sostanziale dei costi di riscatto: riscattare quattro anni di università potrebbe costare quasi 66 mila euro, un incremento significativo rispetto ai precedenti 19 mila euro.
Cosa significa scegliere Quota 104 per i dipendenti?
La scelta di Quota 104 fa riferimento a una delle opzioni pensionistiche disponibili. Coloro che optano per Quota 104 nel prossimo anno potrebbero vedere applicate delle riduzioni sulle loro pensioni, con penalizzazioni che possono arrivare fino al 4%. Tuttavia, questa scelta rimane volontaria. Un altro aspetto da considerare per i dipendenti pubblici che fanno questa scelta è l’attesa di 9 mesi, definita “finestra”, prima dell’uscita effettiva dalla forza lavoro, a differenza dei 6 mesi previsti per i lavoratori del settore privato.
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