Taglio del cuneo fiscale confermato anche per il 2024: ora non ci sono più dubbi. Sull’argomento si è espresso il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ovvero l’esponente di governo che ha una voce determinante sulla prossima legge di Bilancio. Ha dichiarato: «Abbiamo deciso di confermare il taglio del cuneo fiscale anche nel 2024». Più chiaro di così. Vediamo quali saranno i vantaggi in busta paga per i cittadini. (scopri le ultime notizie su lavoro, disoccupazione, offerte di lavoro e concorsi attivi. Ricevi le news gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Perché il taglio del cuneo fiscale è stato confermato
La scelta di proseguire con il taglio del cuneo fiscale per il 2024 è motivata da una serie di ragioni, vediamo quali:
- Inflazione crescente: negli ultimi anni, l’inflazione ha eroso il potere d’acquisto delle famiglie italiane. Questo significa che, anche se guadagni lo stesso importo, i tuoi soldi valgono meno e puoi comprare meno cose.
- Supporto ai redditi medio-bassi: Giorgetti ha sottolineato l’importanza di sostenere chi guadagna meno. Il taglio del cuneo fiscale è ritenuto un modo per garantire a queste persone un piccolo ma significativo aiuto economico, riducendo le tasse direttamente dalla fonte.
- Risposta alla Commissione Europea: il deficit economico del paese è un problema, ma Giorgetti ha dichiarato che spiegherà alla Commissione Europea che il taglio del cuneo fiscale è un modo per aiutare la popolazione in un momento di difficoltà.
Quali vantaggi per i cittadini
Grazie al taglio del cuneo fiscale in busta paga, i cittadini avranno questi vantaggi:
- Risparmi diretti: secondo l’Inps, in media, i lavoratori potrebbero vedere un aumento di circa 98 euro lordi in busta paga.
- Esoneri: chi ha un imponibile pensionistico fino a 25 mila euro all’anno avrà un esonero del 7%. Per chi guadagna fino a 35 mila euro, l’esonero sarà del 6%.
- Benefici maggiori per molti: circa il 57% dei lavoratori potrebbe beneficiare di importi superiori ai 100 euro ogni mese.
Importi, lo ribadiamo per chiarezza, che non saranno aggiuntivi, ma confermano quelli introdotti da luglio. C’era oil rischio concreto che il taglio venisse molto ridimensionato.
Il rapporto INPS
Il rapporto dell’Inps è una fonte preziosa di informazioni dettagliate sul taglio del cuneo fiscale. Ecco alcuni punti chiave:
- Lavoratori full time: chi lavora a tempo pieno potrebbe vedere un esonero di 123 euro.
- La maggior parte beneficia: solo il 2% riceverebbe esoneri inferiori a 80 euro, mentre quasi il 90% avrebbe in busta paga oltre 100 euro. Un significativo 48% dei lavoratori potrebbe addirittura raggiungere importi superiori a 125 euro, e l’8% oltre 150 euro.
- Impatto sul salario medio: se consideriamo un imponibile medio di 1.500 euro, l’esonero potrebbe rappresentare un incremento notevole della retribuzione.
- Previsioni basate su dati precedenti: l’Inps ha basato le sue stime assumendo che la distribuzione dei beneficiari del taglio del cuneo fiscale nel 2024 sarà simile a quella del 2023.
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La scadenza del taglio del cuneo fiscale era a dicembre
Originariamente, il taglio del cuneo fiscale era una misura destinata a terminare con la fine dell’anno. Più precisamente:
- Introduzione iniziale: questo sconto sui contributi previdenziali, a beneficio del lavoratore, era inizialmente previsto dal decreto Lavoro e avrebbe dovuto avere effetto solo fino al 31 dicembre.
- Modifiche al taglio: Il governo, riconoscendo la necessità di questa misura, ha effettuato a luglio 2023 delle modifiche, innalzando il taglio dal 2 al 6% per i lavoratori con un reddito annuo fino a 35.000 € e dal 3 al 7% per coloro con un reddito fino a 25.000 € all’anno.
