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Tasse pensione Francia

Tasse sulla pensione in Francia: come funziona la tassazione delle pensioni maturate in Italia? Vediamo cosa dice la convenzione internazionale tra i due Paesi.

di Carmine Roca

Agosto 2023

In questo articolo vi parleremo di tasse sulla pensione in Francia e del perché non è prevista alcuna detassazione della prestazione di un pensionato italiano trasferitosi in Francia (scopri le ultime notizie sulle pensioni e su Invalidità e Legge 104. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Tasse sulla pensione in Francia

Nel dicembre del 2000, Italia e Francia hanno firmato la Convenzione internazionale sulle doppie imposizioni, che prevede che, le pensioni e altre remunerazioni simili, pagate a un residente di uno Stato, sono imponibili solo in quello Stato, come affermato dall’articolo 19, paragrafo 1.

Il paragrafo 2 dell’articolo 19, comunque, prevede che “nonostante le disposizioni del paragrafo 1, le pensioni e le altre somme pagate in applicazione della legislazione sulla sicurezza sociale di uno Stato, sono imponibili in detto Stato”.

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Cosa dice l’Agenzia delle Entrate?

Il trattato, dunque, stabilisce che le pensioni erogate a residenti italiani residenti in Francia sono imponibili in Italia, ai fini IRPEF, solo se rientrano nell’elenco delle prestazioni pensionistiche comprese nei regimi di sicurezza sociale previsti dalle legislazioni nazionali italiana e francese, come affermato dall’Agenzia delle Entrate con il documento denominato “Principio di diritto, numero 2 del 2022”.

Ai fini dell’applicazione dell’IRPEF nei confronti dei soggetti non residenti, ai sensi dell’articolo 23, comma 2, lettera a), del Tuir, le pensioni e gli assegni si considerano prodotti nel territorio dello Stato “se corrisposti dallo Stato, da soggetti residenti nel territorio dello Stato o da stabili organizzazioni nel territorio stesso di soggetti non residenti“.

Dunque, le pensioni sono attratte a tassazione in Italia perché sono erogate dallo Stato, da soggetti residenti nel territorio dello Stato o da stabili organizzazioni nel territorio stesso di soggetti non residenti. La normativa interna deve, tuttavia, essere coordinata con le disposizioni internazionali contenute nei trattati.

Nel nostro caso, per i pensionati italiani residenti in Francia, si fa riferimento all’articolo 18, della Convenzione firmata da Italia e Francia il 5 ottobre 1989 a Venezia e ratificata con legge 7 gennaio 1992, n. 20.

L’interpello e la delucidazione dell’Agenzia delle Entrate

Le pensioni scaturite da un impiego privato sono imponibili soltanto nello Stato di residenza del percettore, ad eccezione delle pensioni e delle altre somme pagate in applicazione della legislazione sulla sicurezza sociale di uno Stato, le quali sono imponibili in detto Stato.

Ma come si è arrivati a questa delucidazione? Tutto è nato da un interpello (numero 385 del 2003) proveniente da una cittadina italiana trasferitasi in Francia dopo essere andata in pensione e titolare di due trattamenti previdenziali: l’Assegno ordinario di invalidità (cat. IO) e la pensione ai superstiti.

La prima pensione era maturata in seguito a un periodo di lavoro dipendente nel settore privato e liquidata a carico del fondo lavoratori dipendenti dell’INPS. Per la seconda prestazione, la ricorrente non aveva precisato la tipologia di lavoro dalla quale era derivata.

Cosa sancisce il trattato Italia-Francia?

Il trattato sancisce che le pensioni maturate da un impiego privato sono imponibili soltanto nello Stato di residenza del percettore, ad eccezione delle pensioni e delle altre somme pagate in applicazione della legislazione sulla sicurezza sociale di uno Stato, le quali sono assoggettate ad imposizione concorrente sia in Italia che in Francia.

Nei regimi di sicurezza sociale sono presenti le due prestazioni oggetto dell’interpello (Assegno ordinario di invalidità e pensione ai superstiti).

L’Agenzia delle Entrate precisa, dunque, che l’Assegno ordinario di invalidità non può essere tassato esclusivamente in Francia, ma va assoggettata ad imposizione concorrente, in Francia ed in Italia.

La doppia imposizione verrà eliminata in Francia, dove risiede l’interessata, attraverso il riconoscimento di un credito d’imposta.

Mentre, per la pensione ai superstiti bisogna distinguere la tipologia di lavoro da cui essa deriva. In caso di lavoro dipendente privato, il trattamento fiscale applicabile è lo stesso di quello appena descritto per l’Assegno ordinario di invalidità.

Ma se la pensione di reversibilità è maturata in seguito a un rapporto di pubblico impiego del defunto, il trattato Italia-Francia prevede che la prestazione sia tassata esclusivamente dallo Stato dal quale proviene salvo il beneficiario non sia residente nell’altro stato e ne abbia l’esclusiva nazionalità. 

Tasse sulla pensione in Francia
Tasse sulla pensione in Francia: in foto la Torre Eiffel.

Faq sulla pensione all’estero

Perché molti pensionati italiani scelgono di trasferirsi all’estero?

Molti pensionati italiani scelgono di trasferirsi all’estero per evitare le tasse italiane che sono tra le più alte in Europa. Trasferendosi in Paesi dove la vita costa meno, riescono a ridurre le imposte che altrimenti ridurrebbero i loro assegni di pensione, già spesso bassi.

Esiste e come funziona la pensione minima in Grecia?

Sì, in Grecia esiste una pensione minima per i cittadini che hanno raggiunto l’età pensionabile e che hanno contribuito al sistema previdenziale. La pensione minima è stata introdotta per garantire un sostegno finanziario ai pensionati con bassi redditi o che hanno pochi anni di contributi versati.

Cosa devono fare i pensionati italiani che risiedono all’estero per continuare a ricevere l’assegno mensile?

I pensionati italiani che risiedono all’estero possono continuare a percepire l’assegno mensile. Tuttavia, ogni anno, l’INPS procede con l’accertamento dell’esistenza in vita per prevenire possibili truffe. Se l’attestazione di esistenza in vita non viene restituita entro la data stabilita, il pensionato deve recarsi di persona presso un’agenzia della Western Union per ricevere l’assegno del mese successivo in contanti.

Perché il Portogallo è un’opzione popolare tra i pensionati italiani?

Il Portogallo è un’opzione popolare tra i pensionati italiani perché ha introdotto una legge per i residenti non abituali che prevede dieci anni di esenzione dalle tasse per coloro che trascorrono almeno 183 giorni in un anno in Portogallo. Inoltre, l’assistenza sanitaria è gratuita, le strutture ospedaliere sono tra le migliori in Europa, e la lingua portoghese è relativamente facile da comprendere e imparare. Inoltre, il clima mite del Portogallo è un grande vantaggio, soprattutto per chi proviene da luoghi freddi e umidi.

Qual è il sistema fiscale per i residenti alle isole Canarie?

Chi risiede alle Canarie oppure vi rimane per almeno 183 giorni l’anno, paga l’IRPEF sul reddito dichiarato. Un po’ come avviene in Italia, ma con un regime fiscale più agevolato per i redditi medio-bassi, ma più gravoso per i redditi alti.

Le aliquote sono quattro:

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