Vediamo insieme alcuni esempi di welfare aziendale in busta paga. Quali sono le misure più adottate dalle imprese in questo campo e soprattutto come funziona con la tassazione (scopri le ultime notizie su lavoro, disoccupazione, offerte di lavoro e concorsi attivi. Ricevi le news gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Esempi di welfare aziendale in busta paga: cos’è
Il welfare aziendale è uno strumento che si sta diffondendo sempre di più, in particolare nelle imprese con tanti lavoratori e lavoratrici a carico. Per alcune tipologie di contratti collettivi nazionali è obbligatorio da anni.
Prima di entrare nel dettaglio di questo articolo e scoprire quali sono esempi di welfare aziendale in busta paga, capiamo di cosa si tratta. Il welfare aziendale è una misura con cui si premiano i dipendenti di un’impresa con l’obiettivo di valorizzarli e migliorarne la produttività.
Le premialità possono essere erogate direttamente in busta paga ma anche tramite voucher o convenzioni particolari in determinati ambiti.
Grazie al welfare aziendale, molti datori di lavoro possono recuperare l’investimento fatto per i propri dipendenti scaricando le spese affrontate dalle tasse.
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Esempi di welfare aziendale in busta paga: aumenti di stipendio
Il welfare aziendale può essere caricato direttamente sulla busta paga del lavoratore. Questi benefici, in genere, corrispondono a una maggiorazione della retribuzione del dipendente.
A volte questi incentivi possono tradursi in:
- assistenza sanitaria;
- supporto per la formazione;
- supporto per la cura del benessere del singolo lavoratore.
Il welfare aziendale può essere distribuito anche tramite l’aiuto di appositi provider esterni che vengono incaricati direttamente dal datore di lavoro. In genere si tratta di piattaforme digitali che propongono alle aziende dei piani ben definiti da adottare nelle proprie imprese.
Esempi di welfare aziendale in busta paga e tassazione
Gli esempi di welfare aziendale in busta paga possono essere soggetti a tassazioni fiscali. Per questo, con la legge di stabilità del 2016, il governo italiano ha introdotto la possibilità per i lavoratori dipendenti di decidere di convertire il premio di produttività in servizi o benefit.
I servizi welfare non sono assoggettabili all’aliquota del 10 per cento e possono essere:
- assistenza medica;
- buoni pasto cartacei => sono esenti da tassazione solo se l’importo arriva a un massimo di 4 euro giornalieri;
- buoni pasto elettronici => non sono soggetti a tassazione solo fino all’importo di 8 euro al giorno;
- spese scolastiche;
- assistenza a persone anziane;
- trasporto pubblico;
- previdenza integrativa per un fondo di previdenza complementare con limite annuo di 5164,37 euro;
- fringe benefit => come, per esempio, buoni carburante o buoni spesa. Sono esenti dal versamento fiscale fino a un valore di 600 euro;
- assistenza sanitaria integrativa => il limite di deducibilità fiscale fissato dalla legge è pari a 3616,20 euro.
Esistono poi esempi di welfare aziendale in busta paga che concorrono alla formazione del reddito come il pagamento di:
- mense aziendali;
- asili nido;
- palestre;
- corsi di formazione;
- servizi di consulenza;
- servizi di assistenza;
- servizi di baby sitting.
Per quanto riguarda l’aspetto dell’impresa invece, le risorse impiegate per garantire uno di questi esempi di welfare aziendale in busta paga ai propri dipendenti, potranno essere dedotte fiscalmente ai fini IRES.
Esempi di welfare aziendale in busta paga: come si decide a chi erogarlo
Dopo aver visto degli esempi di welfare aziendale in busta paga, approfondiamo anche come il datore di lavoro decide la somministrazione dei benefit.
In genere i servizi di welfare aziendale o gli aumenti in busta paga vengono erogati in seguito al raggiungimento di determinati obiettivi di produzione prefissati a inizio anno. Tuttavia, alcuni datori di lavoro scelgono di versare questo benefit anche in base all’anzianità di servizio del proprio dipendente o ad altri fattori interni.
La normativa in materia prevede anche l’arco temporale utile per il tempo di utilizzo delle prestazioni di welfare aziendale erogate a ogni dipendente.

Esempi di welfare aziendale in busta paga: quando è obbligatorio?
Ci sono dei contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) che prevedono che alcuni degli esempi di welfare aziendale in busta paga siano obbligatori. Le categorie di lavoratori che usufruiscono sempre di questi incentivi sono:
- lavoratori del settore metalmeccanico;
- chi appartiene a Unionmeccanica e Confapi;
- gioiellieri;
- orafi;
- argentieri;
- dirigenti di imprese assicuratrici;
- lavoratori dei servizi assistenziali;
- CED, ICT, Professioni Digitali e STP;
- lavoratori di agenzie marittime;
- lavoratori di case di cura e dei servizi assistenziali e socio sanitari;
- lavoratori dei pubblici esercizi;
- lavoratori della ristorazione collettiva e commerciale;
- lavoratori del turismo.
In mancanza di accordi specifici, i CCNL fissano anche l’importo del welfare aziendale minimo che bisogna soddisfare. In genere il valore da dover rispettare obbligatoriamente va tra i 100 e i 200 euro per ogni lavoratore.
Anche se il welfare aziendale è un benefit da erogare in modo è obbligatorio e regolamentato dai CCNL, le aziende devono stilare degli appositi piani di welfare. Questi sono necessari anche per poter accedere alla deducibilità delle spese aziendali dedicate.
Faq sul welfare 2023
Quali sono le misure di welfare previste per il 2023?
Nel 2023, il welfare in Italia vedrà vari cambiamenti. Ad esempio, l’assicurazione sanitaria integrativa sarà ampliata per includere rimborsi per spese mediche estese anche ai familiari, convenzioni presso studi medici, check-up sullo stato di salute e donazione del sangue a scopo preventivo, oltre che benefico. Allo stesso modo, la previdenza integrativa sarà rafforzata con l’espansione dei fondi pensione.
Come la legge di bilancio 2023 influisce sul welfare?
La legge di bilancio 2023 prevede misure per 35 miliardi di euro, di cui due terzi (21 miliardi) saranno utilizzati per contrastare il caro bollette. Queste risorse saranno destinate principalmente al sostegno delle famiglie e delle imprese. Le famiglie con un Iste inferiore a 15.000 euro riceveranno aiuti diretti per un totale di 9 miliardi, e le imprese beneficeranno di un aumento dei crediti di imposta.
Come il welfare aziendale sarà influenzato dalle misure di welfare nel 2023?
Nel 2023, le imprese beneficeranno di agevolazioni per le assunzioni a tempo indeterminato di chi ha già un contratto a tempo determinato. Queste misure saranno particolarmente vantaggiose per le donne svantaggiate, i giovani sotto i 36 anni e i percettori di Reddito di Cittadinanza. Inoltre, ci sarà una diminuzione della tassazione per i premi di produttività fino a 3.000 euro, che passerà dal 10% al 5%.
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