- Proroga per il 2024: La buona notizia per i lavoratori è che il ministro Giorgetti ha annunciato l’intenzione del governo di prorogare questo taglio anche per il 2024, garantendo quindi un ulteriore sollievo fiscale.
I sindacati: basta interventi occasionali
Sul taglio del cuneo fiscale i sindacati hanno però espresso preoccupazioni:
- Necessità di misure strutturali: secondo i sindacati, c’è bisogno di un approccio più strutturale piuttosto che di interventi occasionali o temporanei. Ritengono che gli interventi “a spot” non siano sufficiente per affrontare i problemi di lunga data.
- Situazione contrattuale: i sindacati hanno sottolineato che in Italia ci sono 8 milioni di lavoratori con contratti scaduti. Questa situazione si divide equamente tra il settore pubblico e quello privato, e c’è un urgente bisogno di affrontarla.
- Proposte dei sindacati: tra le proposte presentate, vi è una riduzione duratura del cuneo fiscale e una maggiore attenzione alla contrattazione di secondo livello e alla produttività.
Cos’è il cuneo fiscale
Il cuneo fiscale rappresenta un concetto fondamentale nel mondo fiscale e lavorativo:
- Definizione: in parole semplici, il cuneo fiscale è la differenza tra ciò che un’azienda paga per un dipendente e ciò che il dipendente riceve effettivamente in busta paga. Questa differenza è causata dalle tasse e dai contributi previdenziali.
- Impatto sui lavoratori: la presenza di un elevato cuneo fiscale può erodere il potere d’acquisto dei lavoratori, rendendo difficile per loro far fronte alle spese quotidiane.
- Azioni precedenti: negli anni, si sono registrate diverse iniziative per ridurre il cuneo fiscale. Ad esempio, con la legge 234/21, è stato introdotto un primo taglio del cuneo dell’0,8%. Altre misure successive, come il DL “Aiuti bis”, hanno portato ulteriori riduzioni.
Le tabelle degli aumenti in busta paga
Il taglio del cuneo fiscale è una misura che mira dunque a ridurre il divario tra ciò che un datore di lavoro paga in termini di stipendio lordo e ciò che il lavoratore riceve effettivamente in busta paga, una volta sottratte tasse e contributi. Di conseguenza, con l’applicazione di questo taglio, ci aspettiamo un aumento nell’importo netto ricevuto dai lavoratori.
- Redditi da 10.000€ a 25.000€: Per coloro che rientrano in questa fascia di reddito, la riduzione prevista è del 7%. Questo significa che se, ad esempio, un lavoratore ha uno stipendio annuo di 20.000€, grazie al taglio del cuneo fiscale potrebbe vedere un incremento in busta paga di circa 1.400€ all’anno, ovvero circa 116€ al mese.
- Redditi da 25.000€ a 35.000€: Qui, la riduzione è del 6%. Pertanto, per uno stipendio annuo di 30.000€, l’aumento previsto sarebbe di 1.800€ all’anno, ovvero 150€ in più ogni mese.
Nota: Questi calcoli sono puramente indicativi e non tengono conto di specifiche detrazioni, addizionali regionali o comunali, e altre particolari situazioni contrattuali che potrebbero influire sul totale effettivamente ricevuto.
Con l’aiuto di questa tabella potrebbe essere tutto ancora più chiaro:
Reddito Lordo | Percentuale di detassazione | Importo maggiore in busta paga | Importo complessivo anno 2023 |
---|---|---|---|
Fino a 10000€ | 7% | 25,67 € | 269 € |
Fino a 12500€ | 7% | 32 € | 336 € |
Fino a 15000€ | 7% | 38 € | 404 € |
Fino a 17500€ | 7% | 43 € | 430 € |
Fino a 20000€ | 7% | 49 € | 460 € |
Fino a 25000€ | 7% | 55 € | 548 € |
Fino a 30000€ | 6% | 56 € | 576 € |
Fino a 35000€ | 6% | 65 € | 591 € |
Ci saranno effetti sulla tredicesima?
La tredicesima, un extra generalmente corrisposto a dicembre, è una parte fondamentale dello stipendio dei lavoratori italiani. Ma come viene influenzata da questo taglio del cuneo fiscale?
L’INPS, con il messaggio 1932/2023, ha chiarito che il taglio del cuneo fiscale non avrà impatto sulla tredicesima. Questo significa che:
- Tredicesima integrale: per coloro che ricevono la tredicesima in un’unica soluzione a dicembre, il taglio del cuneo fiscale non influenzerà questo importo.
- Tredicesima spalmata: anche per i lavoratori che hanno optato per una tredicesima “spalmata” sulle 12 mensilità, non ci saranno variazioni dovute al taglio del cuneo fiscale.
Tuttavia, è essenziale notare che mentre la tredicesima rimane invariata, la busta paga regolare dei mesi precedenti mostrerà l’aumento dovuto al taglio del cuneo fiscale.

FAQ (domande e risposte)
Il taglio del cuneo fiscale sarà confermato nel 2024?
Sì, il taglio del cuneo fiscale è stato confermato per il 2024. Non ci sono più dubbi su questa decisione. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, l’esponente di governo che ha l’ultima parola sulla prossima legge di Bilancio, ha dichiarato chiaramente: «Abbiamo deciso di confermare il taglio del cuneo fiscale anche nel 2024».
Perché è stato confermato il taglio del cuneo fiscale?
La principale ragione alla base di questa conferma riguarda le difficoltà economiche che molte famiglie italiane stanno affrontando. L’inflazione ha eroso significativamente il potere d’acquisto delle famiglie. Il ministro Giorgetti ha ribadito che è essenziale prendere decisioni in favore dei redditi medio-bassi. La conferma del taglio del cuneo fiscale rappresenta un tentativo di compensare il disagio economico causato da situazioni esterne. Questo è particolarmente importante in un contesto in cui chi fa politica deve considerare le esigenze e i bisogni reali dei cittadini.
Quanto risparmieranno i cittadini con il taglio del cuneo fiscale?
I cittadini possono aspettarsi un vantaggio economico apprezzabile. Secondo i calcoli dell’Inps, il taglio porterà, in media, a un vantaggio di circa 98 euro lordi in più in busta paga per ogni lavoratore. Più nel dettaglio:
- Per i lavoratori con un imponibile pensionistico annuo fino a 25.000 euro, l’esonero sarà del 7%.
- Per quelli con un imponibile pensionistico fino a 35.000 euro su base annua, l’esonero sarà del 6%.
Si stima che circa il 57% dei lavoratori riceverà in busta paga importi superiori ai 100 euro mensili grazie a questo taglio.
Cosa riporta l’INPS sul taglio del cuneo fiscale per il 2024?
Il rapporto dell’Inps ha fornito dettagli sui potenziali benefici del taglio del cuneo fiscale. Se consideriamo solo i lavoratori full time e full month, l’ammontare dell’esonero medio raggiungerebbe 123 euro. Solo circa il 2% dei beneficiari avrà esoneri inferiori a 80 euro, mentre quasi il 90% vedrà un incremento lordo in busta paga superiore a 100 euro. Per il 48% dei lavoratori, l’incremento sarà superiore a 125 euro, e per l’8%, sarà addirittura superiore a 150 euro.
Fino a quando era prevista la scadenza del taglio del cuneo fiscale?
La scadenza prevista per il taglio del cuneo fiscale era il 31 dicembre. Era stato introdotto uno sconto sui contributi previdenziali a carico del lavoratore a partire da luglio. Tuttavia, visto il contesto economico e le necessità delle famiglie italiane, il governo ha deciso di prorogare questa misura anche per il 2024.
Chi non beneficerà del taglio del cuneo fiscale nel 2023?
Nel 2023, il taglio del cuneo fiscale con gli associati aumenti di stipendio in busta paga sarà applicabile a tutti i lavoratori privati, pubblici e statali, a condizione che siano subordinati. Tuttavia, non beneficeranno di questa misura:
- Lavoratori autonomi con Partita IVA e parasubordinati,
- Lavoratori domestici,
- Pensionati,
- Lavoratori dipendenti con retribuzioni lorde annue superiori ai 35.000 euro.
È essenziale avere chiarezza su queste categorie per evitare malintesi e aspettative non realistiche sul taglio del cuneo fiscale.
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